Le riforme della Figc? Damiano Tommasi, presidente dell’Aic, boccia tutto e parla così alla Gazzetta dello Sport. "Serve una visione di ampio respiro, sui prossimi 5-10 anni, serve un progetto tecnico complessivo. Abbiamo detto di no alle rose con un massimo di 25 perché così si darà la possibilità non più all’allenatore ma al presidente di lasciare fuori il 26°, il 27° giocatore. Così si sdoganano i fuori rosa. Non vorremmo che si ripetessero situazioni come quella che sta vivendo Puggioni al Chievo. Il problema non sono i troppi giocatori ma il fatto che si spendono male i soldi. Oggi le società oculate hanno già 25 giocatori in rosa e sanno razionalizzare le spese. Con questa norma verrà dato uno strumento di pressione in mano ai club che si comportano in un modo diverso. E c’è di più. Il numero illimitato di under 21, senza il vincolo di aver giocato in Italia da almeno due anni come prescrive l’Uefa, di certo non frenerà l’arrivo di ragazzi dall’estero". 

Il vecchio progetto delle squadre B, bloccato dai veti delle leghe e da una visione miope… 
"Noi continuiamo a sostenere le seconde squadre ma se sono un tabù, allora si organizzi un torneo riserve che consenta ai ragazzi di misurarsi in un contesto competitivo con gente più esperta. Servono occasioni di crescita: Soriano ha debuttato a 23 anni in Nazionale, entrando assieme a Kovacic, 20 anni e alla 19esima presenza con la Croazia". 

L’introduzione delle liste Uefa in A coi giocatori «cresciuti in casa» non va in questa direzione? 
"Macché. Quest’anno il Torino ha presentato una lista Uefa con un solo elemento formato nel proprio vivaio, Quagliarella. È possibile farlo, basta non superare i 17 over. Le sei italiane nelle coppe hanno in totale 17 giocatori formati nei vivai nazionali e 9 nei propri. Il 4+4 non è la strada giusta per tutelare i vivai: uno perché gli 8 non sono obbligatori, due perché il ragazzo che viene qui e gioca tre anni è ritenuto “formato in Italia”. Ma così valorizziamo i talenti degli altri Paesi: la Nazionale che benefici ha?".

L’extracomunitario in più è una cambiale che Tavecchio ha dovuto pagare alla Lega di A? 
"Mi pare ovvio. Avevamo proposto un curriculum con più presenze. Così solo 3 extra Ue non sarebbero entrati quest’anno. Detto questo, la crisi del calcio italiano non dipende dagli extracomunitari in più". 
 

 

 

Sezione: News / Data: Mer 26 novembre 2014 alle 10:55 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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