A tre gare dalla fine, sia Udinese che Inter non possono sbagliare. Chi, con il fresco cambio di allenatore, per ottenere una salvezza fino a qualche settimana fa data per scontata e chi, guardando anche al risultato delle concorrenti, per raggiungere l'obiettivo Champions League. Tudor, per il 3-5-1-1, sceglie De Paul dietro l'unica punta Lasagna; Behrami regista di centrocampo. Spalletti, con la squalifica di D'Ambrosio e Vecino, da un chance dal 1' a Dalbert e Borja Valero. Assenza dell'ultimo minuto per Miranda, al suo posto Ranocchia.
PRIMO TEMPO - Fin dai primi istanti di gioco diviene evidente la padronanza territoriale degli uomini di Spalletti. Movimento senza palla, qualità nello stretto e convinzione nell'1 contro 1 danno forma a una superiorità numerica in zona offensiva. L'Udinese, quando l'Inter parte dal basso, alza i due esterni di centrocampo su Cancelo e Dalbert, mentre i due interni Balic e Fofana seguono i due play nerazzurri Brozovic e Borja Valero. Una pressione che non porta i risultati sperati: i nerazzurri prediligono l'out di destra e, con un Cancelo tanto elegante quanto efficace, un Candreva bravo (seppur un po' disordinato) ad alternare azioni di accentramento a discese sulla fascia e un Borja in versione due tocchi, i friulani vengono quasi sempre tagliati fuori. Se da una parte si costruisce dal basso, dall'altra Perisic trova molti varchi per poter affondare e concludere l'azione. Il gol di Ranocchia, servito dall'assist da fermo di Brozovic, sembra mettere la gara ancor più in discesa. Ma nella fase intermedia della prima frazione, gli uomini di Tudor tentano una reazione, velocizzando il rientro nella propria metà campo e sfruttando - in contropiede - la velocità di Lasagna alle spalle di Skriniar e Ranocchia (Il baricentro alto porta qualche rischio calcolato). Con gli avversari schierati a 5 in difesa, sono Rafinha e Brozovic ad entrare più nel vivo nel gioco, pronti a proporsi al compagno in difficoltà e con il brasiliano rapido nello smarcarsi dal pressing di Behrami e veloce nel liberarsi in verticale del pallone. E proprio il brasiliano, a pochi minuti dall'intervallo, si invola in un contropiede solitario, concretizzato nel suo primo gol con la Beneamata. Il lavoro della trequarti nerazzurra, ottimo nell'attirare e allargare una difesa di casa "troppo" alta, regala un'altra possibilità, questa volta a Icardi. Il lancio di Brozovic è pressochè perfetto e il bomber argentino, con la collaborazione di Bizzarri, sigla il 3-0 con le quali le due squadre percorrono la strada verso gli spogliatoi.
SECONDO TEMPO - Risultato acquisito ed espulsione diretta per Fofana dopo pochi minuti danno vita a una seconda frazione di gioco dai pochi risvolti tattici. Nei friulani Barak prende il posto di De Paul, per un 3-5-1 propenso a limitare i danni. L'Inter controlla, mentre l'Udinese si affida a una reazione d'orgoglio, più nelle intenzioni che in veri e propri pericoli creati dalle parti di Handanovic. Brozo e Borja Valero si scambiano di posizione e, con l'abbassamento di Rafinha sul centro-destra, lo spagnolo si allarga sul centro-sinistra, per un centrocampo a 3 tutto palleggio e qualità. Perisic e Candreva continuano nel loro svariare tra le linee, mettendo in imbarazzo - soprattutto l'esterno croato - gli avversari di turno (la coppia Larsen-Widmer da una parte e Adnan-Samir dall'altra). Proprio da un Perisic attivo sulla fascia opposta da quella di competenza, nasce la rete del definitivo 4 a 0, firmato Borja da posizione ravvicinata. Oltre alla staffetta Santon-Dalbert, arrivata poco prima del gol, gli ultimi 20' danno luogo a diversi cambi in entrambe le compagini. Jankto e Perica, nell'Udinese, prendono il posto di Behrami e Lasagna; Karamoh ed Eder, nell'Inter, concedono qualche minuto di riposo a Candreva e Rafinha. In attesa del fischio finale, arrivato allo scoccare del 90', il tempo per una traversa del giovane attaccante francese. Una vittoria, un punteggio e una prestazione che hanno confermato il buon stato di forma dei nerazzurri, al netto di quello negativo dei bianconeri friulani. Una risposta, forse attesa ma tutt'altro che scontata, che rende merito a un gruppo molto unito e compatto, tanto nel modo di giocare sul terreno di gioco quanto nel virare nella stessa direzione e verso lo stesso obiettivo. Il 3-5-1-1 messo in campo dagli avversari, con gli esterni tagliati fuori nel pressing alto e la difesa costretta a rincorrere, ha favorito le ali nerazzurre e un Cancelo dominante. L'intensità e la qualità messa in campo, nelle vesti di un Rafinha sempre più decisivo e illuminante, unite a un Icardi più nel vivo del gioco e sempre cinico sotto porta, hanno fatto il resto. A due giornate dalla fine, e con lo scontro diretto all'ultima giornata, a fare il "resto" è stato anche il pareggio della Lazio, fermata in casa dall'Atalanta. Ora è finito il tempo dei calcoli e dei rimpianti, rimane soltanto quello delle vittorie.
VIDEO - TRAMONTANA, UN URLO CONTINUO E UNA PREGHIERA PER RAFINHA
Autore: Christopher Nasso / Twitter: @ChrisNasso91
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