La Gazzetta dello Sport ha intervistato Tite, il ct del Brasile. A lui anche domande sul calcio italiano e sull'Inter. Si parte ovviamente dalla situazione relativa a Gabriel Barbosa.

Gabigol è costato molto, era in Nazionale, non gioca.
"L'adattamento a un nuovo Paese e a un nuovo club richiede tempo. Mi auguro che riesca a suiperare presto questa tappa. Io l'ho portato in Nazionale per giocarsi il posto con Gabriel Jesus, da centravanti. Nel Santos, Gabriel era esterno destro, anche se si spostava a volte al centro o cambiava fascia. Con la sua capacità di movimento è in grado di giocare anche d'interno dietro al centravanti. Ma ho dubbi sul suo ruolo ideale. Però è uno straordinario finalizzatore, ha forza fisica, scatto impressionante, nell'uno contro uno è forte. In Italia può migliorare nel gioco senza palla".

L'Inter deve avere pazienza?
"Se fossi un dirigente aspetterei. C'è un processo di maturazione, in una realtà e in un Paese diverso. Mi ricordo Coutinho all'Inter quasi non giocava e poi al Liverpool è tornato in Nazionale. Ai giovani a volte non si dà il tempo necessario".

Le Nazionali più forti ora?
"Dico Francia, Belgio, Italia, Spagna, Germania e Portogallo. L'Argentina la lascio fuori al momento, ma dal centrocampo in su ha enorme qualità: Higuain, Icardi, Dybala, Messi, Di Maria, Agüero".

Il suo futuro dov'è? In Europa?
"Ci ho pensato prima di fare il ct. Quando ho vinto Libertadores e Mondiale per club col Corinthians nel 2012 ho pensato di venire in Europa, un agente mi avvicinò per guidare l'Inter. Andrei in un Paese in cui abbia la padronanza della lingua. Parlo il talian (mix di dialetti italiani), Ancelotti mi diceva che parlavo un italiano di 50 anni fa. In Spagna me la caverei, come in Portogallo. Vedremo dopo la Russia".

 

Sezione: News / Data: Mar 30 maggio 2017 alle 12:21 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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