103 anni di storia e non sentirli. 103 anni di vita ed esserci ancora, al centro della storia, come sempre. 103 anni di alti e bassi, di gioie e dolori, di esaltanti vittorie e brucianti sconfitte, ma comunque essere lì, sempre, tra le squadre più prestigiose, importanti e seguite del mondo. Un’impresa non facile, un’impresa da grande squadra, che anche nei momenti più difficili, non ha mai perso la propria identità e non hai mai smarrito il senso di essere l’Inter. Un senso che è impossibile da spiegare, ma che abbiamo colto negli occhi dei nostri papà, zii, nonni o amici, impegnati a raccontarci qualche impresa nerazzurra che noi, più giovani, non abbiamo vissuto di persona. Sì, perché come la storia del mondo, anche quella del calcio, passa soprattutto attraverso i racconti e le parole di chi c’è stato e non ha potuto trattenersi nel condividere le proprie emozioni. I racconti sono diventati delle avventure da immaginare e sognare e delle dolci filastrocche da ripetere, come la formazione della Grande Inter “Sarti, Burgnich, Facchetti,...” che molti di noi avranno imparato ancora prima di saper leggere e scrivere. 

103 anni di storia sono tanti, troppi da sintetizzare. Molti i volti, le persone, le storie e le emozioni e tutto ciò che rende speciale il calcio e questa squadra, o meglio, famiglia. Già, perché essere interisti significa soprattutto far parte di un grande gruppo, sempre unito, che non dimentica nessuno. “Inter” significa ogni singolo tifoso del mondo, ogni giocatore che ha indossato la nostra maglia, ogni dirigente, presidente e allenatore. Senza dimenticare nessuno, né chi ci ha tradito o ricordato, né chi ci ha bistrattato o magari rimpianto. Famiglia significa questo: essere riconoscenti e accettare, perdonare e ringraziare. Di questi 103 anni non si possono non nominare i 40 uomini che hanno reso possibile tutto questo: 40 amanti del calcio, ribelli e indipendenti, che la notte del 9 marzo 1908, hanno immaginato un grande progetto, una squadra da sogno. Sarebbero contenti di tutto quello che l’Inter è stata e continua a essere.

Soprattutto lui, Giorgio Muggiani, l’uomo che tra quei 40 viene ricordato come il vero fondatore dell’Inter: era un pittore, un artista, un intellettuale e ribelle. Ha creato, non solo col pennello, un’opera d’arte meravigliosa: siamo sicuri che avrebbe applaudito la Grande Inter, il genio Herrera e avrebbe imparato anche lui la stessa filastrocca “Sarti, Burgnich, Facchetti,...”; siamo certi che avrebbe riso alle battute dell’indimenticato e unico Peppino Prisco che con una frase fulminante riusciva ad esprimere tutto ciò che noi interisti abbiamo sempre pensato; sarebbe stato onorato di conoscere Giacinto Facchetti, esempio unico di uomo e calciatore, nel quale il popolo nerazzurro si riconosce; avrebbe approvato, divertendosi, tutte le battute di Mourinho, la sua irriverenza e unicità, il suo essere speciale; avrebbe appoggiato la famiglia Moratti, nel suo grande progetto di rimanere legati all’Inter, di accudirla come una figlia, di renderla grande; Muggiani avrebbe poi pianto di gioia, ne siamo certi, nella notte di Madrid, quando il suo progetto originario di creare una squadra diversa, capace di compiere imprese uniche, è stato realizzato. 

Questo è il presente: a distanza di 103 anni, l’Inter è lì, sul tetto del mondo, ha realizzato i progetti più ambiziosi e prestigiosi, ma continua ad essere vincente, a non accontentarsi e a puntare sempre più in alto. Questo è il nostro dna, la nostra identità, non dobbiamo e possiamo negarla. Chi è interista lo sa: sa tutto di questi 103 anni, perché la storia si ripete e le emozioni che questa squadra ci regala sono sempre le stesse. Il tempo passa ma l’essere interisti non cambia: stessi brividi ed emozioni, stesse lacrime e sorrisi, sempre pronti di fronte a ogni partita, stagione, momento difficile e non. In questo giorno, cara Inter, ti facciamo i migliori auguri e ti ringraziamo per essere sempre al nostro fianco. In questi 103 anni, che tu sia stata adorata, criticata, compresa o bistrattata, difesa e coccolata, ricordati una cosa: sei stata e sarai sempre, da tutti noi, immensamente amata.
 

Sezione: CALCI E PAROLE / Data: Mer 09 marzo 2011 alle 00:02
Autore: Barbara Pirovano
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