I quattro anni della Juve hanno avuto sempre avversari diversi. Il primo fu il Milan che arrivò a soli 4 punti dalla Juve. Poi il Napoli (a 9 punti), poi la Roma a 17. Quest’anno l’ultimo avversario teorico è stata la Lazio, il vantaggio sulla seconda 15 punti a 4 giornate dalla fine. C’è stata in sostanza una continua crescita della Juve e una mancanza costante di avversari. Questa deriva del nemico è quella che ha causato l’indebolimento generale del nostro calcio. Non siamo più riusciti a costruire per la Juve un avversario completo, quindi nemmeno un campionato competitivo. Nello stesso periodo sono state decise in fretta anche le retrocessioni, dimostrando che il campionato a 20 può essere interessante ma non è sostenibile dalla qualità delle squadre. Due-tre si staccano presto e fanno perdere importanza alla corsa. In generale la realtà tecnica si confonde con la realtà economica.

La Juve della più grande azienda italiana ha finito per fiaccare le squadre di Milano di due vecchi imprenditori che hanno ormai speso troppo con il calcio. In pratica, come diceva Tacito, la Juve sta facendo intorno il deserto e noi lo chiamiamo pace. Dopo aver raccontato i meriti, è corretto dire che è la forza della Juve a non rendere allenante il campionato. Non deve cominciare a perdere lei, deve riuscire ad avere un avversario. I punti di distanza invece aumentano ogni anno, e ogni stagione un avversario ne elimina un altro. Mancano attualità economiche che abbiano la stessa forza. Ormai la Juve ha vinto nella storia il doppio di Inter e Milan, sei volte e mezzo in più della somma degli scudetti di Roma. E oggi è ancora l’unica vera realtà al passo con i tempi come mentalità e portafoglio. Questo va benissimo alla Juve, ma è un problema di tutti gli altri. Il punto non è indebolire i forti, ma far crescere anche gli altri. Altrimenti nel calcio italiano, gli «altri» non riusciranno più a riprendere il passo. E un campionato alieno alla lunga non servirà nemmeno alla Juve.

Non è lei a dover cambiare, ma tutto il resto sì. Ben vengano allora le cessioni di pacchetti azionari, gli investimenti stranieri, le idee di tutti, il rimpasto dei campionato. Intanto l’Inter arriva a 2 punti dall’Europa League. Pur deludendo, Mancini si avvale delle crisi di Samp e Fiorentina, della discontinuità del Genoa, per rimanere in corsa. Intanto la Roma sembra star meglio della Lazio a cui inizia una fase finale complessa. Il resto si ferma a domani, semifinale di Champions, finalmente e naturalmente con la Juve.  
 

Sezione: News / Data: Lun 04 maggio 2015 alle 10:48 / Fonte: Corriere della Sera
Autore: Redazione FcInterNews.it
vedi letture
Print