Moduli speculari tra Inter e Napoli, ed era prevedibile. Meno prevedibile invece l’arretramento di Cambiasso nel terzetto difensivo da parte di Stramaccioni, che rinuncia così a Silvestre e propone in mediana Gargano, Guarin e Zanetti, accentrato per fare spazio a Nagatomo e rinforzare la mediana. Nel Napoli Cavani è la punta centrale, con Insigne che cerca spazi partendo da sinistra per lasciare varchi ad Hamsik e i due esterni Maggio e Zuniga sempre pronti a salire per fare male. La prima nota del match è la rete di Guarin, nato da uno schema su calcio d’angolo eseguito alla perfezione: il colombiano parte dalle retrovie dal lato opposto rispetto alla battuta e servito al bacio impatta nel modo migliore. Giocata evidentemente testata più volte in allenamento. La sfida si mantiene equilibrata anche dal punto di vista tattico, con i partenopei che provano a fare la partita ma creano le maggiori insidie in contropiede, e i nerazzurri che attendono e quando non decidono di rallentare provano con il lancio lungo per le punte. Nell’Inter è Guarin il perno, dai suoi piedi partono le iniziative più insidiose anche se a volte eccede nel possesso del pallone. In fase difensiva, tra i due attaccanti è Milito che arretra per portare il primo ostacolo alla costruzione del gioco da parte di Inler, protetto da Behrami. Proprio il Principe trova la rete del raddoppio al termine di una delle più frequenti azioni d’attacco nerazzurre: la ripartenza.

Nella ripresa Mazzarri cambia: fuori Gamberini, dentro Pandev, out un difensore, dentro un attaccante. Tatticamente, il Napoli passa a un 4-3-3, con gli esterni che arretrano sulla linea difensiva. Con il baricentro decisamente avanzato, la squadra ospite spinge decisamente di più e crea molte opportunità, fino al gol di Cavani. Per dare freschezza al centrocampo al 58’ Mazzarri leva dal campo Inler e lo rimpiazza con Dzemaili, più bravo del connazionale nella fase di interdizione, necessaria con tre attaccanti contemporaneamente in campo. Pochi secondi dopo è Stramaccioni che effettua la prima sostituzione: Palacio subentra allo stremato Cassano, ma tatticamente si resta con il 3-5-2. Il tridente del Napoli inizialmente vede Pandev a destra e Insigne a sinistra, poi l’allenatore azzurro inverte le posizioni per approfittare della rapidità del giovane fantasista contro l’uruguagio. Il problema dell’Inter nella ripresa è l’attesa troppo esasperata dell’avversario, si fatica terribilmente a salire insomma e gli ospiti giustamente ne approfittano per mantenersi nella metà campo avversaria. Al 74’ Stramaccioni richiama in panchina Milito, stanchissimo, e lo sostituisce con Coutinho. Sua intenzione è avere, con il brasiliano e Palacio, due contropiedisti più efficaci. Nello specifico, è el Trenza il giocatore più avanzato, con Cou che parte da sinistra. All’83’ ultimo cambio di Mazzarri: Mesto sostituisce Hamsik, prendendone il posto anche nello scacchiere napoletano. Nel finale Cannavaro fa addirittura l’attaccante aggiunto, cercando di spizzare di testa i lanci lunghi provenienti dalle retrovie, ma nonostante il forcing il Napoli non riesce a pareggiare e l’Inter porta a casa l’intera posta in palio.

Sezione: L'angolo tattico / Data: Dom 09 dicembre 2012 alle 23:53
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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