Per l’ottava giornata del campionato Serie A Tim 2015-2016, l’Inter è di scena al ‘Giuseppe Meazza’ contro la Juventus. I nerazzurri hanno l’obbligo di invertire la rotta dopo le ultime due prestazioni - contro Fiorentina e Sampdoria - non proprio esaltanti sotto il profilo del risultato, mentre una vittoria consentirebbe ai bianconeri di accorciare sulle prime dopo un avvio di stagione poco convincente.

Roberto Mancini sceglie il 4-3-1-2 con Samir Handanovic tra i pali; a destra c’è Davide Santon, con Joao Miranda e Jeison Murillo coppia centrale e Juan Jesus a sinistra; centrocampo composto da Felipe Melo, Gary Medel e Marcelo Brozovic, schierato a sorpresa al posto di Fredy Guarin; alle spalle del duo formato da Mauro Icardi e Stevan Jovetic, c’è il croato Ivan Perisic.

Massimiliano Allegri non si sbilancia e torna al 3-5-2. Davanti a Buffon, retroguardia composta da Barzagli, Bonucci e Chiellini; Cuadrado ed Evra sulle fasce, con Khedira, Marchisio e Pogba in mediana; in attacco al fianco di Morata c’è la sorpresa Zaza.

Ritmi alti fin dai primi minuti di gara e grande aggressività da una parte e dall’altra, con ben 3 cartellini gialli nel giro di 16’. A farne le spese Marchisio, Khedira e Felipe Melo, tutti per impedire possibili contropiede. I nerazzurri sono disposti in un 4-4-1-1 con Brozovic e Perisic sulle corsie laterali per neutralizzare le incursioni di Evra e Cuadrado, mentre Jovetic ha il compito di prendere Marchisio in fase di costruzione, lasciando Icardi unico riferimento avanzato.

Partono meglio i bianconeri che sfruttano una disposizione troppo larga della retroguardia nerazzurra che lascia molto spazio ai movimenti di Zaza in profondità (bravi poi Miranda e Murillo a recuperare in più di un’occasione) e di Cuadrado sul settore di sinistra dell’Inter. Con il passare dei minuti e il supporto di Perisic, Juan Jesus riesce a prendere le misure al colombiano disinnescando i suoi attacchi.

Se la Juve predilige il lancio lungo a scavalcare il centrocampo, i pericoli per la porta di Buffon nascono tutti da fraseggi palla a terra, con Stevan Jovetic molto ispirato tra le linee della retroguardia bianconera. Attorno al 25’ Mancini inverte le posizioni di Brozovic e Perisic. Spostato a sinistra, il numero 77 mette subito in difficoltà Cuadrado - non abilissimo in fase difensiva -, ma il suo cross non trova la deviazione vincente di Perisic.

L’ex Wolfsburg tre minuti più tardi, sulla corsia opposta, mette in mostra tutte le proprie doti atletiche e tecniche superando in velocità Evra e mettendo un ottimo cross in area che però non viene sfruttato a dovere dagli attaccanti nerazzurri, anticipati in calcio d’angolo. Sugli sviluppi del corner, è Brozovic ad andare vicinissimo alla rete: Jovetic batte velocemente in favore dell’ex Dinamo Zagabria, cogliendo impreparata la difesa bianconera che non scala velocemente sul centrocampista, il cui tiro però viene deviato da Buffon sulla traversa.

Passano i minuti e il copione è sempre lo stesso: Inter in avanti con un ottimo giro-palla e Juve racchiusa tutta all’interno della propria metà campo. Difficoltà soprattutto sugli esterni e nelle ripartenze per i bianconeri: la manovra è piuttosto lenta e il centrocampo muscolare dell’Inter, composto da Medel e Felipe Melo, chiude tutti gli spazi smistando poi con semplicità il pallone. Brozovic, dopo 10' a sinistra, torna ad invertire la posizione con Perisic.

Negli ultimi secondi del primo tempo la Juve prova nuovamente ad affacciarsi dalle parti di Handanovic sempre grazie a Zaza, molto bravo a muoversi sulla linea del fuorigioco, lasciato però troppo solo dal centrocampo bianconero e da Morata, non al 100% della forma.

