Nel post-gara Gasperini dirà che il cambio tattico non è frutto delle pressioni mediatiche (e interne) ricevute dopo il k.o. di Palermo, anche se è difficile credergli al 100%. Fatto sta che il tecnico contro il Trabzonspor rinuncia alla difesa a tre per passare a quattro, con tre mediani e Sneijder che si posiziona dietro due punte. Questo il posizionamento offensivo, mentre in fase difensiva l’olandese si sposta a sinistra e Zàrate sulla fascia opposta. Per i turchi un ordinato 4-4-2 che tende a diventare 4-4-1-1 con i frequenti ripiegamenti di Altintop in aiuto al centrocampo. Nel primo tempo l’Inter fatica a costruire gioco, soprattutto a destra dove Jonathan ha meno spazi e non trova l’aiuto di Zàrate, più propenso ad accentrarsi, cambiando spesso zona di gioco con Sneijder. Il vero problema del gioco d’attacco però nasce a centrocampo, dove Obi non è particolarmente lucido e il duo argentino Cambiasso-Zanetti deve stare attento alle ripartenze turche per non abbandonare la difesa. Gli ospiti, infatti, sono molto brasi a ripartire e trovano in Zokora un affidabile punto di riferimento in mezzo.

Nella ripresa Gasp sposta Obi sul centrodestra e Zanetti sul centrosinistra ma non ottiene risultati interessanti, anche perché il Trabzonspor sorprendentemente fa la partita. Dopo 10 minuti il tecnico di Grugliasco cambia due giocatori: Obi viene sostituito da Alvarez mentre Milito prende il posto di Pazzini, un po’ a sorpresa considerando la prestazione poco convincente di Zàrate. L’intento dell’allenatore è rendere la squadra più imprevedibile in attacco, ma al di là delle solite fiammate non si vede un granché. La squadra di Gunes serra bene le fila e il cambio Sapara-Alazinho è funzionale alla strategia, così come l’ingresso, al 76’, di Vittek per Paulo Henrique. Il destino vuole che, mentre i turchi badano a chiudersi, riescano a trovare il gol del vantaggio al termine di un’azione rocambolesca e irregolare (fuorigioco di partenza). Da quel momento la lucidità nerazzurra viene ulteriormente meno e l’inserimento di Coutinho al posto di Zàrate sa di mossa della disperazione che non sortisce effetti. Sneijder arretra il raggio d’azione per cercare di servire i compagni davanti, ma i varchi, già scarsi, diminuiscono ancora. Alvarez avanza il proprio baricentro fino a formare una sorta di 4-2-1-3, ma il cambio tattico non produce nulla fino al fischio finale dell’arbitro.


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Sezione: L'angolo tattico / Data: Gio 15 settembre 2011 alle 10:20
Autore: Fabio Costantino
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