Nell’ultima partita del 2019, l’Inter ospita il Genoa del grande ex Thiago Motta. Infortuni, squalifiche e recuperi dell’ultimo minuto raccontano l’11 di Antonio Conte. Con l’esordio dal 1’ di Sebastiano Esposito, al fianco di Lukaku, a rappresentare la novità più interessante. Skriniar, De Vrij, Bastoni compongono il terzetto difensivo; Borja Valero guida il centrocampo, completato da Gagliardini e Vecino (recupera a sorpresa Sensi per la panchina). Candreva-Biraghi sugli esterni. 4-3-1-2 sponda rossoblù, con Agudelo trequartista alle spalle di Sanabria e Pinamonti. Radovanovic in cabina di regia, Ghiglione-Criscito i terzini.
PRIMO TEMPO - L’atteggiamento propositivo del Genoa, caratterizzato dal palleggio per vie centrali, si contrappone a un’Inter molto corta e compatta sul terreno di gioco. E, con il passare dei minuti, padrona del campo, grazie a un baricentro alto in entrambe le fasi di gioco. Con Agudelo ad ‘osservare’ Borja Valero e Pinamonti-Sanabria a dividersi Skriniar e Bastoni, è De Vrij a portare avanti il possesso nel primo step della manovra. Appoggiandosi, in un secondo momento, sull’allargamento delle due mezzali. Sulla costruzione dal basso avversaria, o una volta persa palla nella metà campo offensiva, è il pressing a determinare il dominio nerazzurro, garantendo l’immediato recupero del pallone. Borja Valero aggredisce il regista opposto - Radovanic -, mentre Vecino e Gagliardini chiudono sulla mezzala in zona palla e su Agudelo. Il tutto accompagnato dalla grande aggressività dei difensori, con Bastoni ad emergere sul centro-sinistra nel duello con Sanabria, in arretramento. Il numero 95 accorcia in avanti, conquista ed imposta. Pacchetto difensivo oltre la linea di centrocampo, dialogo e movimenti alternati tra esterni e mezzali nell’attacco alle zone difese dai terzini supportano il lavoro dei due attaccanti. La densità degli ospiti, ‘costretti’ ad abbassarsi, rappresenta l’ultimo ostacolo per rendere anche il punteggio a favore dei padroni di casa. È la qualità dei singoli, identificabile in primis in un Candreva molto ispirato, a contribuire in questa direzione. L’esterno crea superiorità numerica e distribuisce palloni interessanti. Come quello per Lukaku, perfetto nel deviare di testa oltre Radu, sbloccando il match. È lo stesso attaccante belga, qualche istante dopo, a lavorare di sponda, servendo a Gagliardini il pallone del 2-0. Il punteggio aumenta la fluidità del palleggio nerazzurro, diretto da De Vrij e Borja Valero (con l’uscita di Agudelo sul centrale olandese), e la facilità nel dialogo tra le punte, con Esposito sempre più in partita, attraverso movimenti dentro-fuori e giocate di prima utili a velocizzare ed illuminare il gioco. Di fronte la frenesia genoana, caratterizzata da una costruzione dal basso spesso troppo ‘forzata’. Che soltanto per qualche dettaglio non porta le squadre all’intervallo con un divario nel punteggio ancora più ampio.
SECONDO TEMPO - Al rientro dagli spogliatoi, gli ospiti si dispongono in campo con il 4-2-3-1. Jagiello-Radovanovic davanti alla difesa, con Cassata, Agudelo e Sanabria alle spalle di Pinamonti. Il Genoa è maggiormente imprevedibile, coraggioso e capace di occupare il campo in ampiezza, ma l’inerzia del match non cambia. La trequarti rossoblù, in continuo movimento, limita il dominio di De Vrij, Skriniar e Bastoni. Contribuendo anche ad ‘abbassare’ la posizione, nella fase di attesa, dei ‘quinti’, Candreva e Biraghi. Se da una parte il pressing nerazzurro, caratterizzato sempre dall’alzarsi di Borja Valero sulla regia avversaria (in questa ripresa ‘raddoppiata’), risulta più leggero, dall’altra però aumentano gli spazi per gli uomini di Conte nelle situazioni di ripartenza. Handanovic gestisce i rari pericoli in arrivo dalle sue parti, e l’Inter continua ad affacciarsi pericolosamente nella metà campo e nei pressi della porta difesa da Radu. Controllo del match (e dei suoi ritmi) e forza offensiva raccontano il secondo tempo dei padroni di casa. Lukaku ed Esposito indirizzano e completano le immediate verticalizzazioni, mentre Vecino e Gagliardini trovano spazio in inserimento ai lati di Radovanovic e Jagiello. Il centrocampista polacco lascia spazio al giovanissimo Rovella, qualche istante prima del 3-0. Gaglia guadagna il tiro dal dischetto (lavorando e attaccando sulla catena di destra ospite), Esposito lo trasforma nel gol che chiude il match e che vale la sua prima grande gioia in Serie A. Aprendo a un finale di gara lontano da questioni tattiche e sempre più a tinte nerazzurre. Borja dirige con eleganza il palleggio, Candreva continua ad incidere attraverso iniziative di ottima qualità, entrando dentro al campo e partecipando allo sviluppo finale della manovra. Il numero 87 crea, Lukaku spedisce in porta il pallone del definitivo 4-0. Prima della girandola di cambi che avvicina il match agli ultimi 10’, privi di grande significato in termini di prestazione. Importante è invece il rientro di Sensi, che prende il posto di Gagliardini. Lazaro sostituisce Candreva, mentre Dimarco trova spazio sulla sinistra (fuori Biraghi). Sponda rossoblù, Thiago Motta inserisce Favilli, per Pinamonti, e Cleonise, per Sanabria. La disposizione in campo non cambia, così come il risultato finale. E come il giudizio su una grandissima prima parte di stagione da parte della compagine guidata da Antonio Conte. Tra tantissimi alti, e la speranza di avere più uomini a disposizione nella seconda parte. Con i rientri e il mercato di gennaio alle porte.
Autore: Christopher Nasso / Twitter: @ChrisNasso91
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