Cinque cambi, rispetto alla formazione titolare del derby, nel classico 3-5-2 con cui Antonio Conte decide di schierare la sua Inter nel primo round della semifinale di Coppa Italia contro il Napoli: le novità, sparse in tutti i reparti, sono rappresentate da Bastoni, Moses, Biraghi, Sensi e Lautaro. Modulo diverso e decisamente più conservativo per Gennaro Gattuso, che opta per un 4-3-3 con la sorpresa Elmas esterno d'attacco a sinistra al posto di Insigne, non al 100%. Il tema tattico, poi sviscerato lucidamente dai due tecnici nel post-partita, è figlio di situazioni pregresse che portano la squadra di casa a scontrarsi con un avversario corto negli ultimi metri con due linee da 4 e 5 giocatori in fase di non possesso. Un nuovo status guadagnato dai nerazzurri, secondo Conte, che ha parlato di squadroni che vengono a San Siro per giocare dietro la linea del pallone chiudendosi nel proprio terzo di campo.
Il problema della mancanza di profondità si palesa dai primi minuti per Lukaku e Lautaro, costretti a lavorare nel traffico e con pochissimo spazio da attaccare alle spalle di una difesa bassissima davanti a Ospina. Le uniche semi-occasioni che capitano alla capolista della Serie A derivano da errori altrui: al 6', ad esempio, è Maksimovic che scivolando apre la strada al Toro e quindi al tiro moscio di Brozovic. Dall'altra parte, in fase di proposizione, i partenopei si affidano alla maestria dei movimenti da prima punta di Dries Mertens ('tanta roba', dirà Gattuso dopo il triplice fischio): il belga, mai statico, nella sua imprevedibilità all'11' si posiziona fuori area, nella zona di conflitto tra Skriniar e De Vrij che non possono accorciare, e calcia al volo mandando alto. Gli ospiti, pur guardinghi, non rinunciano mai alla costruzione dal basso in area e spesso trovano lo sfogo a sinistra con Elmas che interpreta bene il ruolo da subito (al 3' fa ammonire Skriniar). L'iniziativa rimane all'Inter che ha in De Vrij il suo regista occulto: al 17', l'olandese ispira la corsa di Biraghi, il cui cross in controbalzo viene raccolto da Lautaro. Nulla di fatto, come qualche secondo più tardi, quando Sensi tenta l'unica giocata degna di nota della sua partita triangolando con Brozovic senza portare a casa dividendi. Stessa sorte per Elmas che, al 31', approfitta di un brutto posizionamento di Moses, raccoglie il lancio di Manolas lisciato dal nigeriano attaccando l'area per un cross ben letto da Biraghi. Il primo tempo si trascina lentamente fino al recupero, con la sensazione di impotenza offensiva dell'Inter. A cui si aggiunge il comfort azzurro nei ritmi narcotizzati che al 46' ha la sua esemplificazione: gioco a uno, massimo due tocchi nella propria metà campo dei terzini di Ringhio, con Demme che alza la testa, duetta con Callejon e verticalizza per Mertens. Isolato tra le linee e bravo a imbucare per Zielinski, ipnotizzato nell'uno contro uno da Padelli. Bravo a rimediare all'errore della catena di sinistra: Biraghi-Sensi-Bastoni, arrivati tutti un tempo di gioco più tardi rispetto all'intervento puntuale.
SECONDO TEMPO - Si riparte con una new entry nell'Inter: Skriniar, già ammonito e a rischio rosso, fa posto a D'Ambrosio la cui utilità è subito evidente: dopo una torre su palla inattiva sul secondo palo al 47', l'ex Torino comincia a tempestare di cross l'area di rigore. Uno di questi viene raccolto da Lukaku, ma la sua spizzata finisce tra le mani di Ospina. In generale, i primi vagiti della ripresa sono interisti, più convinti rispetto ai primi 46' giocati su ritmi blandi: al 51', il pressing feroce di Lautaro, che annusa le difficoltà di Manolas, provoca un giallo proprio al greco. L'Inter, senza forzare, gioca tutta riversata nella metà campo nemica e va sotto concedendo una strana ripartenza. L'errore iniziale è di Sensi che, sbagliando uno stop elementare, si fa rimontare da Zielinski. Da lì i gattusiani ripartono in contropiede ma non a velocità supersonica: Bastoni e Brozovic si fanno tagliare fuori facilmente, aggredendo troppo presto il portatore di palla anziché scappare all'indietro, questo apre uno scenario imprevisto a Di Lorenzo e Fabian Ruiz che attaccano in coppia l'ultimo uomo De Vrij. L'affondo dell'ex Betis non si concretizza per la diagonale di D'Ambrosio e allora il Napoli decide, più o meno volontariamente, di accerchiare i nerazzurri con una serie di tocchi che portano lo spagnolo a dialogare con Di Lorenzo, mandando fuori giri Sensi e Brozovic, prima di andare al tiro letale a giro su cui Padelli, complice una deviazione di Barella, non può nulla. Dopo lo schiaffo, l'Inter non reagisce in maniera feroce, anche se al 62' Barella, con un pressing personale, ricicla l'azione colpendo di testa un rinvio di Di Lorenzo verso Lukaku, a cui non riesce il solito gioco da boa.
E' lì che Conte si convince a cambiare qualcosa: dentro Eriksen per uno spento Sensi, preferito inizialmente al danese perché sa interpretare meglio le due fasi. Una scelta telefonata, non certo come la prima situazione in cui è protagonista l'ex Tottenham, che addirittura chiama la profondità a D'Ambrosio che alza la testa e lo serve. Il 24, ovviamente, viene sovrastato, nel gioco aereo e l'azione dell'Inter si spegne. Va diversamente qualche minuto dopo: è sempre D'Ambro a promuovere la manovra trovando con un pallonetto Lukaku, bravo a resistere a Demme ed appoggiare verso Brozo. La palla finisce tra i piedi di Eriksen che, invitato al tiro, calcia largo. Non succede nulla fino al 74' – in mezzo Milik dà il cambio a Mertens – poi Conte prova a modificare l'inerzia inserendo Sanchez per Moses e passando a un 4-3-3 'mai visto', come ammetterà Conte dopo la partita. Questa nuova disposizione produce la vera occasione madre dell'Inter: al 75', dalla caparbietà di Barella, Sanchez e Lautaro si arriva al tiro da due metri dalla porta di Lukaku che fallisce davanti a Ospina. Si salva con una buona dose di fortuna il Napoli, che in 5' inserisce due forze fresche: Allan e Politano per Zielinski e Callejon. In mezzo alle due sostituzioni il gran rientro difensivo di Brozovic che rimedia a un'Inter spaccata fermando il contropiede di Elmas che si era fatto tutto il campo palla al piede. Si arriva al forcing finale: spinge l'Inter che schiaccia la linea del Napoli dentro la sua area. Lautaro centra un difendente in maglia azzurra, irrompe Eriksen che calcia a colpo sicuro ma trova una deviazione. La fotografia di una gara a quota zero gol fatti dall'Inter, punita da un raro slancio di coraggio del Napoli. Per fortuna di Conte, c'è il ritorno al San Paolo per rimediare alla situazione di svantaggio.
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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