Guai a mettere in discussione la serietà di questa Inter. Guai a dubitare del fatto che Simone Inzaghi accetti di perdere scientemente. Dopo Reggio Emilia se ne sono dette e lette tante sull'Inter fresca di Scudetto e di seconda stella, anche parecchi tifosi hanno accolto piuttosto male la sconfitta contro il Sassuolo, come se fose arrivata senza colpo ferire. Indubbiamente al Mapei Stadium la prestazione non ha reso affatto onore al percorso straordinario dei nerazzurri in campionato, non si va troppo distanti dall'obiettivo affermando che l'Inter di sabato scorso ha poco a che vedere con quella vista nelle restanti partite. Però sostenere che abbia deciso di regalare punti al pericolante Sassuolo è grave, perché a volte basta etichettare certe serate come storte e prive di mordente, tipiche del post sbornia. 

Ieri sera allo Stirpe è stato il malcapitato Frosinone la vittima sacrificale della reazione nerazzurra alle polemiche. Il 5-0 finale è molto, forse troppo severo alla luce della prestazione dei ciociari che hanno provato a mettere in difficoltà il più quotato avversario, senza però riuscire a trovare il guizzo giusto. Evento accaduto però nell'altra metà campo con il solito Davide Frattesi, un avvoltoio nelle aree di rigori avversarie. L'Inter non è stata brillantissima, perché l'ebbrezza della felicità è ancora un po' in circolo, ma ha saputo spostare verso la propria direzione gli episodi creando un po' alla volta il solco con il Frosinone. Che nel finale, causa anche un baricentro troppo alto, ha scoperto il fianco alle ripartenze letali nerazzurre. In bocca al lupo ai ragazzi di Di Francesco, senza rancore: non c'era nulla di personale, solo la volontà di ribadire la forza dei campioni d'Italia dopo una serata di basso profilo.

Inzaghi ha più di una ragione per essere soddisfatto, perché ha ritrovato la macchina da gol da lui forgiata pur continuando a dare spazio a chi ha giocato meno. E la scelta stavolta ha pagato dividendi, perché se la Thu-La ha finalmente timbrato in coppia il cartellino (Lautaro ne aveva parecchio bisogno), le reti di Frattesi, Arnautovic e del tanto atteso Buchanan arrivano tecnicamente dalla panchina. A questo si aggiongono le buone prove di Asllani, Bisseck e Carlos Augusto, altri giocatori che solitamente non figurano nell'undici tipo dell'Inter ma che hanno fornito, nel corso della stagione, un contributo preziosissimo alla causa. E nel finale spazio anche a Klaassen e al redivivo Sensi, perché tutti devono sentirsi coinvolti.

Menzione speciale proprio per il canadese. Oltre a scoprire finalmente perché Inzaghi lo schiera a sinistra, il tifoso interista ha potuto godersi appieno una delle giocate per cui la società lo ha portato a Milano. Uno contro uno, pallone spostato sul destro e calciato in buca d'angolo. Non solo il primo, indimenticabile a prescindere, gol con la maglia nerazzurra, ma anche una rete di pregevole fattura nella speranza che sia solo la prima di tante. Provocazione finale: se gli uomini mercato non riuscissero a regalare all'allenatore un attaccante veloce e bravo nel dribbling, che mancherà al reparto offensivo della nuova stagione per come è stato finora costruito, perché non pensare di trasformare TJ in una seconda punta? Il Demone saprebbe esattamente cosa fare. Sfida lanciata.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 11 maggio 2024 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino
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