"Non sono tra quelli che hanno attaccato Tavecchio, non l’ho mai considerato il problema principale, sono stato semmai colpito dalla violenza liberatrice da cui è stato travolto, ma il presente è già altro. È tempo di cercare soluzioni reali". Mario Sconcerti conferma la sua linea di pensiero anche all'indomani delle dimissioni del presidente della Federcalcio. "Non ha perso Tavecchio contro la Svezia e nemmeno hanno perso da soli i 14 che sono andati confusamente in campo - aggiunge Sconcerti sul Corriere della Sera -. Ha perso l’intero movimento del nostro calcio, incapace da tanti anni di darsi una qualità che sia competitiva. Hanno perso i giocatori vittime dei loro limiti. Credo che chiunque verrà dovrà cominciare da questa domanda: perché giochiamo male, non troviamo più risorse individuali, siamo lenti e monotoni nel gioco, inadeguati agli altri sia pure in un momento in cui nemmeno gli altri hanno fantasia? Gli errori di una formazione quasi scompaiono davanti al problema generale. Cosa ci ha reso così pallidi? Questo è il problema, non altri. Ho cercato di dare le mie risposte, ora aspetto quelle del calcio, aspetto quelle dei calciatori. Perché sono loro che mancano e che hanno perso. Tutti".

Sezione: News / Data: Mar 21 novembre 2017 alle 10:40 / Fonte: Corriere della Sera
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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