"Gentile Redazione,
la 13.ma giornata di A ha fatto sparire dalla classifica 3 delle ultime 4 caselle rimaste ancora a “0” negli score delle varie squadre e così sono uscite insieme le prime “X” per Bologna, Fiorentina e Lazio. Peccato per la mancata prima vittoria del Verona, ma contro un Napoli del genere gli scaligeri sono solo da encomiare per aver tenuto botta per un tempo e mezzo..... A giovarsi di questi pareggi (in particolare a scapito di Roma e Fiorentina) sono stati soprattutto i nerazzurri per i quali - vista l’abbondanza di vittorie col minimo scarto (i 2/3 di quelle giocate fino alla 12a giornata) - stava diventando “facile” ricondurne la paternità direttamente ad un unico giocatore, anche se - secondo logica - i meriti di ogni singolo successo vanno (quasi) sempre suddivisi con tutto il resto della squadra. In questa stagione, infatti, i nerazzurri non avevano ancora realizzato dei gol vincenti sullo sviluppo di azioni individuali o frutto di prodezze balistic
he (tranne, forse, quelle di Jovetic contro l’Atalanta e di Guarin nel derby) e pertanto le certezze sulla “titolarità” delle altre reti nerazzurre potevano prestarsi a questa “comoda” attribuzione. Pertanto, fino a ieri escluso, nell’Inter manciniana 2.0 quattro vittorie avevano riportato la firma in calce della vecchia guardia, in primis di Icardi (con 2 gol decisivi contro Chievo e Bologna) ed 1 volta a testa di Guarin (contro il Milan) e di Medel (contro la Roma). I nuovi acquisti dell’ultimo mercato estivo avevano contribuito da par loro con un identico numero di successi, facendone raccogliere un paio alla squadra con i 3 gol complessivi di Jovetic (distribuiti tra Atalanta e Carpi) ed altrettanti col timbro singolo, invece, di F. Melo (contro il Verona) e di Kondogbia (contro il Torino). Insomma un perfetto “equilibrio” tra esponenti della vecchia e della nuova gestione in fatto di apporto in zona gol, una sorta di ideale cooperativa senza fini (immediati) di lucro, ma col solo obiettivo dei 3 punti a partita, che sono moneta più sonante per l’alta classifica. Residuavano - esclusi l’unico risultato con gli occhiali (come si diceva una volta), maturato contro la Juve e l’inaspettato harakiri contro i viola - i due pareggi firmati dal nuovo arrivo Perisic (ma con dinamiche di risultato differenti), proprio contro Sampdoria e Palermo, ossia le 2 compagini destinatarie, per pura coincidenza, delle reprimende dei rispettivi presidenti fino al “rituale” cambio di panchina. Se almeno i nerazzurri avessero vinto su quei campi, i conseguenti esoneri di Zenga e Iachini sarebbero parsi, se non altro, più “giustificabili”.....
