Dopo aver riconquistato la testa della classifica, in virtù della sconfitta del Napoli a Bologna e della vittoria dello scorso weekend contro il Genoa, l’Inter torna in campo nell’anticipo serale della sedicesima giornata di serie A allo stadio ‘Friuli’ di Udine, contro i bianconeri di Stefano Colantuono. Roberto Mancini, come spesso capita, riserva sorprese anche in questa gara e lancia dal 1’ Martin Montoya, all’esordio stagionale. Davanti a Samir Handanovic, l’Inter si dispone con un 4-4-2 molto offensivo: difesa formata dal terzino spagnolo a destra, Joao Miranda e Jeison Murillo centrali, Alex Telles a sinistra; Fredy Guarin e Felipe Melo compongono la cerniera di centrocampo, con Ivan Perisic e Adem Ljajic sulle fasce; Mauro Icardi, dopo la panchina della scorsa settimana, ritrova una maglia da titolare, affiancato da Stevan Jovetic. Colantuono sceglie un coperto 3-5-2 con la coppia Di Natale-Thereau in avanti.
PRIMO TEMPO - Primi minuti di gioco intensi, con i friulani subito aggressivi sul portatore di palla nerazzurro. Il grande pressing dei bianconeri non dà sbocchi ai nerazzurri, Jovetic e Icardi ricevono palla sempre spalle alla porta, guardati a vista dai difensori dell’Udinese. Il primo vero pericolo per la porta di Karnezis è al 7’ quando Ljajic illumina per Perisic che dal fondo mette un ottimo rasoterra per Jovetic, il cui piazzato è respinto di piede dal portiere greco. L’Inter soffre soprattutto sulle fasce: Widmer sulla destra ed Edenilson sulla corsia opposta costringono Ljajic e Perisic agli straordinari, arretrando per dar manforte ai due terzini nerazzurri. Il più in difficoltà è sembrato essere Alex Telles, soprattutto a causa delle ottime sovrapposizioni di Iturra che costringono il nerazzurro a un uno contro due. Con il passare dei minuti il pressing asfissiante dell’Udinese si abbassa e i due mediani dell’Inter riescono finalmente a dar il via alla manovra che risulta, via via, più fluida. Il vantaggio nerazzurro arriva al 23’ su un errore in disimpegno di Bruno Fernandes che serve involontariamente Icardi, il quale è freddissimo a battere Karnezis con un diagonale sul secondo palo. Il raddoppio arriva 8’ più tardi: questa volta è Domizzi a lanciare in porta Jovetic che con uno scavetto batte l’incolpevole portiere friulano per la seconda volta. Il vantaggio dà certezze all’Inter e ne toglie agli uomini di Colantuono, che non accorciano più in raddoppio come nei primi minuti di gara e lasciano grandi praterie soprattutto sulle fasce dove i nerazzurri si producono spesso in superiorità numerica. Ottime alcune sortite offensive di Montoya, a suo agio nonostante l’esordio.