Il secondo tempo si apre senza alcun cambio, nonostante Allegri non sia rimasto per niente soddisfatto dalla prova di Pogba, assente ingiustificato nel corso della prima frazione di gara. Pronti, via e Juventus vicinissima al gol con Cuadrado che sfrutta un errore in uscita di Murillo. E’ il colombiano della Juventus l’uomo più pericoloso per la porta di Handanovic: tutte le azioni dei bianconeri nascono proprio dai piedi dell’ex Chelsea, ma a turno Medel e Perisic si abbassano ad aiutare Juan Jesus nell’uno contro uno.

Le gare con le rispettive nazionali e i viaggi oltreoceano sembrano pesare sulle gambe degli interisti, che nel secondo tempo calano vistosamente lasciando il pallino del gioco ai bianconeri. Pogba e Khedira salgono di tono e appoggiano con regolarità la manovra offensiva della Juve, i nerazzurri si affidano soprattutto al contropiede.

Al 64’ Mancini procede al primo cambio: dentro Fredy Guarin al posto di Felipe Melo. Il tecnico jesino non vuole rischiare che il brasiliano incorra nel secondo giallo, un rischio che aumentava con il passare dei minuti e i maggiori spazi in mezzo al campo. Il colombiano, però, non riesce ad entrare in partita e la differenza in mezzo al campo si sente, tanto che 4’ più tardi la Juventus va vicina alla rete proprio da un’incursione di Khedira che spedisce sul palo un ottimo appoggio di Morata. Proprio lo spagnolo pochi secondi dopo lascia il posto a Mandzukic.

L’Inter va a folate, prova a ripartire con Perisic e i due attaccanti, ma la brillantezza di Jovetic non è più quella del primo tempo e Icardi è sembrato troppo timido per pensare di impensierire la difesa juventina. Al 78’ Allegri prova la mossa Dybala (al posto di Zaza) per scardinare la sempre meno resistente difesa nerazzurra.

Accade poco o nulla nei dieci minuti successivi: la Juve tiene il controllo del pallone, l’Inter riparte in contropiede senza riuscire mai ad affacciarsi dalle parti di Buffon. Nei minuti di recupero Mancini inserisce Kondogbia e Palacio per Medel e Jovetic - stremati -, ma i due non hanno neanche il tempo di entrare in partita che Valeri manda tutti sotto la doccia.

Ogni gara, come ha tenuto a ribadire Roberto Mancini anche nel post-partita, si gioca per vincere. Non sempre, però, ci si riesce e un pareggio ottenuto contro la Juventus non è comunque da buttare. Buona la prova dei nerazzurri soprattutto nella prima frazione di gara. La squadra ha dato l’idea di essere in crescita sul piano della solidità e dal punto di vista della manovra, giocando su ritmi anche abbastanza elevati. Imperforabile la cerniera di centrocampo composta da Medel e Felipe Melo, che per tutta la loro gara non si risparmiano nel pressing e nell’aiutare i compagni in raddoppio. Positiva anche la prova in fase di copertura dei due esterni, lavoro che spetta più a Perisic del suo connazionale in verità, troppo timidi però in fase offensiva, dove forse avrebbero potuto approfittare di più della superiorità numerica nella propria zona di competenza. La linea difensiva tiene bene l’urto degli attaccanti bianconeri e si disimpegna, fatto salvo per i primi 15’, con grande tranquillità. Migliore in campo, infine, Stevan Jovetic. Il montenegrino sembra di un altro passo e dai suoi piedi nascono tutte le azioni più importanti dei nerazzurri. Da rivedere Mauro Icardi: l'argentino non sembra sposarsi al meglio con il modulo di gioco scelto dal tecnico marchigiano e sembra spesso spaesato e troppo lontano dalla porta per poter essere incisivo.

Sezione: Angolo tattico / Data: Lun 19 ottobre 2015 alle 01:30
Autore: Lorenzo Peronaci / Twitter: @lorenzoperonaci
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