Cosicché, dal punto di vista prettamente statistico, mancava ancora - o almeno fino a ieri sera (22/11) - una gara vincente in cui si potesse celebrare finalmente l’ideale compartecipazione allo score dei vecchi e dei nuovi elementi della rosa, in un congeniale amalgama di marcatori. E la sfida contro i frusinati di Stellone aveva tutte le caratteristiche per adempiere appieno queste aspettative: gli avversari erano una matricola della Serie A; si presentavano al debutto assoluto, pertanto, alla cosiddetta Scala del calcio milanese; non disponevano per squalifica del loro bomber Dionisi (3 reti come Jovetic); e soprattutto figuravano deficitari nel bilancio delle 6 precedenti trasferte di campionato, archiviate con 5 sconfitte ed 1 pareggio (pur se in casa della Juve) e con una media di quasi 2 gol subiti a partita. Ebbene, l’esito della gara ha soddisfatto integralmente le attese (nerazzurre) e nello score finale sono entrati, all’unisono, i “vecchi” Icardi e B
rozovic ed i nuovi Biabiany (si fa per dire!) e Murillo. D’altronde, rubando una battuta “degna” di un Bagaglino televisivo che fu, contro la squadra ciociara non poteva che finire in caciara, nel senso di “confusione” dei marcatori nel tabellino.... Infime battute a parte, però, il pingue risultato contro i frusinati - così poco “ortodosso”, stante i canoni delle “noiose e ripetitive” vittorie col minimo scarto ai quali avevano abituato in precedenza i nerazzurri - si presume non soddisferà ancora del tutto, invece, i fini ed incontentabili palati di svariati “personaggetti” mediatici, per dirla col De Luca di Crozza. Almeno a giudicare dagli strali di coloro che non riescono proprio a godersi chi il lauto vitalizio federale o, in subordine, l’ingaggio di una testata sportiva meneghina (leggasi il Sacchi “roseo” già all’indomani di Torino-Inter, le cui critiche preconcette su Mancini, però, erano già state convintamente confutate e quasi sbertucciate - cosi come quelle sui viola - da un pezzo di Mario Sconcerti apparso sul Corsera lo scorso 16/11); chi i “privilegi” di una professione/collaborazione (siano essi giornalisti o “solo” opinionisti TV) che offre loro l’opportunità di “viaggiare e di conoscere grandi personaggi”. Almeno a dar retta alle argomentazioni espresse solo qualche anno fa da Matteo Marani, attuale direttore del mensile “Guerin Sportivo”.
In principio fu il vate Mourinho a coniare quello slogan - “Il rumore dei nemici” - che poi assurse anche al ruolo di scudo dialettico per molti appassionati e tifosi nerazzurri, diventando altresì la denominazione di un sito omonimo a forti connotati neroblù. In seguito, e molto (almeno 100 volte......) più modestamente, il sottoscritto (in una mail di ottobre non pubblicata) argomentò di “tramestio dialettico degli (ex) amici” manciniani Mihajlovic e Vialli per via di alcuni loro commenti e consigli non richiesti (dalle amene considerazioni del tecnico rossonero su tutto ciò che non invidierebbe al collega interista fino ai suggerimenti per F. Melo dell’ex compagno di reparto blucerchiato). Poi, più di recente ed a breve giro di posta l’uno dall’altro, gli aggiornamenti giornalistici - per altro del tutto condivisibili - contenuti negli editoriali di De Carlo del 9/11 (“... dal rumore dei nemici si è passati a quello degli esteti cultori del bel gioco ....”) e di Pizzoferrato dell’11/11 (“Non è nemmeno più rumore dei nemici, sembra piuttosto il blaterare degli stupidi”). Cos’altro pensare, quindi, di tutti quei sopraddetti e prezzolati “figuranti” dell’(ex) tubo catodico o della “vecchia” carta stampata? Quali sono in realtà “i nemici” peggiori dei quali diffidare? Quelli che si dimostrano più subdoli perché si prestano (non si sa quanto scientemente) a dare informazioni contraddittorie, disinformando e fuorviando i (residui) lettori? O quelli che fanno più “rumore mediatico” o anche solo “tramestio dialettico” con dichiarazioni di un livore e di un pregiudizio molto spesso gratuiti? Un esempio, anche “semplicistico” volendo, della prima ipotesi è presto servito: come sono riusciti 3 colleghi della stessa testata (una cartacea, l'altra on line) a dare - nell'ambito dello stesso argomento (esterni offensivi in ottica Inter) ed addirittura nella medesima giornata (13/11) - 2 versioni diametralmente opposte di un dato meramente oggettivo come la dotazione di giocatori di un certo ruolo della rosa nerazzurra? E’ successo infatti che il cosiddetto editorialista roseo Gianni Valenti - nel suo fondo di venerdì 13 (versione cartacea) - se ne sia uscito con una castroneria che persino Clint Eastwood (nei panni dell'ispettore Callaghan) avrebbe apostrofato come “Sublime!”: “L’Inter è stata assemblata con un’ABBONDANZA DI ATTACCANTI ESTERNI ma senza un faro dentro il suo centrocampo muscolare....