Alla fine, Ranieri privilegia l’esperienza al lancio di massa dei giovani nerazzurri: solo Marco Davide Faraoni, infatti, rientra nell’11 titolare contro i russi, volendo considerare Obi ormai un esperto. Scelta sbagliata? Mossa dettata dalla prudenza o dalla voglia di non bruciarli anche nonostante la potenziale inutilità del match? Di certo la sconfitta di ieri sera, al di là dell’assenza di peso specifico dell’incontro, di certo non fa morale, anche perché si è vista la solita Inter, volenterosa ma poco cinica nel primo tempo e in affanno nella ripresa, contro una squadra che sembrava poter essere alla portata, non essendo poi particolarmente irresistibile sul piano tecnico. Alla fine, anzi, la squadra di Slutskij dà la sensazione di essere uscita da San Siro senza aver rubato nulla.
Ranieri parte col 4-4-1-1 con Coutinho alle spalle di Milito, Obi-Faraoni esterni di centrocampo e Chivu e Nagatomo larghi in difesa; schema che in fase difensiva diventa 4-1-4-1. L’inizio partita è in mano ai moscoviti, con la difesa nerazzurra che ha più di una difficoltà non agevolata dal terreno di gioco scivoloso. Coutinho parte bene andando vicinissimo al gol su quell’azione sciupata malamente in situazione di 3 contro zero. L’Inter del primo quarto d’ora mostra comunque grinta, ci riprova due volte con Nagatomo, cercando di sfruttare la timidezza e la difficoltà avversaria in velocità attaccando per vie centrali. Poi Cou perde qualche palla di troppo, il Cska riguadagna terreno e il centrocampo si ritrova costretto a indietreggiare, con Faraoni che generosissimo prova a sganciarsi e spingere (rischiando anche l’incolumità su un fallaccio di un centrocampista avversario).
Proprio Faraoni costruisce dalla destra, in tandem con Milito che però sbaglia l’aggancio decisivo, una bella azione offensiva. Poco dopo, però, lo sbilanciamento rischia di diventare fatale quando Doumbia parte come una scheggia. E’ un’Inter che prova a sfruttare gli spazi, ma non trova nel Principe, lento e fuori posizione, il centro-boa ideale per eventuali sponde, e che poi soffre parecchio le incursioni avversarie (emblematica la conclusione pericolosa di Vagner Love tra cinque difensori). In occasione della palla gol di Vagner Love, il brasiliano si ritrova praticamente a tu per tu con Castellazzi, che sbaglia probabilmente nel creare una barriera a quattro. Nel finale Coutinho imbecca sempre in mezzo Milito che prima si prende un corner e poco dopo regala l’illusione del gol. Insomma, i varchi per i nerazzurri non mancano, perché la difesa del Cska va in tilt se presa con manovre rapide. Ciò che manca è la cattiveria.
Nella ripresa tocca, finalmente, a Luca Caldirola, che entra al posto di Chivu e agisce da terzino sinistro. C’è anche Zarate, che parte a fianco di Milito al posto di Coutinho. Si parte pertanto con un 4-4-2, con Faraoni che continua a correre, prendere calci senza però far arrivare cross in area. L’azione del gol russo nasce da una combinazione rapida Vagner Love-Doumbia, con l’ivoriano bravo a eludere il fuorigioco (sbaglia Nagatomo) beffando Ranocchia e trafiggendo Castellazzi. Al pronti-via, però, arriva la replica di Cambiasso su calcio d’angolo; ottimo l’argentino nel correggere in tap-in dopo che Gabulov aveva detto no a Ranocchia. Da quel momento la gara diventa frenetica, Zarate si inventa qualche numero approfittando della lentezza di Berezutskij, ma con la velocità dei suoi avanti, abili anche a creare velocissimi triangoli, il Cska sa ancora come rendersi pericoloso, e soprattutto Ranocchia va spesso nel panico.
Al 70esimo Ranieri inserisce Alvarez per Obi (con Cambiasso dolorante). L’argentino parte largo a sinistra, proprio nel ruolo del nigeriano, creandosi anche una bella occasione. Intanto Doumbia costringe ancora la difesa avversaria a barcamenarsi per fermarlo, con Faraoni che fa diagonali confuse ma efficaci. Ancora Alvarez deve effettuare un gran recupero su Nababkin lasciato colpevolmente solo in fascia da Caldirola che si accentra. Sul finire della partita, il forcing del Cska diventa insistente e la difesa fatica a tenere il colpo soffrendo gli inserimenti (e un pizzico di sfortuna), con Ranocchia che però stavolta si disimpegna bene e Caldirola che paga ancora lo scotto del debutto. L’unica occasione arriva da un’accelerata spettacolare del solito Zanetti che serve Milito il quale di testa da venti centimetri manda sulla traversa. Gol sbagliato, gol subito: sul ribaltamento di fronte Vasili Berezutskij trova, dimenticato da tutti, il gol dell’1-2 da corner che vale la qualificazione dei russi. Non valeva nulla, ok, però il rammarico resta e la sensazione di una cappa pesantissima su questa stagione fatica davvero ad andare via…
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