Rigore di rigore con rigore

Fischiare un rigore contro l'Inter? Ormai si dà di rigore, potremmo dire con rigore. Aggiungeremmo scientifico se solo ci trovassimo qualche anno più indietro. Ma resta difficile pensare a qualcosa di peggio.

La realtà è sotto gli occhi di tutti e continuare a raccontarla, domenica dopo domenica, diventa annoiante per noi e imbarazzante per chi si presta a recitare un ruolo da protagonista che non gli si adatta e che non gli è richiesto. La lista comincia a diventare incredibilmente lunga, soprattutto se si pensa che siamo solo all'ottava giornata: Bergonzi a Novara, Tagliavento a Bologna, Rocchi col Napoli, Orsato a Catania e Valeri a Bergamo. Incredibile, da lasciare senza parole. Non tanto per la quantità, che lascia comunque titubanti, quanto per la qualità: di quelli elencati non ce n'era nemmeno uno. Impietriti.

A Novara è Morimoto che si porta dietro Ranocchia; a Bologna Portanova 'sviene' sfiorato da Samuel; col Napoli il contatto Maggio-Obi avviene fuori area; a Catania Bergessio simula un aggancio di Castellazzi che non c'è; a Bergamo Marilungo e Chivu si trattengono vicendevolmente. Valeri sbaglia davvero di grosso: testimonianza ne è la lunga indecisione che precede il fischio che accorda il tiro dagli undici metri.

Questo per rimanere ai penalty fischiati contro i nerazzurri, ma ci sono anche quelli non concessi, altrettanto clamorosi. Si parte da Palermo, dove Migliaccio 'para' sulla linea un tiro di Milito, per proseguire con Burdisso che frana addosso a Sneijder, con Frey che devia col braccio un tiro di Stankovic e con Zarate bloccato da Masiello a palla lontana (il rigore sarebbe stato eccessivo, ma con il metro di giudizio utilizzato in seguito...).

La situazione è complicata e la partita con la Juventus assume i contorni di una vera e propria 'ultima spiaggia' per credere ancora nello Scudetto. L'obiettivo resta quello di tornare lassù in alto, a giocarsi il tricolore. Fischi a caso permettendo.