(...)”. Visto l'evidente nonsense (la parte in maiuscolo, ndl) fuoriuscito dalla tastiera del nientepopodimeno che vice-direttore vicario della Gazzetta, verrebbe proprio in mente un Mourinho d'annata, con la sua mitica replica a quegli attacchi gratuiti e scomposti di oltre 7 anni fa dell'AD del Catania Lo Monaco. La parafrasi - stavolta in bocca a qualsiasi appassionato nerazzurro avveduto - potrebbe essere idealmente la seguente: “Valenti? Io conosco Giacomo 'Ciccio' Valenti, pure il compianto Paolo Valenti, anche la cantautrice Giada Valenti. Di Valenti (in entrambi i sensi.....) non ne conosco altri”. (...) “Se questo Gianni Valenti vuole essere conosciuto per parlare a vanvera della società nerazzurra o di noi interisti, ci deve pagare tanto”. “I nerazzurri hanno già degli sponsor che li pagano per fare pubblicità. Non vengono pagati per fare pubblicità a Valenti". Ed ancora: "Qualche tempo fa ho letto (orig. “ho detto”, ndl) che qualcuno che vuole la prima pagina sa come trovarla". Ecco, nella chiosa dell'interista “accorto”, ci starebbe proprio bene questa “doverosa” appendice: “Ma chi in prima pagina addirittura ci lavora (come editorialista), dovrebbe anche esserne all'altezza!”. Infatti due suoi colleghi, Matteo Brega e Filippo Di Chiara - ripristinando la verità oggettiva - hanno sottolineato che “....l’ESTERNO del Napoli (...) il belga (…)...MERTENS ANDREBBE A RIMPOLPARE UN REPARTO NON COSI' RICCO DI ELEMENTI CON LE SUE CARATTERISTICHE”. Mettersi “d’accordo” prima, no? Insomma, per la Gazzetta i nerazzurri sono ricchi o poveri di esterni offensivi? Boh!
Ma la rosea non è certo nuova a questa malintesa forma di “pluralismo informativo”: il battesimo - almeno a mio modesto parere - di certe gravi contraddizioni risale a circa 4 anni fa, palesato all’epoca con la descrizione di “antitetiche” caratteristiche tecniche di un certo Tevez - conteso dalle due squadre milanesi a distanza di soli 6 mesi l’una dall’altra - che non mancai di segnalare all’attenzione della rubrica “Tempi supplementari” di Alberto Cerruti (e ricevendone pure “soddisfazione”........). Che dire?! Com'è caduta in basso l' “ex” (amata) Gazzetta! Ma tant’è: il quadro degli “avversari mediatici” dell’Inter, oltre ad essere “variopinto”, è anche sempre più mutevole e trasformista, quasi al pari di due grandi interpreti del settore - anche se in una più seriosa cornice teatrale - come il capostipite del genere Leopoldo Fregoli ed il suo degno erede, il contemporaneo Arturo Brachetti. Gli ultimi poi a salire sul carro d
ei detrattori (gufi e rosiconi secondo il lessico renziano ......) sono quella sorta di “bravi manzoniani” che ormai da giorni vanno in giro a raccontare che i (supposti) matrimoni di Pirlo e Candreva con l’Inter non s’anno da fare, ventriloqui consapevoli dell’evidente timore di tanti non meglio precisati Don Rodrigo (Marotta?, Galliani?, Lotito?) per le eventuali conseguenze che ne deriverebbero sulla corsa al vertice. Ma il regista bresciano e l’ala romana di nome fanno Andrea ed Antonio, non certo Renzo (pare, infatti, che ai cancelli di Appiano Gentile sia appeso un cartello con su scritto “AA cercansi”: 2 “A” bastano e avanzano come espediente grafico per un annuncio economico solo virtuale....., ndl); così come è risaputo che la squadra nerazzurra sia “femmina” e che il suo nome sia Internazionale, non certo Lucia..... Cosa pensare, infine, di quell’accozzaglia di jettatori sabaudi che, nell’edizione di venerdì scorso della “Pravdina�
�� piemontese (alias Tuttosport), sono arrivati al punto di concepire e far stampare un vergognoso occhiello nel pezzo dedicato ai nerazzurri: “Solo l’Inter non si rompe”, manifestando (vista la matrice prettamente bianconera della testata) più che l’invidia per la constatazione dell’ infermeria nerazzurra quasi vuota, un perfido, autentico augurio di prossime “disgrazie” muscolari o anche solo da traumi contusivi. Davvero un pessimo esempio di professionalità ed insieme di puro “terrorismo giornalistico”: e con i tempi che corrono non se ne sentiva proprio il bisogno.
