Oggi Inter e Napoli si affrontavano nel big match del San Paolo. I nerazzurri perdono 4-2 una gara strana, che vede stravolti i presupposti della vigilia, con i nerazzurri a fare la gara ed i partenopei bravi a ripartire.
Mazzarri schiera il classico 3-5-1-1, tornando alle origini, con Taider a dare più polmoni al centrocampo. Per il resto, Rolando viene preferito a Juan, che nelle ultime gare era sembrato svagato. Ranocchia confermato al centro della difesa, con a destra Campagnaro. Jonathan e Nagatomo, al rientro, agiscono sugli esterni, con Cambiasso e Alvarez a completare la mediana. Guarin, nonostante le voci di mercato, gioca a supporto di Palacio unica punta.
Benitez si affida al 4-2-3-1, con Reveillere preferito ad Armero e Fernandez a Britos. Davanti ala difesa non ce la fa Behrami, quindi giocano Dzemaili e Inler. In attacco Higuain, con alle spalle il trio Insigne, Callejon e Mertens, con la licenza di scambiarsi di posizione.
La gara vede il Napoli fare pressing alto, a tutto campo, e l'Inter condurre il gioco, anche partendo dai difensori. Cambiasso prova a più riprese a imbeccare Palacio in verticale, sorprendendo la difesa azzurra, ma senza successo. Gli esterni sembrano timidi e bassi. Il gol arriva però alla prima avanzata partenopea, con Nagatomo a rinviare sui piedi di Higuain una verticalizzazione innocua.
L'Inter reagisce e riparte con il possesso palla, questa volta con maggiore coinvolgimento degli esterni. Nagatomo prova a farsi perdonare e Jonathan viene invitato a puntare uno contro uno Reveillere. Guarin riesce con una azione personale dalla destra (la fascia napoletana che fatica di più) a mettere la sfera in mezzo. Il velo di Palacio e il tocco d Alvarez liberano Cambiasso, che colpisce e fa uno a uno.
Il Napoli continua a giocare aggressivo, ma sottopalla, provando a scatenarsi in ripartenza. Così arriva il 2-1, con Ranocchia lento a recuperare su Dzemaili lanciato a rete, che si appoggia su un solissimo Mertenz abile a insaccare (Cambiasso e Campagnaro in evidente ritardo).
L'Inter riparte annebbiata e il Napoli colpisce di nuovo su ripartenza. Campagnaro subisce fallo, ma resta in piedi e la perde. Da qui parte il contropiede degli uomini di Benitez, che trovano come sempre impreparata l'Inter. Mertens tira, Handa respinge male e Dzemaili insacca tutto solo (qui è Taider che arriva tardi in chiusura, oltre alla sbavatura del portiere sloveno).
Sotto di due reti i nerazzurri trovano allo scadere il 2-3 di puro cuore. Altra grande giocata di Guarin in area, che si libera e tira. Sulla respinta corta di Rafael, Nagatomo non può sbagliare.
La ripresa iniza con gli stessi interpreti e anche il canovaccio della gara non cambia. L'Inter fa gioco e il Napoli si rende pericoloso con Higuain in contropiede (Rolando miracoloso).
Mazzarri mette Kovacic per un impreciso Taider per cercare di verticalizzare e i nerazzurri vanno più volte vicinissimi al pari (Rafael miracoloso su Guarin).
Poi l'episodio dell'espulsione di Alvarez per tocco di mano, secondo giallo, cambia la partita. Kovacic si mette a sinsitra al posto dell'argentino, con Guarin che va a fare la mezz'ala destra. Mentre Mazzarri prepara il cambio Icardi, i nerazzurri subiscono il quarto gol, quello del ko, con Callejon.
Gli ultimi minuti vedono l'Inter provarci, ma senza organizzazione e il Napoli provare a tenere il pallone e ampliare lo scarto, ma Handanovic si toglie almeno la soddisfazione di parare un rigore a Pandev.
Sconfitta pesante per Mazzarri che torna al San Paolo per la prima volta dal suo addio a Napoli. L'Inter gioca bene e crea tanto, con la difesa partenopea imprecisa, ma sbaglia troppo e subisce tremendamente le ripartenze (Cambiasso non riesce mai a rientrare). I nerazzurri vengono poi puniti dai soliti errori individuali di uno sciagurato (ieri sera) Nagatomo e da un ingenuo Campagnaro, che cerca il dribbling e finisce per mandare in porta gli avversari. Benitez approfitta delle disattenzioni nerazzurre e prepara la gara sulle rapide ripartente dei veloci trequartisti a disposizione. Resta l'amaro in bocca per quanto sciupato davanti, ma la "fase difensiva" (giusto non dare la colpa solo ai 3 dietro) fa acqua da tutte le parti. Un attaccante è la priorità, ma un centrocampista di sostanza e qualità manca tantissimo.
P.s: Guarin avrà pure la valigie in mano, ma è il migliore. Le potenzialità ci sono e si vedono anche spesso in campo. Giusto ragionare prima di cedere e pensare bene su cosa reinvestire, eventualmente.
Autore: Luca Pessina / Twitter: @LucaPess90
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