Ranieri, privo di Sneijder, propone Coutinho ma a sorpresa non lo piazza dietro le punte Milito-Pazzini, bensì gli affida il ruolo di ala sinistra di centrocampo. Compito che il brasiliano svolge ottimamente soprattutto quando si accentra e alza la testa, cercando gli inserimenti dei compagni (il gol ma non solo nasce da una giocata di questo genere). Delio Rossi risponde con un 4-4-1-1, con Ljajc a supporto di Gilardino, chiedendo ai suoi un'attenta copertura soprattutto sulle fasce. È proprio lì che i viola bloccano l'attacco nerazzurro, con De Silvestri-Munari a destra e Pasqual-Vargas a sinistra bravi a frenare i tentativi nerazzurri. I quali rendono al meglio quando velocizzano l'azione e cercano le verticalizzazioni, altrimenti restano impantanati contro l'organizzazione tattica toscana. Natali (tranne nell'occasione dell'1-0) e Gamberini non danno infatti fiato rispettivamente a Pazzini e Milito, seguendoli ovunque, mentre Behrami è bravissimo nella doppia fase. In altre parole, quando la Fiorentina ha il tempo di sistemarsi dietro non concede nulla alle avanzate interiste, patendo solo le iniziative centrali. La coppia Milito-Pazzini, in tal senso, dà una grossa mano alla difesa di Rossi, perché tende alla staticità e non ha nelle proprie corde il guizzo che apre le scatole. Non è un caso dunque se è con le iniziative fuori dagli schemi di Coutinho che l'Inter si rende maggiormente insidiosa.

Nella ripresa, dopo la rete del 2-0, Rossi prova a dare freschezza al centrocampo inserendo il giovane Salifu (buona prova per questo 18enne) e passando a una sorta di 4-3-3 con Vargas largo a sinistra in posizione più avanzata. La replica di Ranieri è Muntari al posto di Coutinho, con il 4-4-2 confermato, un po' meno creativo ma più solido (non cambia nulla tatticamente neanche dopo le sostituzioni Milito-Zarate, Silva-Ljajc e Kharja-Lazzari). Nel finale è la Fiorentina, giustamente, ad alzare il baricentro ma i vari tentativi di pescare Silva e Gilardino in area vengono puntualmente frustrati dai centrali nerazzurri. Anzi, è l'Inter che sfiora due volte clamorosamente la terza rete, in contropiede e giocando spesso e volentieri il pallone di prima o al massimo a due tocchi.

Sezione: L'angolo tattico / Data: Dom 11 dicembre 2011 alle 07:11
Autore: Fabio Costantino
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