Come avevo già scritto in precedenza, starà ora ai nerazzurri tutti (società e squadra) cercare di perseverare con eleganza a farsi beffe di tutto questo disdicevole teatrino mediatico e a darsi solo anima e corpo per perseguire i propri obiettivi: chi dietro alla scrivania (vedi mercato di gennaio alle porte), chi sul campo di gioco a cominciare, anzi a continuare, da Napoli dove la cabala - tolto un q.to di finale della Coppa Italia 2010-11 che i nerazzurri poi si aggiudicarono con Leonardo in panchina (e fu l’ultimo trofeo sollevato.....) - non conforta i milanesi da oltre 18 anni. Sarebbe proprio ora di aggiornare gli almanacchi anche in campionato, alla faccia pure della scaramanzia, alla quale guarderanno con timore anche i sostenitori partenopei, visto che con la vittoria al Bentegodi gli azzurri sono arrivati ad infilare 16 risultati utili consecutivi, tra campionato e coppe. E tra il “18” nerazzurro ed il “16” partenopeo, ci starebbe giusto il “17...... I media di settore non mancheranno di presentare la gara dei nerazzurri come l’ulteriore prova del 9, se non proprio come un 1° bivio tricolore: magari, invece, per appassionati e tifosi molto statistici e poco esteti, si potrebbe trattare anche “solo” dell’ennesima (9a) vittoria con il minimo scarto ed il completamento del 2° “penta-tour” del campionato (ossia un altro filotto da 5 vittorie consecutive). Higuain ed Insigne permettendo, naturalmente!
Cordiali saluti".
Orlando
"Salve a tutti..! È da agosto che non scrivo sulla nostra squadra.., ma dopo le parole di MANCINI nel post-gara col Frosinone mi sono irritato un po..!Come si fa a dire ke non siamo da scudetto dopo 13 giornate ,perché altre squadre più attrezzate di noi!Ma ke dice?! Ad agosto si fa comprare i giocatori che ha sognato la notte,per poter puntare allo scudetto ,ora ke per miracolo si trova in testa dice il contrario ! Ma stiamo scherzando ?!
La squadra è horror ,è noiosa da vedere, col Frosinone bellina solo nei minuti finale ,grazie anche alla complicità della squadra ospite. Ki mi domanda poi come gioca l'Inter non riesco proprio a rispondere.., cambia moduli ,cambia giocatori in continuazione, cambia anche opinioni su come vuole far giocare la squadra.., dice di non saperlo neanche lui.....,e siamo quasi a natale.! altre più attrezzate forse è vero ,.ma perché non farsi comprare a gennaio quello ke serve per essere allo stesso livello delle altre? forse non sa cosa serve,forse ha paura di sbagliare ancora acquisti....,ki lo sa...!Il fatto è ke da quando gioca NAGATOMO,ci si diverte di più...! poveretto era stato messo da parte in estate costringendolo ad andare a giocare altrove per la gloria.., Uno dei migliori anche BIABIANY,si proprio lui ,rimasto in rosa "quasi" per pieta',dopo i problemi al cuore !incredibile..! PERISIC lo avrebbe ripreso? non entusiasma molto,per la verità, qualke doppio passio,come di consuetudine e niente più! E Montoya ? Perché non darli una chance? Emarginato anche lui? Forse "antipatico" come shaqiri e Osvaldo...! Sveglia MANCIO,sii kiaro prima con te stesso e poi con la squadra...! È vero ke al 90% la miglior difesa vince il titolo,però c'è anche quel 10% ke ci mette in ansia..,se non compriamo un attaccante con le palle,si fa dura...!non servono solo grandi nomi ,(vedi KALINIC),ma anche buoni occhi......! Dai ,forza,siamo in testa,"fieno in cascina " ora c'è ne abbastanza, più ottimismo MANCIO,più fiducia.,se punti al 1^ arrivi 3^..,se punti al 3^ arrivi 6^..!
