Zdenek Zeman ha parlato in esclusiva alla Gazzetta dello Sport e, come al solito, le sue non sono state parole scontate. 

Il patron Giuliniha scelto lei prima ancora di prendere il Cagliari.
"Ha grande entu­siasmo e buone idee. Spero non glieli fac­ciano passare…".

Ma il calcio ita­liano è davvero messo così male?
"Questo sport, come tanti altri, è fatto di cicli. Per tanti anni siamo stati ai vertici, ora non lo siamo più. Bisogna creare delle strutture al cui interno farli crescere. La soluzione migliore sono centri federali su scala regionale. In Francia lo hanno fatto una ventina di anni fa e i risultati si vedono".

Violenza e spettacolo scadente si combat­tono pure con stadi nuovi. È d’accordo?
"Aiuterebbero, ma fino a un certo punto. Quello degli stadi per me è un falso problema. Se ne parla tanto perché ci sono interessi extra-calcistici a realizzarli. Ma quando lo spettacolo era migliore gli stadi erano pieni anche se vecchi".

Crisi dei club e crisi della Nazionale. Alla fine il capro espiatorio del flop ai Mondiali è stato Prandelli. Giusto?
"Il responsabile non è solo lui, ma che lui diventi il bersaglio principale delle critiche fa parte del gioco. E poi per quattro anni Prandelli è stato sempre esaltato, anche per i pareggi con il Lussemburgo. Troppe critiche? Ma se Sacchi è stato crocifisso dopo aver perso una finale ai rigori…".

Chi vedrebbe bene ora sulla panchina azzurra?
"Mancini. È stato un giocatore di alto livello, da tecnico ha vinto sia in Italia sia all’estero, conosce le lingue. Sarebbe la persona giusta al posto giusto".

Con Balotelli di nuovo al centro del progetto?
"È un grande talento, è ancora in tempo ad esprimere tutto il suo potenziale. Ma deve fare in fretta. La storia del calcio è piena di fuoriclasse inespressi. Penso a Cassano. Avrebbe potuto fare molto di più".

C’è chi in campo rende meno di quanto potrebbe e chi fuori parla più di quanto dovrebbe.  Cosa pensa dell’esternazione  sugli extracomunitari del candidato presidente federale Tavecchio? 
"Un’uscita inopportuna e che non può non essere censurata. Però, tolta la forma, nella sostanza ha ragione. Uno dei grandi mali del calcio italiano è la presenza di troppi stranieri. Bisogna tornare a puntare sui nostri ragazzi".

Quindi, al netto della gaffe, Tavecchio può essere l’uomo giusto per rilanciare il calcio italiano?
"Il problema non sono gli uomini, sono i programmi. Serve un cambiamento profondo. Ma con un mandato di appena due anni, Tavecchio o un altro, cosa può fare?".

Quella stessa mancanza di programmazione che spesso voi tecnici imputate ai dirigenti. 
"Oggi, soprattutto in Italia, gli allenatori contano poco. E questa è una delle cause del­ l’impoverimento dello spettacolo. A tecnici senza esperienza vengono affidate squadre di alto livello. È sbagliato. Serve fare la gavetta prima di arrivare su certe panchine. Come hanno fatto quelli della mia generazione".

C’è chi, come De Laurentiis, propone di tenere il mercato aperto tutto l’anno.
"Chi dice una cosa del genere non capisce nulla di calcio. Per me il mercato dovrebbe chiudersi prima che le squadre partano per i ritiri".

Griglia scudetto. La Roma ha scavalcato la Juve? 
"Ha comprato giocatori che sulla carta la rinforzano notevolmente, però poi bisogna vedere se sul campo il rendimento sarà all’al­tezza delle attese".

Si aspettava le dimissioni di Conte? La Juve quanto perde senza di lui? 
"Non perde nulla perché ha una storia e un organico che prescindono dall’allenatore. In quanto alle dimis­ sioni il rapporto si era logorato, la decisione andava presa prima".

Il Napoli e le milanesi? 
"Il Napoli deve trovare la continuità che non ha mai avuto nelle ultime stagioni. Le milanesi devono voltare pagina. Non sarà facile, ma peggio dell’ultima annata è difficile che facciano…".

Sezione: News / Data: Lun 28 luglio 2014 alle 10:06 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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