A sorpresa Leonardo inizia con il 4-2-3-1 rispetto al classico 4-3-1-2, dando fiducia a Pandev e rinunciando a un centrocampista. Iachini conferma invece il solito 3-5-2, con Diamanti a supporto di Caracciolo. I nerazzurri impiegano poco tempo per prendere in mano le redini dell’incontro, soprattutto dopo il gol di Eto’o: possesso di palla, rapidi tocchi e molto movimento delle punte che svariano su tutto il fronte offensivo sono le chiavi con cui la squadra ospite tiene a bada il Brescia. Il quale continua a cercare Caracciolo con lanci lunghi e cross dalle fasce. Nella ripresa i padroni di casa alzano il baricentro e concedono qualcosa al contropiede nerazzurro. L’ingresso di Eder per Zambelli rafforza il loro potenziale offensivo, quello di Cordoba per Lucio non cambia nulla a livello tattico.

A far svoltare l’Inter da questo punto di vista è l’ingresso di Kharja per Pazzini, mossa un po’ a sorpresa considerando la scarsa vena offensiva di Pandev. I nerazzurri passano così al 4-3-1-2, poi entra Materazzi per Nagatomo e questa sostituzione dirotta Cordoba sulla fascia sinistra, con l’obiettivo di contenere le incursioni di Konè. Sotto di un gol, Iachini si affida a Lanzafame per Zambelli, passando a una sorta di 3-4-3. Nel finale l’Inter attacca ma si espone alle ripartenze bresciane che, oltre all’occasione del rigore, rischiano di essere fatali ai nerazzurri in più di un’occasione.


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Sezione: L'angolo tattico / Data: Sab 12 marzo 2011 alle 09:04
Autore: Fabio Costantino
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