Non molliamo...,Forza Inter".
Alfonso
"Spett. le Redazione
Non è tutto oro quello che luccica...non me ne vogliate ma io continuo a pensare che una prestazione maiuscola e convincente è molto diversa da quella mostrata dalla squadra ieri sera.
La vittoria contro un avversario, alquanto modesto, non fuga dubbi e perplessità sull'impostazione tecnica della squadra. Sono convinto delle grande potenzialità della squadra ma mio malgrado vedo che le stesse vengono negativamente condizionate da Mancini.
Se a qualcuno le critiche possono sembrare fuori luogo in una squadra vincente, penso sia meglio ricevere critiche quando i risultati sono ancora buoni piuttosto che aspettare che sia troppo tardi.
Spero di sbagliarmi...comunque AMALA..!!".
Enzo
"Cara Redazione,
scrivo l'indomani della partita contro il Frosinone per condividere col popolo interista le mie gioie e le mie preoccupazioni in vista del big-big match contro il Napoli.
Ieri ho visto anche la partita del Napoli, se giocano come hanno fatto il primo tempo, abbiamo il 60/70% di possibilità di batterli. Se giocano come nel secondo, le possibilità, vista anche la partita di ieri sera, scendono al 50%.
Possiamo batterli, questo il messaggio in breve.
Dobbiamo batterli sarebbe meglio, ma il possiamo va bene.
Se li battiamo possiamo anche iniziare una mini-fuga.
I segreti secondo me per batterli sono i seguenti.
-Giocare più di squadra, nel primo tempo di ieri eravamo troppo individualisti. Jovetic deve imparare a comunicare anche con i compagni e non solo con Ljajic, e lo dico da joveticiano. Si vede che lui vuole segnare, tira in porta quasi ogni volta che ha la palla. Ma deve sacrificarsi e giocare con gli altri, il gol arriverà.
-Icardi (se gioca) deve vincere più contrasti fisici ed entrare nel gioco non può aspettare che Ljajic lo serva ancora a porta vuota.
-La difesa deve rimanere solida, contro Higuain e Insigne io prevedo di subire un gol, ma non bisogna demoralizzarsi, serve una grande partita. Loro sono forti.
-Mancini deve trovare ancora una volta la formazione giusta, ormai si sa che cambia qualche cosa, lo ha sempre fatto.
Se io fossi in Mancini cercherei di fare la partita, di ridurre l'attacco del Napoli ai contropiedi. Per questo io rischiererei Telles a sinistra contro Callejon. Miranda a uomo su Higuain per tutta la partita, anche in attacco e Murillo su Insigne.
Per quanto riguarda il centrocampo, loro hanno tre martellatori, noi dobbiamo rispondere con tre martellatori: Guarin-Melo-Medel, non Kondogbia e non Brozovic. Dobbiamo dominare il centrocampo.
In attacco io andrei di nuovo sull'imprevedibilità, come contro la Roma: Ljajic-jojo-Perisic/Biabbiany, poi l'altro entra nella ripresa.
Io non avrò il piacere di vedere la partita, purtroppo non sono a casa e neanche al bar. Ma farò i tifo lo stesso, tutto il popolo nerazzurro deve tifare la nostra inter, serve una grande partita, un'impresa.
PS. Per gennaio io prenderei o Pirlo o Biglia, l'attacco va bene, serve un grande centrocampista, Biglia sarebbe perfetto.
Sogno1_Biglia per 20 milioni+ranocchia+jeus a gennaio.
Sogno2_scambio Benzema-Icardi in estate.
Un saluto".
Davide
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