"L’A.C. Milan comunica che, in merito alla squalifica del calciatore Gennaro Ivan Gattuso, la Società non impugnerà la decisione presa dal Control and disciplinary body dell’Uefa. La scelta del Milan di non presentare ricorso contro la decisione dell'Uefa di squalificare Rino Gattuso per cinque turni è legata ad una questione di stile, condivisa dallo stesso giocatore". Era il 21 febbraio 2011 e in casa rossonera era appena arrivata la notizia della squalifica inflitta al proprio centrocampista, nonché capitano, Gennaro Gattuso, per l'incresciosa rissa scoppiata dopo il match interno col Tottenham, condita da una testata nei confronti del vice-Redknapp Joe Jordan. Decisione alla quale il club di via Turati non intese opporsi, proprio per una questione di 'stile', facendone quasi un punto d'orgoglio.

Passa nemmeno un mese, e arriva una stangata pesante anche in campionato: Zlatan Ibrahimovic colpisce con un pugno il difensore del Bari Marco Rossi e il giorno dopo il Giudice Sportivo Gianpaolo Tosel ha optato anch'egli per la mano pesante, squalificando lo svedese per tre turni. Il che significa che Massimiliano Allegri dovrà fare a meno del proprio centravanti di riferimento per i match esterni contro Palermo e Fiorentina, ma soprattutto per il derby del 3 aprile contro l'Inter. Assenza pesantissima, a prescindere dal fatto che lo svedese stia vivendo ultimamente una fase di appannamento. Eppure, a questo punto, arriva la classica svolta nell'intreccio.

Già, perché il Milan, stavolta, si è affrettato a comunicare che prenderà la decisione di ricorrere contro la sanzione inflitta da Tosel, a differenza di quanto avvenuto qualche giorno fa in ambito europeo. Decisione che, visto l'excursus fatto prima, a questo punto fa nascere naturalmente una domanda: e lo stile? Quello stile tanto orgogliosamente evidenziato nel comunicare che la decisione su Gattuso sarebbe stata accettata senza problemi, dov'è finito? Evaporato? Messo in soffitta? Quel che è certo è che questa scelta lascia perlomeno delle perplessità. L'Inter optò per non ricorrere contro le squalifiche pesanti inflitte ad Eto'o prima e Chivu poi. Entrambe inflitte per gesti gravi, come quelli che, a prescindere da ogni discorso, accomunano i due giocatori rossoneri.

E allora, come interpretare le due differenti decisioni della dirigenza milanista? Forse lo fanno perché il peso specifico di Ibra nella squadra è superiore (ma forse nemmeno tanto, viste le ultime prestazioni) a quello di Rino? Forse perché temono di dare ragione a chi pensa che senza lo svedese lì davanti il Milan perde gran parte del proprio potenziale? Oppure, più semplicemente, in casa Milan sono talmente abituati a diversificare i discorsi sull'importanza tra scudetto e Champions, al punto da applicare a questi discorsi anche il concetto di stile? Ai posteri l'ardua sentenza...

Sezione: CALCI E PAROLE / Data: Lun 14 marzo 2011 alle 19:15
Autore: Christian Liotta
vedi letture
Print