"Il Cristiano Ronaldo juventino è nato dal mare greco, come Venere dalle onde. Un evento, un’emozione che va oltre il regno juventino e riguarda tutti". Questo il pensiero di Luigi Garlando espresso sulla Gazzetta dello Sport a riguardo di quello che è stato ribattezzato "l'affare del secolo".

"Agnelli, Marotta e Paratici, come quegli scienziati che lavorano insieme in laboratorio, meritano il Nobel del mercato e dell’economia di gestione. Maradona nell’84 e il Fenomeno Ronaldo nel ‘97 arrivarono nella fase ascendente della carriera ed erano più forti del 33enne CR7, ma non avevano nel forziere tutto ciò che ha vinto il portoghese e non erano ingigantiti dalla fama planetaria che, nell’era social, ha trasformato Cristiano in un papa laico - spiega Garlando -. E, soprattutto, Diego e Ronie si accesero in cieli italiani già pieni di stelle. CR7 invece arriva a illuminare una Serie A che da tempo ha perso gli astri più luminosi. Da ieri siamo il campionato di Cristiano Ronaldo che ha fatto click e ha puntato i fari del mondo sul Bel Paese".

"Il campionato comunque non nasce morto - avverte Garlando -. Allegri è il primo a sapere che vincono le squadre, non i solisti. Dovrà essere bravo a plasmare un gruppo col cuore di Mandzukic e a motivare al massimo i Pjanic e i Dybala scivolati all’ombra di Cristiano. Nell’83 la Juve era l’Italia mondiale più Platini e Boniek, eppure l’Amburgo... Il calcio non accetta verdetti a priori. Lo sta dimostrando anche il Mondiale. E poi la Juve spenderà il grosso delle attenzioni per la Champions, che è da tempo la sua luna proibita".

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Sezione: Rassegna / Data: Mer 11 luglio 2018 alle 11:10 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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