"C’è una strana coincidenza che spinge il nuovo inizio di Milano, corrisponde alla difficoltà, quasi alla rottura, di tutto il grande calcio europeo". Un dato portato ala luce oggi da Mario Sconcerti sul Corriere della Sera. "L’abitudine a vincere di poche squadre (Barcellona, Real, Bayern, le inglesi), si sta scontrando con un fenomeno fisico non previsto: la fine dei grandi calciatori - si legge -. Oggi si gioca molto meglio a calcio, ma la velocità livella il valore tecnico, diventa importante la forza e quella non è un dono, si può creare. In poche parole, la vera differenza degli ultimi 15 anni, i soldi dei nuovi ricchi, si è improvvisamente impoverita per mancanza di materia prima. I soldi ci sono ancora, ma non sappiamo più chi comprare. L’aumento dei buoni giocatori ha reso il calcio più democratico, una specie di tragitto circolare dove si finisce sempre per tornare nel punto da cui eravamo partiti. Oggi tutti sono molto più simili di pochi anni fa. Le differenze di Messi stanno calando, quelle di Ronaldo e Robben forse scomparendo, quelle inglesi non ci sono mai state, Ibrahimovic, l’unico capace di far vincere sempre la squadra in cui ha giocato, ha un anno più del dovuto. È a questo punto che si inserisce Milano. Con le sue stranezze, i suoi misteri cinesi, quindi non più solo tecnici ma addirittura culturali, le sue incognite, ma anche il suo tempismo. Milano torna nel momento giusto, ha girato a vuoto per anni ma il calcio si è fermato ad aspettarla, per farlo anzi ha cambiato se stesso. Ora tutti ripartono alla pari, tutti hanno da ricostruire qualcosa".

Sezione: News / Data: Dom 19 febbraio 2017 alle 12:09 / Fonte: Corriere della Sera
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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