"Si dimentica mai ciò che si è amato una volta?", si chiedeva Rousseau nel 1761. Assolutamente no, è la mia risposta e quella di tutto il popolo interista 250 anni dopo, quando ritorna Walter Samuel. E' di oggi la notizia del rientro in gruppo - e addirittura nella lista dei convocati - del Muro, con negli occhi quella terribile immagine dell'infortunio che arrivò nell'amara notte di San Siro contro il Brescia. Il più classico 'stagione finita' rimbalzava ovunque, ma chi conosce davvero Samuel credeva davvero in questo miracoloso recupero. Eppure, a dimenticare non è stata di certo la tifoseria nè il gruppo interista, che hanno sempre ricordato Walter tra cori, magliette celebrative al Mondiale per Club o in numerose altre occasioni, bensì la maggior parte dei media. L'assenza di un campione leader come The Wall peserebbe per qualsiasi squadra, ma soltanto raramente si ricorda che uno dei primi cinque difensori al mondo è rimasto ai box per così tanto tempo. Una defezione importantissima snobbata da chi non lo conosce, un vuoto indelebile in campo per i compagni e per la gente nerazzurra, che ha amato ed ama alla follia quello straordinario professionista che è il numero 25 dagli occhi di ghiaccio.

Professionalità, orgoglio, poche parole e tanto lavoro, mai sulle copertine di un giornale ma sempre roccia sulla quale hanno sbattuto i più grandi attaccanti d'Europa, chiedere ai Drogba, ai Robben o ai Messi - non gente qualsiasi - per credere. Adesso il Muro è tornato per zittire chi lo ha dimenticato e per farsi riabbracciare da chi lo porta nel cuore, da chi sentiva la sua assenza. La formidabile coppia Lucio-Samuel, quella da cui Mourinho ha avviato il suo capolavoro dello scorso anno, è rimasta inutilizzabile per tantissimo tempo e nessuno al di fuori dell'ambiente Inter sembra essersene accorto. Trattato come un difensore qualsiasi, ma guai a dirlo in giro: Walter è un lavoratore, uno che non dà a vedere simili sciocchezze e pensa solo al campo. Già essere nella lista di convocati per lo Schalke è un risultato straordinario, quando poi tornerà in campo sarà solo e soltanto l'Inter a beneficiarne.

Perché per vincere tutto serve una grande orchestra, sicuramente, ma se ti manca uno dei migliori violinisti al mondo non può essere la stessa cosa. Chi si è scordato di lui sobbalzerà al suo rientro: "Ci siamo dimenticati, l'Inter non ha potuto usufruire di un mostro". Non mostro, please, Muro. Noi siamo ancora abituati a chiamarlo così, qualcuno si è dimenticato troppo in fretta...

Sezione: CALCI E PAROLE / Data: Lun 11 aprile 2011 alle 16:55
Autore: Fabrizio Romano
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