Era un derby con molte incognite: la curiosità di vedere la prima Inter di Stefano Pioli, il Milan chiamato alla prova del nove per essere definitivamente considerato una grande squadra. Ne esce un 2-2 che a livello di risultato non scontenta nessuno, anche se l'Inter si può rammaricare per avere sostanzialmente sempre controllato il gioco, mentre al Milan il pareggio a tempo quasi scaduto non può che andare di traverso.
PRIMO TEMPO INTER, GOL MILAN - Pioli schiera la squadra con un 4-2-3-1 inedito nei suoi interpreti: Kondogbia gioca in mediana con Brozovic, Joao Mario agisce alle spalle di Icardi. In difesa c'è Medel al fianco di Miranda, con Murillo in panchina. I terzini sono Ansaldi e D'Ambrosio: la scelta del l'ex Torino è dovuta al fatto che su quella fascia, ovvero la destra, nel Milan gioca Niang, il calciatore più abile negli strappi decisivi e per questo Pioli sceglie il suo terzino più abile nella marcatura. Nel Milan non ci sono sorprese: Montella conferma la squadra che bene ha fatto fin qui, con la sola eccezione di Gustavo Gomez al posto dell'infortunato Romagnoli. Le novità tattiche di Pioli sono sostanzialmente due, una in fase offensiva e una in fase difensiva. Al Milan piace molto iniziare l'azione con i difensori, cercando di costruire la manovra con la palla a terra. Né Paletta né Gustavo Gomez però hanno piedi particolarmente educati, e per questo Pioli dà indicazione a Icardi e Joao Mario di andare in pressione sui centrali avversari, che quindi vanno in difficoltà e devono spesso saltare il centrocampo e servire direttamente, con lanci lunghi, Bacca, che però soffre quando riceve la palla spalle alla porta. Joao Mario deve limitare Locatelli, ma con il compito di alzare la propria posizione nel pressing, diligentemente aiutato da Kondogbia e Perisic, che sono abili ad accompagnarlo e a scalare sui centrocampisti avversari. In fase di possesso palla invece, Candreva si accentra per lasciare spazio a D'Ambrosio, mentre Perisic resta spesso e volentieri largo a cercare la profondità. Anche questa è una scelta di Pioli ben ragionata: De Sciglio spinge poco e quindi è più difficile attaccarlo alle spalle, per questo Candreva rientra e cerca spesso il tiro. Abate invece è più portato alla fase offensiva, ed ecco che qui nasce lo spazio, nella zona di campo che lascia scoperta, per Perisic, che non a caso nella prima mezz'ora ha due nitide occasioni da gol che spreca malamente. L'Inter va forte e fa bene, ma a passare in vantaggio è il Milan che è abile a sfruttare il centropiede con Suso. Tra i nerazzurri non sbaglia un singolo ma tutta la squadra, perché Kondogbia deve mantenere la posizione e non farsi attirare dal pallone, dato che già Brozovic era molto alto. Murillo può accorciare prima sul portatore di palla, e infine Ansaldi è troppo passivo su Suso, che comunque fa un grande gol.
PAREGGIO GIUSTO - Nel secondo tempo l'Inter parte con meno intensità della prima frazione. E' il Milan che ha maggiore lucidità e sembra poter prendere il controllo della gara. Ma proprio il quel momento la squadra di Montella si addormenta su un fallo laterale, e Candreva può liberare il suo tiro e firmare l'1-1. E' un gol che rimette in carreggiata l'Inter, che riprende a controllare il campo, anche se non riesce ad avere lo stesso ritmo del primo tempo. Il possesso palla è più compassato e macchinoso, soprattutto quando la sfera passa dai piedi di Kondogbia, sempre troppo lento di testa per giostrare adeguatamente la manovra dell'Inter. Ancora una volta però la squadra di Pioli si dimostra molto fragile nella transizione difensiva: basta una palla in verticale per tagliare fuori totalmente il centrocampo, Murillo è troppo morbido su Bacca e Miranda dimostra tutto il peso dell'età quando rimane piantato sulle gambe dopo la finta di Suso, che per una volta va sul destro. E' un gol che fa male all'Inter, che però continua a mentere il possesso del gioco. Montella inserisce Mati Fernandez per avere maggiore qualità e controllare di più il gioco, ma i nerazzurri alzano la pressione, spinti dalla voglia di pareggiare più che da un preciso piano tattico. Pioli si affida a Jovetic, che ancora una volta però spreca l'occasione e si dimostra inconcludente. Non pervenuto Icardi, che getta al vento due palle gol ottime e non entra mai nel gioco: il capitano vuole sempre la palla addosso, tra i piedi, per sfruttare la sua capacità di aggirare il difensore avversario usando il corpo. I milanisti però sono forti fisicamente e lo controllano bene, non dandogli mai quell'appoggio che l'argentino è bravissimo a sfruttare a proprio vantaggio. Pioli sa che questo è un aspetto su cui bisogna molto migliorare per rendere Icardi un attaccante a tutto tondo. Nel finale su azione d'angolo Locatelli perde Perisic che è bravo a sfruttare la sponda di Murillo e firmare il 2-2. Nel complesso il risultato è giusto, anche se l'Inter ha molto su cui lavorare. Il secondo gol preso, come anche il primo, sono figli di errori grossolani di posizione che giocatori di un certo livello non posso permettersi. Kondogbia deve accelerare di tre-quattro marce la velocità di pensiero per giocare con Brozovic, che deve entrare nell'ottica di sacrificarsi di più, proprio come Joao Mario, che ha il dovere inoltre di dare maggiore qualità alla manovra. Il croato è protagonista di una partita molto negativa in fase difensiva, si fa sempre trovare fuori posizione e dimostra di non essere ancora pronto mentalmente per giocare in un centrocampo a due di questo tipo. Il tutto con Banega in panchina. Come lo stesso Pioli ha sottolineato, si sono viste molte cose positive ma anche tante negative. Su quelle bisogna lavorare molto sodo per uscire dalla mediocrità di questa stagione.
Autore: Matteo Serra / Twitter: @MattSerra5
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