La trentacinquesima giornata di serie A vede l’Inter di scena all’Olimpico di Roma contro la Lazio. I biancocelesti possono approfittare dell’ennesimo passo falso della Roma per tornare nuovamente al secondo posto, mentre l’Inter cerca di rimanere aggrappata al treno Europa League, nonostante le vittorie di Fiorentina e Sampdoria riducano le speranze di qualificazione ad un lumicino.
Classico 4-3-1-2 per Roberto Mancini che schiera Handanovic a difesa della porta interista; D’Ambrosio, Ranocchia, Vidic e Juan Jesus compongono la linea difensiva; i tre di centrocampo sono Guarin, Medel e Kovacic, con il cileno avanti la difesa, il colombiano a destra ed il numero 10 a sinistra; Hernanes confermato alle spalle di Icardi e Palacio.
Stefano Pioli risponde con il consueto 4-2-3-1. Marchetti tra i pali; retroguardia composta Basta, Maurizio, Ciani e Radu; Parolo e Biglia compongono la diga davanti la difesa; alle spalle di Klose agiscono Candreva, sulla destra, Mauri, nel ruolo di trequartista, e Felipe Anderson, a sinistra.
L’avvio della Lazio è arrembante. Per l’Inter è difficile ragionare con il pallone tra i piedi ed impostare il gioco. Il pressing dei biancocelesti è altissimo, la linea difensiva molto alta aiuta il lavoro dei due centrocampisti che mordono immediatamente le caviglie del portatore di palla nerazzurro. Anche Mancini chiede a Ranocchia e compagni di salire con la linea difensiva per accorciare la squadra e chiudere gli spazi, ma dopo 10’ la squadra di Pioli trova il vantaggio. E’ proprio una ripartenza di Felipe Anderson sull’out mancino a propiziare la rete biancoceleste. Bruciato D’Ambrosio, il brasiliano appoggia dietro per l’inserimento di Candreva che trova il tap-in vincente.
L’Inter prova la reazione. Biglia e Parolo non riescono a prendere le misure ad Hernanes, bravissimo ad alzarsi sulla linea degli attaccanti e a far sua ogni palla corta in uscita dalla difesa biancoceleste. Proprio da un suo assist l’Inter potrebbe trovare il pareggio, ma Icardi spreca clamorosamente. La gara è apertissima. Dopo il vantaggio la Lazio aspetta i nerazzurri nella propria metà campo per poi ripartire con contropiede brucianti: prima Candreva, poi Parolo divorano il 2-0.
Al 24’ arriva la svolta dell’incontro. Palacio, imbeccato ottimamente da Kovacic, viene atterrato a pochi centimetri dall’area di rigore. Massa non ha dubbi ed espelle Mauricio per chiara occasione da rete. Stefano Pioli non ha nemmeno il tempo di riassestare la squadra che sulla punizione seguente Hernanes trova il pareggio con una conclusione chirurgica.
A questo punto arriva il primo cambio del tecnico laziale che sostituisce Mauri per Braafheid. L’olandese si dispone a sinistra della difesa a 4 con Radu che scala al centro. Anche Candreva e Felipe Anderson si abbassano sulla linea dei centrocampisti, per un 4-4-1 che vede il solo Klose riferimento offensivo.
Al contrario di Udine, l’Inter gestisce egregiamente l’uomo in più. Buon possesso palla quello mostrato dai nerazzurri, con i tre uomini offensivi che a turno escono dalla zona calda per l’inserimento dei compagni di reparto, di Guarin e di Kovacic. D’Ambrosio e Juan Jesus spingono meno del solito, preoccupati dalle possibili – ma rare – ripartenze di Candreva e Felipe Anderson.
Il secondo tempo si apre con una sostituzione anche per Roberto Mancini. Fredy Guarin, uscito dolorante al termine della prima frazione, viene sostituito da Lukas Podolski. Chiaro il diktat del Mancio, che vuole sfruttare le corsie laterali per allargare le maglie biancocelesti e trovare lo spiraglio giusto per colpire. Il 4-2-3-1 del secondo tempo vede Medel e Kovacic in mediana, Poldi a destra, Hernanes dietro Icardi e Palacio a sinistra.
E’ sempre l’Inter ad avere in mano il pallino del gioco, ma i tre uomini offensivi della Lazio sulle ripartenze sono pericolosissimi. Klose ha sul piede la palla del 2-1 dopo un ottimo recupero di Felipe Anderson, ma Handanovic compie il miracolo e chiude la porta al tedesco. L’uomo più pericoloso dei nerazzurri è Hernanes. Intorno al quarto d’ora è proprio un’imbucata del brasiliano a mettere Icardi solo davanti a Marchetti. L’argentino anticipa il portiere che ricorre al fallo: cartellino rosso e calcio di rigore per l’Inter. Pioli sostituisce Klose per far posto a Berisha che appena entrato neutralizza il rigore calciato da Maurito e tiene viva la Lazio.
I nerazzurri continuano ad attaccare e Mancini opta per la spinta di Nagatomo al posto di D’Ambrosio. Il giapponese dà vivacità sulla corsia di destra, offrendo sempre il suo appoggio a Podolski. E’ difficile trovare spazi, però. La Lazio è praticamente tutta dietro la linea del pallone con il suo 4-4-0 e non lascia sbocchi all’Inter, costretta al solito fraseggio sterile.
A 15’ dal termine, Pioli prova ad alzare il baricentro della sua squadra inserendo Keita come riferimento offensivo per uno stremato Candreva, bravissimo nel corso del secondo tempo, nel far salire la squadra e ad offrire respiro alla retroguardia laziale. Nonostante la doppia inferiorità, la Lazio non rinuncia ad attaccare. Si rivela un errore però, perché in contropiede l’Inter ha finalmente il varco giusto per colpire. E’ Kovacic a servire ottimamente il Profeta, implacabile sotto porta per il definitivo 2-1.
I biancocelesti si riversano in attacco con la forza della disperazione, ma Ranocchia e compagni gestiscono bene il vantaggio – numerico e di gol – per portare a casa una vittoria importantissima in chiave Europa League.
Il percorso di crescita della squadra nerazzurra continua. Hernanes, dopo gli infortuni che ne hanno limitato l’impiego nei mesi precedenti, sembra aver ritrovato lo smalto dei tempi migliori. Palacio e Kovacic sembrano rinfrancati dalle prestazioni del brasiliano. Soprattutto il croato gioca una gara intelligente, smistando palloni a destra e a manca e diventando finalmente decisivo con le sue imbucate nelle fasi chiave del match. In difesa si balla ancora, ma il tipo di gioco richiesto da Mancini – che chiede una difesa molto alta ed un insistente possesso palla – espone inevitabilmente la squadra a questi rischi.
La doppia superiorità numerica, con cui spesso l’Inter si trova a giocare in queste ultime gare, non è un dato da sottovalutare. E’ segno – infatti – di un’ottima chiave di lettura del tecnico interista e di una buona messa in pratica della squadra che riesce a sfruttare le debolezze dell’avversario. Questa sera, i nerazzurri sono stati abili a giocare sul filo del fuorigioco dell’altissima – e poco attenta – difesa laziale, mettendone in evidenza numerosi limiti.
La direzione intrapresa è quella giusta. Una buona fila di risultati positivi e due 'grandi' squadre sconfitte nelle ultime 4 giornate. Che si riveda, dopo anni di oblio, finalmente la luce?
Autore: Lorenzo Peronaci / Twitter: @lorenzoperonaci
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