La prima Inter del 2018 scende in campo a Firenze con una grossa novità di formazione: per la prima volta panchina per Candreva, al suo posto gioca Joao Mario. Borja Valero agisce alle spalle di Icardi, con Gagliardini e Vecino in mediana. Dietro Ranocchia confermato centrale, Cancelo fa il terzino destro mentre Santon viene preferito a Nagatomo a sinistra. Nella Fiorentina Simeone guida l'attacco con Thereau e Chiesa.
PRIMO TEMPO - La scelta di Spalletti di puntare su Joao Mario esterno ha le sue motivazione nella volontà di stringere e allargare il campo a seconda delle fasi di partita, andando contro corrente rispetto a quello che solitamente è il modo di interpretare le partite della squadra nerazzurra. Joao Mario infatti rispetto a Candreva tende ad accentrarsi maggiormente, lasciando spazio a Cancelo di spingere. Il numero 7 infatti fin dai primi minuti mostra un buon piglio, non avendo mai paura di affrontare l'uomo: paga però uno spessore fisico ancora non all'altezza della Serie A. La partita è subito molto intensa e, al tempo stesso, decisamente bassa a livello tecnico. Entrambe le squadre si macchiano di continui errori di misura che contribuiscono a rendere ancora più confusionaria la partita. L'Inter fatica a ragionare, quando costruisce l'azione da dietro soffre il pressing alto della Fiorentina: Pioli, ad esempio, chiede a Benassi di andare a pressare subito Santon, chiaramente l'elemento più in difficoltà a livello tecnico. L'Inter così cerca di portare avanti un possesso palla che è più difensivo che offensivo, cercando di controllare il pallone per limitare la foga della Fiorentina, che quando può riparte con tenacia grazie alla corsa di Chiesa. L'Inter soffre soprattutto le imbucate centrali, quando Simeone o Chiesa sono bravi a venire dentro il campo per ricevere palla in quella terra di mezzo tra i centrali nerazzurri e i due mediani. I padroni di casa però sbagliano sempre la misura dell'ultimo passaggio, confermando quella che non è una bella partita dal punto di vista calcistico. Lo è invece da quello agonistico: i 22 giocatori mettono molta intensità su ogni pallone. Senza vere e proprie occasioni finisce il primo tempo.
SECONDO TEMPO - Nella ripresa l'Inter inizia con maggiore brillantezza, anche se presto il copione ritorna ed essere quello del primo tempo. In particolar modo dopo il vantaggio nerazzurro, che arriva ancora una volta grazie alla maestria in area di rigore di Icardi, a cui basta davvero mezza palla per fare gol. Dopo il vantaggio, l'Inter abbassa ulteriormente il proprio baricentro, aspettando la Fiorentina per poi cercare di andare a rete in contropiede. La squadra di casa prende quindi il possesso del gioco, anche se stenta a creare buone occasioni da gol. Pioli prova ad aumentare il proprio peso offensivo inserendo Eysseric, Spalletti risponde con Dalbert per Joao Mario, con Cancelo alto a destra e Santon che cambia fascia di competenza. La mossa di Spalletti è simile a quella fatta contro la Juvenuts, anche in questa occasione il brasiliano soffre molto Chiesa, chiaramente il più in palla degli avversari. L'ingresso di Babacar alza ulteriormente la pressione della Fiorentina, mentre l'Inter entra in emergenza perdendo anche Ranocchia e finendo la partita con Santon centrale di difesa. Quando entra Candreva, al posto di Cancelo, il contropiede interista assume un aspetto più pericoloso, tanto che l'italiano arriva da solo davanti a Sportiello ma tarda il tiro. L'Inter spesso è timida in fase di ripartenza, nessuno prova la giocata più complicata che possa rompere le linee difensive degli avversari: vince sempre il timore di sbagliare e di subire la ripartenza invece di provare a vincere la partita. Nel finale arriva il pareggio di Simenone che ha l'aspetto di beffa per il modo (azione confusionaria) e per il minutaggio (recupero), ma la sostanza dice che i viola non avrebbero mai meritato di uscire sconfitti dal Franchi. La squadra di Spalletti continua nel suo percorso difficoltoso, anche se sarebbe ingiusto accusare i giocatori di scarso impegno. La squadra quando sta in campo prova a dare il massimo, ma al momento i nerazzurri sono questi e hanno bisogno di ritrovare quel superpotere che sembravano avere fino a qualche settimana fa.
Autore: Matteo Serra / Twitter: @MattSerra5
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