Seconda trasferta consecutiva per l’Inter, impegnata sul campo di una Roma reduce da 9 punti nelle ultime 3 partite. Antonio Conte ritrova Barella e Lukaku. Il centrocampista prende il posto di Eriksen, con Brozovic nel ruolo di trequartista. L’attaccante belga parte dalla panchina, con la coppia Lautaro-Sanchez confermata dal 1’. In difesa torna titolare De Vrij, affiancato da Skriniar e Bastoni. Sponda giallorossa, Fonseca conferma il 3-4-2-1: Pellegrini e Mkhitarian alle spalle di Dzeko, Veretout-Diawara in mediana, Bruno Peres e Spinazzola sugli esterni.
PRIMO TEMPO - L’approccio al match delle due squadre apre a una prima frazione molto fisica e intensa, caratterizzata da fasi di non possesso ‘aggressive’ e costruzioni necessariamente a pochi tocchi. Parte più convinta la Roma, maggiormente reattiva sulle seconde palle e con lo sguardo subito rivolto alla metà campo e all’area di rigore nerazzurra una volta in possesso della sfera. Sia quando riconquistata nelle diverse zone di campo, sia su rimessa dal fondo. Sulla costruzione dal basso giallorossa, l’Inter alza Brozovic tra Sanchez e Lautaro, in pressione su Ibanez (centrale della difesa a 3) e Pau Lopez. E i padroni di casa ricorrono alla giocata diretta per Dzeko, seguito a sostegno dalla coppia Pellegrini-Mkhitarian e in ampiezza da Bruno Peres e Spinazzola. In difficoltà con alcuni interpreti, in particolare Ashley Young sulla corsia mancina, gli ospiti riescono comunque a chiudere gli spazi negli ultimi 20 metri, interrompendo le trame offensive degli uomini di Fonseca. Rischiando solo sugli sviluppi di un calcio d’angolo e riuscendo, in una delle primissime situazioni nella metà campo avversaria, a sbloccare il match a proprio vantaggio. Proprio su corner, con De Vrij a deviare in porta il piazzato di Sanchez. La squadra di Antonio Conte cresce in fiducia, continuando a manovrare dal basso e provando a prendere in mano il pallino del gioco. In costruzione, Il triangolo di centrocampo ruota, vedendo spesso Gagliardini vertice basso, con Brozovic e Barella ai suoi lati. Nel tentativo di creare superiorità numerica nei confronti della mediana formata da Veretout e Diawara. Partendo con le mezzali inizialmente larghe per favorire l’uscita nel primo step del palleggio, i nerazzurri riescono diverse volte nell’intento, grazie soprattutto a un Gagliardini molto reattivo e presente all’interno gioco. Sono lo sviluppo in ampiezza e la ricerca della profondità a rimanere soluzioni valide soltanto nelle intenzioni, senza trovare spazio d’esecuzione sul terreno dell’Olimpico. Molto aggressivi con i tre centrali difensivi, i padroni di casa limitano le giocate di un Sanchez vivace, affiancato da un Lautaro sottotono. E sulle corsie esterne, Bruno Peres e Spinazzola vincono i rispettivi duelli. La Roma, sulla pressione nerazzurra, sbaglia diversi appoggi nella prima costruzione, ma è molto determinata e ‘cattiva’ nelle transizioni una volta riconquistata palla. E con la conquista della sfera di Kolarov ai danni di Lautaro - ritenuta regolare dall’arbitro - parte la ripartenza valida il pareggio capitolino. Dzeko lavora di sponda e premia la discesa di Spinazzola, bravo nel mandare le squadre all’intervallo sul punteggio di 1-1.
SECONDO TEMPO - Al rientro dagli spogliatoi, con il nuovo punteggio di parità, non cambiano le chiavi tattiche del match. La Roma ‘osserva’ alta la costruzione dal basso ospite, provando a chiudere le linee di passaggio e preparandosi all’aggressione, sullo sviluppo in ampiezza e sui tentativi di verticalizzazione per Sanchez e Lautaro. E disimpegnandosi in transizioni positive immediatamente rivolte alla porta difesa da Handanovic. L’Inter, un po’ contratta, mantiene la lucidità nel primo step del palleggio, appoggiandosi sui movimenti dei tre centrocampisti, intenti con le rotazioni a creare superiorità numerica in mediana e ad ‘aprire’ la formazione giallorossa, con le mezzali Brozovic e Barella larghe alle spalle dei ‘quinti’. La manovra nerazzurra, anche per meriti di un avversario molto attento e compatto, perde presto in fluidità e verticalità. Non trovando tempi giusti per sorprendere la retroguardia di casa in profondità e fermandosi il più delle volte sulla ricezione spalle alla porta di esterni ed attaccanti (non molto oltre la linea di centrocampo). I diversi errori in situazione di proiezione offensiva aprono alle ripartenze degli uomini di Fonseca, protagonisti di lunghi ‘strappi’ palla al piede utili a ribaltare velocemente l’azione. Scoperti e costretti a scappare all’indietro, gli ospiti diventano vulnerabili. E Mkhitarian e Dzeko, non senza un po’ di fortuna, confezionano il gol del 2-1, completando la rimonta capitolina. I ragazzi di Antonio Conte provano a rituffarsi nella metà campo offensiva, rischiando maggiormente la giocata verticale, ma il leitmotiv del match non cambia. La determinazione di Gagliardini in mezzo al campo e la generosità di Sanchez in zona trequarti non bastano a creare i presupposti per lo sviluppo di una manovra efficace e pericolosa dalle parti di Pau Lopez. Candreva e Young non trovano spazi e spunti nei duelli in ampiezza contro Bruno Peres e Spinazzola, mentre per vie centrali domina l’aggressività dei tre difensori centrali in maglia giallorossa. Nei nerazzurri cambiano gli esterni - entrano Moses e Biraghi - e fa il suo ingresso Lukaku per Lautaro (nella Roma, Cristante sostituisce Diawara). Qualche istante dopo Eriksen prende il posto di Gagliardini, arretrando Brozo. Ma la modifica all’assetto della squadra, Conte lo apporta al minuto 82, con il cambio D’Ambrosio-Bastoni e il passaggio al 4-2-3-1 (Fonseca cambia i trequartisti, dentro Carles Perez e Perotti). Le ultime scelte aprono al forcing finale degli ospiti, con l’episodio del rigore guadagnato da un Moses propositivo e trasformato nel gol del definitivo pareggio da Lukaku. E la Beneamata, al fischio finale, strappa il pass per la prossima Champions League. Prima del finale di campionato. E di affrontare la fase finale dell’Europa League.
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Autore: Christopher Nasso / Twitter: @ChrisNasso91
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