Se l’Inter ha ottenuto qualificazione e vittoria a Londra è anche merito dell’impostazione tattica scelta da Mourinho. In pochi avevano fiducia in uno schieramento offensivo con Sneijder e tre attaccanti, invece il tecnico portoghese, per evitare di farsi schiacciare e limitarsi a contenere gli assalti dei Blues, ha optato per una squadra che giocasse a viso aperto, costringendo l’avversario a badare anche alla fase difensiva. Una mossa che ha spiazzato, come ammesso da lui stesso a fine gara, Carlo Ancelotti. La strategia di Mourinho però non va considerata avventata, per il semplice fatto che i tre attaccanti, al momento delle ripartenze del Chelsea, sono diventati i primi difensori dell’undici nerazzurro. Milito si è sacrificato molto andando persino a pressare Turnbull durante il suoi rinvii, poi Pandev ed Eto’o sono stati bravissimi garantendo il primo assalto ai portatori di palla inglesi. In pratica, in ogni zona del campo, con i Blues in possesso di palla, si creavano delle gabbie intorno al giocatore di turno, il quale faticava a trovare soluzioni verticali e si vedeva costretto a cercare la giocata più semplice. Anche questo ha consentito a Lucio e Samuel di respingere ogni assalto proveniente dalle retrovie, perché reso prevedibile o, quanto meno, complicato dal lavoro di attaccanti e centrocampisti.

Un 4-2-3-1 equilibrato, dunque, che ha coinvolto nella fase difensiva tutti i giocatori, ma il fatto di avere tanti elementi offensivi assicurava a Mourinho ripartenze pericolose e, soprattutto, una serena e sicura gestione del pallone nel momento di maggiore stanchezza del Chelsea, così com’è stato nel secondo tempo. Poi, con Sneijder libero di giocare a tutto campo (per nulla imbrigliato da Ancelotti), il contropiede è stata una naturale conseguenza dell’ottima organizzazione difensiva. Non è un caso se le migliori opportunità da gol l’Inter le abbia create sul filo del fuorigioco, grazie a magnifiche intuizioni dell’olandese. Il Chelsea, invece, si è intestardito ad attaccare centralmente, ma raramente Drogba è stato servito a dovere, soffocato dalle belle chiusure dei centrali difensivi nerazzuri e dal buon lavoro in copertura del duo Cambiasso-Thiago Motta, bravi a interdire e a far ripartire il gioco d’attacco. Insomma, una tattica perfetta, l’unica che avrebbe potuto permettere alla squadra di qualificarsi senza farsi schiacciare dal Chelsea, che sul suo campo non fatica a mettere sotto l’avversario. Merito quindi dello spirito di sacrificio di tutti i giocatori, dal primo all’ultimo.

Sezione: L'angolo tattico / Data: Mer 17 marzo 2010 alle 10:40
Autore: Fabio Costantino
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