"Tutto è cominciato nelle strade di Anversa. Là dove povertà, ricchezza, religione, immigrazione, razzismo, sogni si mischiano grazie al pallone". La Gazzetta dello Sport, paventando il possibile ricongiungimento in nerazzurro di Mousa Dembelé e Radja Nainggolan, approfondisce le radici del loro stretto rapporto. "Mousa giocava in una piazza del distretto di Deurne, non lontano dall’aeroporto: mamma Tilly, pittrice di origine fiamminga, non era contenta e per tenerlo di più a casa aveva creato una zona «calcio» nel soggiorno. Radja, insieme con la sorella gemella Rania, veniva invece «svezzato» in mezzo ai palazzoni popolari di Linkeroever, il quartiere più povero della città portuale belga. E quelle partite spesso giocate senza nemmeno le porte le ricorda così: «Se non hai niente e vuoi tutto, fai di tutto per avere un po’»".

"Padre indonesiano uno, padre maliano l’altro, Radja e Mousa sono cresciuti a una decina di chilometri di distanza - sottolinea la rosea -. Radja, classe 1988, ha vissuto un’infanzia dura. Papà Marianus lasciò la famiglia quando lui e Rania erano bambini: soffocato dai debiti di gioco, tornò in Indonesia. Toccò a mamma Lizy, morta di cancro nel 2010, fare di tutto e di più (ovvero tre lavori) per tenere il Ninja fuori dai guai. Mousa, classe 1987, figlio di Tilly e di Yaya, che negli Anni 70 arrivò in Europa dal Mali e alla fine svoltò creando una società di import-export, ha avuto più fortuna. Merito anche di nonna Maria, pioniera del calcio femminile in Belgio, che ha seguito la sua carriera da sempre, da tifosa numero uno. Le strade di Radja e Mousa si sono incrociate nel Germinal-Beerschot, club ora fallito che ha battezzato anche le altre star del multietnico Belgio Vermaelen, Vertonghen, Alderweireld. E là sono nate un’amicizia vera e una stima reciproca non comune, che adesso all’Inter potrebbero vivere un nuovo, intrigante capitolo".

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Sezione: Rassegna / Data: Gio 21 giugno 2018 alle 10:12 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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