SECONDO TEMPO - L’Udinese torna in campo con lo stesso piglio con cui aveva iniziato la prima mezz’ora di gioco. La mediana bianconera gioca il pallone con grande velocità e, complice l’uomo in più a metà campo, fa spesso girare a vuoto i due centrocampisti nerazzurri. Gli esterni continuano a tenere impegnati in fase difensiva Perisic e Ljajic, ma di pericoli concreti alla porta nerazzurra ne arrivano pochi. I nerazzurri provano soprattutto con le ripartenze, spesso accompagnate proprio dall’esterno ex Barcellona, tra i più presenti in fase offensiva. A differenza delle scorse gare, anche Mauro Icardi sembra molto più nel vivo della manovra, abbassandosi in aiuto dei centrocampisti e proteggendo palloni preziosi per far salire la squadra e allentare la pressione bianconera. Al 55’ Colantuono opera il primo cambio inserendo Marquinho per Bruno Fernandes, punto debole del centrocampo friulano; poco più tardi è il turno di Brozovic al posto di Jovetic, per un’Inter che si trasforma in un 4-3-3. Il nuovo modulo favorisce il controllo della gara da parte dei nerazzurri, migliora il possesso del pallone e anche i ritmi si abbassano. Al 70’ Colantuono tenta il tutto per tutto inserendo Perica per Iturra e passando ad uno spregiudicato 3-4-3. L’Inter però amministra bene e i pericoli per la porta difesa da Samir Handanovic giungono solo sui calci piazzati. Al 78’, l’Udinese termina i cambi: fuori Di Natale, pericoloso a tratti, e dentro Aguirre. Risponde Mancini inserendo Juan Jesus per Ljajic e disegnando un 5-3-2, con Murillo-Miranda-Juan Jesus centrali, Montoya e Alex Telles sugli esterni, Brozovic-Melo-Guarin in mediana, Icardi-Perisic in avanti. Con il passare dei minuti l’Udinese sembra mollare la presa e l’Inter trova il 3-0 ancora con Icardi, ancora per un errore della squadra friulana: questa volta è Lodi a sbagliare il retropassaggio e a lanciare l’argentino per un gol spettacolare. Ci pensa Brozovic, con un gol da maestro, a calare il sipario sul ‘Friuli’, due minuti più tardi.
LJAJIC-PERISIC, ‘NO’ PUNTI DI RIFERIMENTO - Per tutto il primo tempo si è assistito a una vera e propria staffetta da parte dei due slavi. Impegnati sulle corsie laterali per contenere i terzini friulani e appoggiare le due punte in fase offensiva, Ljajic e Perisic hanno scambiato la loro posizione in continuazione, con il serbo che aveva anche facoltà di accentrarsi alle spalle di Icardi, mentre il croato rimaneva larghissimo sulla fascia per aprire la difesa bianconera. Nel corso del secondo tempo, invece, l’ex Wolfsburg si è disposto definitivamente sulla destra, mentre Ljajic si è sistemato sulla corsia opposta.
GUARIN-FELIPE MELO, QUALCOSA DA RIVEDERE - Nonostante il netto 4-0, soprattutto nel primo tempo i nerazzurri hanno sofferto a tenere in mano il pallino del gioco. La tendenza della coppia scelta dal Mancio per coprire le spalle ai quattro attaccanti nerazzurri era quella di schiacciarsi troppo a ridosso della difesa, lasciando così al centrocampo bianconero campo libero per giocare il pallone. Con il passare dei minuti, però, il pressing forsennato della mediana di Colantuono è sceso, dando modo a Guarin e Felipe Melo di poter alzare il proprio baricentro allentando la pressione sulla difesa nerazzurra. Con l’ingresso di Brozovic e il passaggio ad un centrocampo a tre, i pericoli sono diminuiti ulteriormente.
MONTOYA ALL’ESORDIO, MA CON PERSONALITA’ - La scelta della serata che ha spiazzato tutti, tifosi e addetti ai lavori, è stata soprattutto quella legata all’esordio del terzino spagnolo, dopo esser stato lasciato per mesi nel dimenticatoio dello spogliatoio nerazzurro. Alla prima da titolare, l’ex Barcellona ha dimostrato di avere ottima personalità, soffrendo poco e nulla sulla propria fascia di competenza e salendo con continuità, e grande qualità. Da maestro i due cross, uno nel primo tempo e uno nel secondo, per Mauro Icardi.
ICARDI, SEI TORNATO - Criticato a più riprese per il mancato apporto alla squadra anche e soprattutto nella gara del ‘San Paolo’, in cui aveva perso nettamente il confronto con Gonzalo Higuain, l’attaccante argentino ha ritrovato fame e ‘gol scudetto’. Designato da Mancini come il capocannoniere indispensabile per arrivare al titolo, il bomber scuola Barcellona ha risposto presente non solo segnando due reti da vero attaccante d’area, ma sacrificandosi moltissimo anche per la squadra in fase di non possesso e in ripartenza.
Autore: Lorenzo Peronaci / Twitter: @lorenzoperonaci
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