Fatica ancora a ingranare sul piano del gioco l'Inter di Luciano Spalletti, prima nella parte destra della classifica con il poco invidiabile ruolino di un solo punto in due partite. Anche l'esordio stagionale al Meazza viene macchiato dal mancato raggiungimento della vittoria, frutto di una prestazione a due facce che non onora l'assidua e costante presenza dei tifosi nerazzurri sugli spalti. Una squadra spenta e poco lucida, ma forte del doppio vantaggio sul Torino, decide di non scendere in campo nella ripresa e di regalare 45' ai granata, che hanno il solo merito di danzare sul filo sottile che conduce la Beneamata alla svogliatezza di chi ancora un tempo deve giocarlo.

Il modulo utilizzato è chiaramente un 3-4-2-1 a trazione anteriore: D'Ambrosio gioca a destra sulla linea a tre con Vrsaljko ed Asamoah alti; al suo fianco De Vrij e Skriniar, con quest'ultimo che nella sua carriera ha dimostrato comunque di rendere meglio sulla destra (specie nell'ambito dei contrasti uno contro uno). Il centrocampo - esterni esclusi - è di fatto a due uomini ed è composto da un Brozovic sempre più leggero palla al piede (ma prezioso in fase di contenimento) e un Vecino costretto a limitare le sgroppate. Lì davanti Perisic e Politano a far da sostegno a Mauro Icardi, apparso disposto al sacrificio per la squadra ma poco presente sotto porta.

I due gol interisti nascono in circostanze abbastanza casuali: quando Icardi suggerisce in area per Perisic il centrocampista granata Rincon dovrebbe limitarsi a chiudere una semplice e banale linea di passaggio, ma resta inspiegabilmente fermo e il croato ne approfitta per la prima marcatura a San Siro. La seconda rete deriva da calcio piazzato (stesso schema di Reggio Emilia, con Politano che fa spiovere e De Vrij che di testa incrocia sull'altro palo). Ma si nota fin da subito che manca Radja Nainggolan: quella figura che sappia attaccare gli spazi e creare la superiorità numerica in fase avanzata, strappando in profondità e garantendo anche possibili soluzioni dalla distanza.

Nel secondo tempo la squadra di Spalletti va in affanno per la densità a centrocampo del Torino: in tre vanno a palleggiare addosso al duo Brozovic-Vecino che non riesce a far da schermo dinnanzi alla difesa. Concorso di colpa da parte di Samir Handanovic in entrambe le reti subite, ma non può essere questa una scusa: ad agosto è assai difficile vincere le partite negli ultimi minuti ed infatti, nel quarto d'ora finale, l'Inter non ha sufficiente lucidità per spingere e rendersi pericolosa.

Il momento cruciale della gara si presenta comunque nel momento in cui Asamoah alza bandiera bianca: in quel momento la mossa poteva essere quella di inserire Keita Baldé al posto del ghanese, in modo da far scalare Perisic a tutta fascia (ruolo che ha ricoperto molto spesso l'anno scorso) per poter ampliare il mazzo di carte da sfruttare negli ultimi metri. Tardivo sotto questo senso l'ingresso in campo del senegalese, che a sua volta non è riuscito a incidere complice la stanchezza dei compagni e valutazioni errate nei contropiede palla al piede.

Sezione: Angolo tattico / Data: Lun 27 agosto 2018 alle 11:32
Autore: Andrea Pontone / Twitter: @_AndreaPontone
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