Un punto nelle ultime due partite e meno 10 dal Milan che martedì ha centrato l'allungo momentaneo superando il Torino, l'Inter vuole lasciarsi alle spalle le polemiche seguite all'1-1 del derby d'Italia e avvicinarsi ai cugini battendo l'Empoli al Castellani, con i toscani reduci dalla vittoria per 2-4 in casa della Salernitana ma anche da 7 sconfitte negli ultimi 7 precedenti contro i milanesi. Inzaghi squalificato è sostituito in panchina dal vice storico Farris: primi minuti da titolari nel 3-5-2 nerazzurro sia per D'Ambrosio che per Sanchez, con Skriniar e Dzeko che partono dalla panchina. Sulle fasce confermato a destra Darmian, mentre a sinistra Dimarco fa rifiatare Perisic, in mezzo torna Gagliardini al posto di Calhanoglu. Andreazzoli risponde confermando il 4-3-1-2: a centrocampo gioca Zurkowski con Ricci e Bandinelli, davanti Bajrami è schierato alle spalle del tandem formato da Cutrone e Pinamonti.

Sanchez gravita attorno a Lautaro che senza Dzeko agisce da punto di riferimento offensivo, dall'altra parte l'Empoli inizia la partita con un atteggiamento propositivo e il pressing alto che blocca sul nascere la manovra dell'Inter. Con il passare dei minuti i nerazzurri guadagnano comunque il controllo dei giochi, ma quando arrivano sulla trequarti devono fare i conti con l'affiatata mediana a tre dei toscani che agisce da filtro davanti alla difesa. Sull'altro fronte, invece, Cutrone e Pinamonti offrono la profondità alla loro squadra nel tentativo di pungere Handanovic, ma D'Ambrosio, De Vrij e Bastoni fanno sempre buona guardia. Luperto a volte è avventato nella marcatura a uomo su Sanchez, che infatti ha un altro passo e al 29' costringe il difensore alla trattenuta che gli costa il giallo, stesso provvedimento sul fronte opposto per De Vrij che nell'anticipo su Cutrone sbaglia il controllo e tocca il pallone con la mano.

Al 34' l'Inter aumenta giri e volume dentro l'area di rigore dei toscani: D'Ambrosio ha ereditato da Skriniar posizione e licenza di offendere, così prima soffia palla a Pinamonti e può subito catapultarsi in area, Sanchez gli fa da sponda pennellandogli un pallone con i giri contati mentre il 33 nello slancio salta più in alto di Luperto e la piazza all'angolino dove Vicario non può arrivarci. L'Empoli è colto di sorpresa dall'azione di ripartenza con lo scambio veloce e lucido tra Sanchez e D'Ambrosio, il cui inserimento è agevolato anche dalla larghissima posizione a destra di Darmian che tiene impegnata in ampiezza la retroguardia dei toscani. Allo stesso modo sul lato opposto è Dimarco ad avere il compito di agire come una vera e propria spina nel fianco destro della difesa di casa, così sul finire di primo tempo lascia il corridoio sul centrosinistra a Bastoni che vede lo scatto sulla profondità di Sanchez, ma il cileno messo davanti a Vicario è sfortunato nel controllo. Ci sarà anche il tempo per un'ulteriore chance di testa per Lautaro, pescato ancora dal cross dal fondo di Dimarco, ma l'incornata del Toro è debole e si spegne fra le braccia di vicario.

Nessun cambio alla ripresa, ma al 54' Ricci si fa espellere dopo l'entrata killer ai danni di Barella e costringe Andreazzoli a variare inevitabilmente l'assetto tattico. Tre minuti dopo infatti Haas entra al posto di Bajrami e si sistema in mezzo a centrocampo nel nuovo 4-3-2, con Zurkowski e Bandinelli ai lati. Dalla fascia destra piovono ancora i maggiori pericoli per l'Empoli: prima Gagliardini di testa centra il palo su cross di Darmian, poi Lautaro innescato da Barella schiaccia a botta sicura trovando in risposta il miracolo di Vicario, in entrambe le occasioni è Ismajli a perdersi le marcature lasciandosi beffare alle spalle. Il terzo tentativo al 67' è di Dimarco che però non concede chance al portiere dei toscani: Lautaro, già impegnato per tutta la partita nel classico compito da boa che avvantaggia le avanzate dei compagni, catalizza a sé due maglie avversarie, sfonda le ultime resistenze sulla destra e mette in mezzo un pallone tagliato che attraversa l'area piccola, sul secondo palo l'esterno nerazzurro sbuca da dietro a Stojanovic (ma dentro ci sono anche Darmian, Sanchez e Gagliardini) e col mancino mette la firma sul 2-0.

A 20 minuti dal termine girandola di cambi da una parte e dall'altra: nei padroni di casa triplo ingresso con Asllani, Mancuso ed Henderson che prendono il posto di Zurkowski, Cutrone e Bandinelli, Farris manda in campo Correa e Vecino richiamando in panchina Sanchez e Brozovic, qualche minuto dopo è il turno di Kolarov che rileva De Vrij, mentre nei minuti finali c'è anche spazio da una parte per Fiamozzi (fuori Stojanovic), dall'altra per Dzeko e Sensi che subentrano a Lautaro e Gagliardini. L'Inter chiude in scioltezza andando anche più volte vicinissima al terzo gol (annullati per fallo di mano e fuorigioco le reti di Gagliardini prima del cambio e poi di Sensi), sarebbe stato più che meritato se si considerano i 9 tiri nello specchio dei 21 complessivi e il 67% del possesso palla nei 90'. Numeri di una partita dominata dalla squadra di Inzaghi, che sale comunque a 26 gol segnati in 10 match. Ovviamente il dato più importante sono i punti: 21 quelli conquistati nelle 10 giornate, distacco diminuito a meno 7 dal Milan in attesa di Bologna-Napoli, con l'allungo a più 6 sulla Juve settima perché sconfitta in casa dal Sassuolo, mentre rimane invariato il vantaggio sulle vincenti Roma (più 2), Atalanta (più 3) e Lazio (più 4).
Sezione: Angolo tattico / Data: Gio 28 ottobre 2021 alle 17:14
Autore: Daniele Alfieri
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