Nella penultima a San Siro, in attesa di festeggiare lo Scudetto nel match contro l’Udinese, l’Inter ospita la Roma. Antonio Conte lancia Radu dal 1’. In difesa, spazio al terzetto D’Ambrosio-Ranocchia-Skriniar. Brozo in cabina di regia, Vecino e Barella mezzali, con Darmian e Perisic sugli esterni. Sanchez fa coppia con Lukaku. Sponda giallorossa, Fonseca sceglie il 4-2-3-1: Cristante-Darboe in mediana, Pedro, Pellegrini e Mkhitarian alle spalle di Dzeko. Mancini-Kumbulla al centro della difesa, con Karsdrop e Santon ai lati. Fuzato confermato tra i pali.

PRIMO TEMPO - Contro una Roma, nei primi istanti, molto propositiva nell’atteggiamento, l’Inter si mostra attenta e pronta a mettere in campo le proprie idee. Vincenti. I giallorossi provano a sfruttare Pedro e Mkhitarian, liberi di accentrarsi e svariare tra le linee. I nerazzurri, con i terzini ospiti spesso troppo alti e fuori posizione, ricercano l’ampiezza, dove collaborano mezzala e ‘quinto’. Uscendo con successo dal basso, e manovrando numerosi nella metà campo offensiva, i padroni di casa abbassano il baricentro avversario, arrivando con facilità ad attaccare gli ultimi 16 metri. Sanchez si stacca dall’ultima linea e - al minuto 11’ - riporta la sfera sulla corsia destra per l’ultimo step dell’azione, con Darmian bravo a premiare l’inserimento a sostegno, per vie centrali, di Brozo. E il croato sigla il gol del vantaggio. Gli uomini di Conte gestiscono i ritmi del match, alternando momenti di paziente attesa a una pressione feroce, su costruzione dal basso e accorciando con i difensori in situazioni di palla coperta. Ricercando, recuperata la sfera in zone più o meno avanzate, la verticalizzazione immediata per le due punte, supportate dalle corse di esterni e centrocampisti. Darboe, per una Roma disposta spesso a 3 nella prima nella costruzione, rimane l’unico in supporto a Mancini e Kumbulla. E Lukaku, trovato velocemente da Barella in transizione positiva, domina a campo aperto, premiando l’inserimento a sostegno di Vecino per il 2-0 al 20’. Sul primo palleggio giallorosso, con il giovane regista ad abbbassarsi tra i due difensori centrali, i padroni di casa attendono compatti, pronti a scalare in zona palla. Con la mezzala più vicina ad allargarsi, quella opposta a stringere al fianco di Brozo (a duello con Pellegrini) e i ‘quinti’ a supportare inizialmente D’Ambrosio o Skriniar (a duello con Mkhitarian e Pedro). All’interno di una fase meno intensa, con l’Inter in pieno controllo, arriva la fiammata giallorossa. Dzeko, al minuto 31, è bravo a staccarsi dalla marcatura dei difensori, a farsi trovare tra le linee e servire subito Mkhitarian. Con il numero 77 efficace nell’attaccare lo spazio tra D’Ambrosio e Darmian e concludere in rete. Il finale di primo tempo vede protagonista Sanchez. Il cileno prima illumina una triangolazione nello stretto - a ridosso dell’area avversaria - con la giocata che manda Vecino a tu per tu con Fuzato. Poi, per infortunio, lascia il campo a Lautaro.

SECONDO TEMPO - Al rientro dagli spogliatoi, c’è El Shaarawy al posto di Pedro nella Roma. Il numero 92 si posiziona sulla trequarti mancina, con Mkhitarian a destra. I giallorossi provano ad alzare i ritmi nello sviluppo di trame offensive, attraverso maggior coraggio nelle verticalizzazioni per Dzeko e compagni d’attacco, e sfruttando l’ampiezza con le avanzate dei terzini (Karsdrop più di Santon). I nerazzurri rispondono abbassando i ‘quinti’ nella fase di attesa, compattandosi e creando densità a protezione della propria area. E, alzando la soglia d’attenzione - trascinati da un Ranocchia molto determinato -, resistono alle iniziative avversarie, opponendosi con successo all’ultima giocata, il cross o i tentativi di conclusione dal limite. Faticando, però, nel riaffacciarsi con continuità dalle parti di Fuzato, anche attraverso le solite transizioni veloci e immediatamente verticali. Ben annullate dagli uomini di Fonseca. El Shaarawy e Mkhitarian scalano sul primo sviluppo in ampiezza, muovendosi tra ‘terzo’ centrale e mezzali o ‘quinti’ in appoggio, con terzini e mediani intenti a ripiegare e supportare Mancini e Kumbulla. Lukaku e Lautaro calamitano meno palloni, Barella e Vecino trovano meno varchi negli inserimenti, e l’Inter meno occasioni per far male. L’uruguaiano lascia il posto a Sensi, mentre Hakimi sostituisce Perisic (Darmian a sinistra, Barella sul centro-destra). Per una fase centrale di seconda frazione tatticamente meno ‘bloccata’. La Roma, alimentando la spinta offensiva - spesso manovrando a destra - arriva diverse volte a concludere, anche sfruttando le seconde palle. Concedendosi, tuttavia, ai ribaltamenti di fronte a tinte nerazzurre. Con i centrocampisti a sostegno del lavoro delle punte, e Hakimi subito pericoloso nell’attacco della profondità sulla corsia. Pinamonti e Young prendono il posto di Lautaro e Darmian, mentre Villar sostituisce Cristante. L’andamento del match non cambia, così come il risultato. I padroni di casa, con l’avvicinarsi del fischio finale, lavorano sempre più per i tre punti, lasciando poco campo agli ospiti. E, allo scoccare del recupero (dopo gli ultimi cambi giallorossi; dentro Bruno Peres e Carles Perez per Darboe e Karsdrop), trovano la ripartenza perfetta. Hakimi si invola verso Fuzato e serve a Lukaku il pallone del definitivo 3-1. Che vede la Beneamata continuare a vincere. Con le proprie idee. E con la maturità raggiunta e ormai consolidata. 

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Sezione: Angolo tattico / Data: Gio 13 maggio 2021 alle 16:34
Autore: Christopher Nasso / Twitter: @ChrisNasso91
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