A Torino ci si attendeva una sorpresa da Stramaccioni dal punto di vista tattico e sorpresa è stata. La meno prevedibile, tra l’altro. Il tecnico romano per la trasferta contro i granata opta per un inedito 4-4-1-1, lanciando Juan Jesus dal primo minuto al fianco di Ranocchia. Una decisione probabilmente motivata dalla volontà di arginare il Torino sulle fasce, punto di forza dell’undici di Ventura, mantenendo il baricentro alto. Sin dall’inizio i nerazzurri esibiscono due peculiarità: pressing sui portatori di palla di casa con i due giocatori più avanzati (Milito e Sneijder) e la solita pazienza nel gestire il possesso, sia prima sia dopo il gol del vantaggio. In fase di costruzione, spicca l’arretramento di Cambiasso sulla linea dei difensori.

Stramaccioni vuole che la manovra parta da lui e non da uno dei due centrali. Al contempo, più di una volta anche Sneijder scala a centrocampo per prendere palla, soprattutto quando il pressing dei granata soffoca sul nascere l’iniziativa degli ospiti. Pur avendo due uomini per fascia, non è evidente la ricerca dell’esterno da parte dei nerazzurri, che mirano soprattutto a sfondare centralmente. Sotto di una rete, il Torino alza il baricentro ma il leit motiv offensivo non varia: palla a Bianchi o Sgrigna e apertura verso gli esterni Stevanovic e Santana, con il secondo assai più incisivo dalle parti di un Jonathan sovente in difficoltà. Dal canto suo, l’Inter si limita al lancio lungo, per lo più in zona morta perché Milito è troppo solo.

Nella ripresa Jonathan, dolorante a una spalla, non torna in campo e Stramaccioni lo sostituisce con Alvarez, al suo esordio stagionale. L’argentino si piazza a centrocampo, largo a sinistra ma con frequenti accentramenti, con Nagatomo che cambia fascia e si piazza a destra sulla linea dei difensori. Ventura dopo una decina di minuti cambia uomini ma non modulo: Meggiorini per Sgrigna e Cerci per Stevanovic. Si resta così con il 4-2-4 molto offensivo (immutato anche dopo l’ingresso di Sansone per Bianchi), che però tende ad allungarsi lasciando un vuoto in mezzo. Staffetta nerazzurra al 66’: Cassano subentra a Sneijder, che ha due partite in nazionale nelle gambe.

I movimenti di Alvarez, col trascorrere del tempo, tradiscono un modulo diverso rispetto a quello iniziale: Ricky agisce più spesso a tutto campo, componendo così una sorta di 4-3-2-1 con Cassano che ha lo stesso compito. A 10 minuti dal termine Stramaccioni richiama in panchina lo stremato Guarin e lancia Gargano, senza variare però assetto.

Sezione: L'angolo tattico / Data: Dom 16 settembre 2012 alle 23:25
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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