Roberto Mancini se ne e' sbarazzato da mesi."Non so nemmeno dove sia". Aveva informato così i media di tutto il mondo sullo stato dei rapporti tra il fuoriclasse argentino Carlitos Tevez con la società' proscrivendolo dalla propria area di competenza. Già', ma qual è l'area di competenza di Roberto Mancini al City? Da primo in classifica e dopo avere rifilato 6 goal agli odiati smargiassi cugini dello United, egli oggi e' nelle condizioni di stabilire oltre al calendario degli allenamenti anche quello delle vendette? E contro chi? Contro il giocatore, colpevole di lesa maestà', essendosi rivelato incapace di modulare gli spasmi delle proprie viziate inquietudini di fronte ad un tecnico che in un frattempo troppo breve ha saputo piantare grazie a personalità e risultati i propri garretti nel centro dell'impianto strategico del  faraonico progetto Citizen? Anche ma probabilmente non solo. I semplici rumors dell'interessamento del Milan a Carlitos sono di fatto durati pochissimo. Un mese e mezzo fa i bene informati, assestando un vigoroso colpo di scudiscio al mercato in allestimento ci hanno detto che si poteva fare. Qualche giorno dopo, i bene inforNati da Via Turati hanno dichiarato chiusa la trattativa: Tevez e' del Milan. Le prove? Beh intanto ci e' voluta tutta l'improntitudine di quegli scettici che, dubitando imperterriti sulle proprietà taumaturgiche di Adriano Galliani, le hanno richieste. Ma se serve non c'e' problema.

Pronti via, e' partito un impasto di assoluta volontà del giocatore, accordi già sottoscritti - con la  consueta formula assuntiva "della mobilità" pur di andare al Milan -, situazioni insostenibili tali da mettere con le spalle al muro gli emiri proprietari del cartellino scivolati improvvisamente in una condizione di semi indigenza, indissolubilmente legati alla necessità di risparmiare qualche mese di ingaggio del giocatore per non sprofondate in uno stato di necessità e di ulteriore deprivazione. E sotto con interviste dense di allusioni, ammiccamenti, toccatine di gomito in un nugolo euforizzato quasi fossero baccanti di cosiddetti giornalisti pronti a cogliere anche le piu' impercettibili pulsioni dell'"imperatore del mercato" per trasformarle in certificazione inconfutabile dello stato avanzamento lavori. "E' tranquillo come per Ibra...non ruota nemmeno la testa sull'asse del collo come un carro di Viareggio, vuol dire che e' tutto fatto". E lui, con tanto di rachide cervicale emancipata dai tic, gigione, a sussurrare  con aria trasognata Carlitos, Carlitos... Da allora l'acqua passata sotto i ponti della trattativa si e' dapprima intorbidita fino a diventare liquamosa e stagnante come quella del Seveso quando si ribella ai tombini di Niguarda.

Eh si, perchè ci si e' dimenticati che in Inghilterra sono tutt'altro che disposti a far la figura dei ricchi scemi per compiacere il Richelieu antennista di Milanello, il suo committente e il monocromatico giannizzerame giornalistico di cui si circondano con buona pace dei non pochi beoti che continuano nonostante tutto a prendere sul serio tutti costoro. E tantomeno la stessa cosa puo' dirsi di Roberto Mancini. il quale, fino a che c'era stato da liberarsi di quel cecchino infallibile di Robinho, aveva offerto un placet incondizionato ma con Tevez - che intanto ha casualmente fatto rinculare il deposto premier "non e' il mio tipo" - e' pronto al braccio di ferro. Anzi pare intenzionato a tramutarsi in braccio di ferro in persona, a mulinare il braccio irrobustito non dagli spinaci ma dalle risorse incalcolabili messegli a disposizione sotto gli occhi degli incauti che avevano dato in pasto ai media il City equiparando Mansour allo Zamparini dell'affaire Nocerino. Chi l'avrebbe detto che il buon Mancini a distanza di tanti anni e di tanti alterchi con Via Turati si sarebbe tolto un sassolone come questo che ha tutta l'aria di voler rotolare ancora per un bel po'? Intanto Galliani ha disertato  l'annunciato viaggio diplomatico a Manchester, un po' per sollevarsi dal rischio di apparire, dopo tanto schiamazzare mediatico, come quello che torna scornato, un po' poichè serve da Nunzio Apostolico per perorare la causa  del solito Ibrahimovic nelle sedi della giustizia sportiva.

Stavolta si tratta di salvarlo da squalifica certa secondo i tratti di uno degli istituti giuridici piu' controversi e, diciamolo grotteschi, che il mondo del calcio italiano si e' dato a punizione delle frasi blasfeme profferite in campo. Si e' già' tenuto un vertice, le cui risultanze saranno oggettivate dal prossimo libro del centravanti, sul quale emergono qua e la' i primi retroscena. Intanto i partecipanti, oltre all'amministratore delegato, lo stesso Ibra ed un consulente tecnico, il cappellano di Solbiate. La tesi che verrà' portata avanti e' la seguente: Ibra e' svedese e non puo' avere bestemmiato l'Onnipotente di riferimento dalle nostre parti, bensì un altro per la precisione Manitu', essendo il fuoriclasse grande appassionato del fumetto Tex. Non fa una grinza. A maggiore prova di ciò' verrà prodotta una prova documentale decisiva, i 7 secondi post moccolo, naturalmente filmati dalle telecamere di Mediaset, nei quali il labiale e' chiarissimo "ti mandero' a vedere crescere i cactus dalla parte delle radici". Probabile a questo punto l'archiviazione. Con la promessa di passare dopo la sosta a Zagor.

Due paroline due sulla fortunata Inter di Ranieri da due punti a partita. Nel campionato di Pepe e Nocerino ci sta tutto, compresa la ripresina di risultati frutto piu' della modesta dimensione delle ultime squadre affrontate e, come detto, della buona sorte che di altro in grado di far presagire una vera e propria riviviscenza di ampio respiro. Non c'e' nulla che contraddica le analisi già espresse ma l'annotazione di qualche evento da salutare con un sorriso. il gol di Milito innanzitutto che sblocca una situazione angosciante per lui e per i compagni d'attacco a cui non passava un pallone dalla serata di Madrid, il timido affacciarsi alla ribalta di Ricky Alvarez, verso il quale Ranieri dimostra di aver saputo applicarsi con indubbia perizia. Per adesso basta così, i risultati medicano quanto la consapevolezza che nel campionato di Pepe e Nocerino altri Corvia si profilano al nostro orizzonte.

Sezione: CALCI E PAROLE / Data: Ven 23 dicembre 2011 alle 00:01
Autore: Giorgio Ravaioli
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