In questi casi l’espressione ‘Bicchiere mezzo pieno’ e ‘bicchiere mezzo vuoto’, calza a pennello. Il primo ‘bicchiere’ è bianconero: la squadra di Gigi Delneri ha sofferto, ad inizio gara, la pressione nerazzurra, ma poi si è pian piano riorganizzata, andando a raddoppiare sistematicamente le fasce, bloccando alla perfezione Maicon, rinunciando alla spinta sulla sinistra di Martinez, ed inserendo un mediano, Marchisio, a guardia del Colosso, e sfruttando in ripartenza la velocità di Krasic, Quagliarella e Iaquinta. Un plauso (meritato, non c’è che dire) all’impostazione tattica di Delneri, che non ha voluto esporre la sua Juventus al fuoco diretto della maggior classe interista. Mezzo vuoto per l’Inter: la squadra di Benitez ha prodotto tanto gioco, specie in velocità con Sneijder e Coutinho, senza considerare il solo Eto’o che salta quattro avversari alla volta, ma ha peccato di precisione davanti a Storari, con Milito che una volta cicca da due passi e la seconda non riesce a spedire dentro, dopo uno stop fenomenale.

SOLO CONFERME PER L’INTER. MARTINEZ NO, MARCHISIO SI – Benitez conferma l’undici che mercoledì ha surclassato il Werder Brema. Delneri lascia fuori Amauri e scegli la coppia Iaquinta-Quagliarella in avanti, promuovendo titolare Aquilani al fianco di Melo e inserendo sulla sinistra Marchisio, nella speranza di limitare le avanzate di Maicon. I nerazzurri premono sull’acceleratore nei primi minuti, schiacciando la retroguardia bianconera nella propria trequarti. Eto’o è incontenibile, Sneijder e Coutinho duettano bene, ma manca l’ultima zampata, che non ferisce la Juventus. Benitez perde già Biabiany e mette dentro Milito, rispolverando Eto’o come ala sinistra. Il camerunese non cambia il suo rendimento ed è l’uomo più pericoloso dell’Inter, capace di saltare quattro avversari in contemporanea. Delneri apporta i suoi correttivi e la Juve esce dal suo guscio, grazie per lo più alle ripartenze dove Milos Krasic la fa da padrone. E’ lui l’uomo più pericoloso dei bianconeri e Julio Cesar deve sfoderare tutto il suo talento. A conferma della scarsa lucidità nerazzurra sotto porta arriva l’errore di Milito, che non gira dentro un cross al bacio di Eto’o.

SECONDO TEMPO DI EMOZIONI – Il secondo tempo sembra essere un replay del primo, con l’Inter che ha il pallino del gioco in mano e la Juve ad agire di rimessa. I nerazzurri peccano ancora di lucidità davanti a Storari. Maicon non riesce a girare di tesa da due passi dall’ex portiere della Sampdoria. Ed ancora Milito non trova il bersaglio grosso, da due passi, su un pallone delizioso recapitatogli da Cambiasso. La Juve però si dimostra più pericolosa: Krasic fa tutto bene, in azione individuale, ma Julio Cesar si conferma numero uno, anche quando ipnotizza Quagliarella, lanciato da un errore di Stankovic. I nerazzurri, che hanno perso Cordoba, ritrovano però Davide Santon, che con la solita disinvoltura non si lascia spaventare da Krasic. Delneri inserisce Del Piero, sperando in una delle sue giocate da fuoriclasse, e Sissoko al posto di Aquilani, rinunciando alla costruzione del gioco per compattare la fase di contenimento. L’Inter si accontenta e non affonda i colpi. Preoccupa, comunque il fatto che se non segna Eto’ si resta secco.

Bisognerà lavorare molto ancora prima di raggiungere i livelli di un tempo, recuperare uomini importanti come il Principe Milito e Maicon ancora in ritardo di condizione e trovare quella continuità di risultati, da sempre elemento caratterizzante dell’Inter delle ultime stagioni.

 

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Sezione: L'angolo tattico / Data: Lun 04 ottobre 2010 alle 11:18
Autore: Alberto Casavecchia
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