Davanti agli oltre 70mila spettatori di San Siro, l'Inter di Luciano Spalletti scende in campo per continuare l'ottimo ruolino di marcia contro un Torino rigenerato dalla vittoria interna contro il Cagliari dell'ultimo turno. Ancora una volta il tecnico toscano conferma in blocco l'11 titolare, dando nuovamente fiducia a Borja Valero trequartista e Nagatomo terzino. Mihajlovic invece schiera i suoi con un 4-3-3 che ha il compito di fare densità in mezzo al campo (Rincon e Obi) e dare qualità (Baselli). Davanti c'è Belotti, supportato da Ljajic e Iago Falque. 

PRIMO TEMPO - Nei minuti iniziali l'Inter prova a sfruttare la spinta del pubblico per mettere subito la gara in discesa. Il ritmo è alto, il gioco viene continuamente allargato sulle fasce, soprattutto dalla parte di Candreva. Dopo solo 3 minuti proprio da lui arriva un ottimo pallone in area che non trova però la coincidenza con Icardi, di solito invece puntualissimo su certe tratte. Il Torino affida a Baselli la risposta con un tiro che, nonostante sia impreciso, cerca di mandare un messaggio agli uomini di Spalletti. Mihajlovic infatti ha chiesto a Rincon di giocare praticamente a uomo su Borja Valero, cercando di metterlo in difficoltà attraverso un pressing continuo che ne limiti il tempo di giocata. E' una tattica che si dimostra vincente, perché lo spagnolo soffre fin da subito molto la marcatura del venezuelano. Anche Obi e Baselli provano a prendere a uomo Vecino e Gagliardini: l'idea di Mihajlovic è proprio quella di portare una costante pressione all'avversario. Non solo in mezzo al campo, ma anche sugli esterni: Ansaldi e De Silvestri hanno licenza di offendere, costringendo Candreva e Perisic a rincorse difensive non troppo abituali nelle loro ultime partite. L'Inter comunque crea tanto, Icardi per ben due volte ha la palla buona per far esultare lo stadio, ma calcia male, sia tecnicamente che concettualmente. Segnali di una giornata no dal punto di vista offensivo dei migliori uomini della squadra: appunto il capitano e Perisic. I due spesso si macchiano di molti errori tecnici che raramente gli appartengono. Nel finale le due squadre si rendono pericolose di testa: prima Skriniar, a cui risponde alla grande Sirigu, poi Baselli, anche se l'arbitro non attribuisce ad Handanovic la grande parata che in realtà compie, limitandosi a dare la rimessa dal fondo. 

SECONDO TEMPO - Nella ripresa i due allenatori non effettuano cambi, né negli uomini né nell'interpretazione della partita. Il Torino continua a dare intensità e ad attaccare ogni qualvolta sia possibile, l'Inter prova a ragionare, ma va in difficoltà sotto la pressione granata, giocando spesso frettolosamente e con poca razionalità alcuni palloni importanti. Ancora una volta però le occasioni arrivano ugualmente e ancora una volta è bravo Sirigu, che riesce a tuffarsi con il tempo giusto su un colpo di testa di Vecino, preciso nell'inserirsi alle spalle dei difensori avversari. Al 59' la svolta del match: Iago Falque recupera un pallone vagante e punta Miranda, che inizialmente perde il tempo per accorciare sull'avversario, vedendosi costretto quindi ad indietreggiare. Qui è bravo lo spagnolo, che si sposta la palla sul sinistro e calcia dove Handanovic non può mai prenderla, riuscendo anche ad evitare il ritorno di Vecino e Gagliardini. E' un gol meritato per il Torino, artefice fino a quel momento di una partita praticamente perfetta a livello difensivo. L'Inter a questo punto prova a riorganizzare le proprie idee: Spalletti toglie Gagliardini ed inserisce Eder, che va ad agire da trequartista con Borja in mediana, e poi Nagatomo per Brozovic, passando ad un 3-4-3 decisamente offensivo. E' una buona mossa di Spalletti, che così riesce a far guadagnare qualche spazio agli esterni interisti, ad avere la superiorià numerica in mezzo al campo e al tempo stesso accettare il 3 contro 3 tra i suoi difensori e gli attaccanti granata. Dopo che Perisic ha dato conferma della giornata no svirgolando un cross, l'Inter trova il pareggio: ovviamente con il croato, che con lucidità lavora un cambio di gioco di Candreva per pescare Icardi che, in un moto di altruismo, forse spinto dai tanti errori precedenti, non calcia al volo ma appoggia per Eder, tutto solo in area. A 10 minuti dalla fine l'Inter, dopo il pareggio, prova a spingere per trovare il gol del sorpasso, ma il Torino resta lucido e non si fa mettere i piedi in testa. L'Inter, più di cuore che di altro, si getta in avanti, ma non trova niente di più di una clamorosa traversa di Vecino dalla distanza. Al triplice fischio è 1-1: risultato giusto che premia un buon Torino e ancora una volta la capacità dell'Inter di restare in partita, ragionando sempre sui 90 minuti e non sull'episodio. Dopo il Napoli qui era stata definita come un pugile che incassa ma non va mai al tappetto: oggi l'Inter è un pugile che nella difficoltà trova un nuovo fuoco dentro di sé per evitare una sconfitta che, dopo il gol del Torino e il veloce correre del cronometro, sembrava essere il risultato più probabile.

Sezione: Angolo tattico / Data: Lun 06 novembre 2017 alle 13:15
Autore: Matteo Serra / Twitter: @MattSerra5
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