Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Arrigo Sacchi prova a fornire la sua idea per la rinascita del calcio italiano. Ecco qualche passaggio della lunga intervista.

Scusi, Sacchi: l’Italia è fuori dal Mondiale, il movimento è in crisi d’identità e di valori, c’è bisogno di sapere quale strada si deve seguire.
"Una sola, a mio avviso. Si deve mettere il pallone al centro del campo".

Concetto condivisibile, ma in concreto che cosa significa?
"Semplice: l’Italia, dopo anni di oscurantismo calcistico, ha il dovere di darsi uno stile. Di gioco, prima di tutto. Ma anche culturale. Sarà mai possibile che da noi il calcio sia ridotto soltanto al verbo “vincere”. D’accordo, la vittoria è importante, però una vittoria senza merito che cosa vale? Nulla. Si deve raggiungere il traguardo attraverso valori come il coraggio, l’armonia, la bellezza. Altrimenti i successi resteranno isolati, non si moltiplicheranno, saranno sempre momenti singoli e non parte di una storia".

Le sfide contro Argentina e Inghilterra che cosa potranno dirci?
"Poco o nulla. Non ci sono ancora le idee chiare su chi sarà il c.t., quindi questo è un periodo di passaggio. Di Biagio è un bravo tecnico, ha fatto la gavetta nelle giovanili, ha tirato fuori e cresciuto elementi che saranno utili al progetto azzurro. Gli auguro tutto il bene possibile. Ma penso che i giochi per la panchina della Nazionale si faranno più avanti, e mi auguro che siano giochi limpidi".

Ci sono molti nomi in lizza: Conte, Ancelotti, Mancini, Ranieri, lo stesso Di Biagio. Che ne dice?
"Sono diversi l’uno dall’altro, come diverso è il calcio che propongono. E qui torniamo al ragionamento precedente: prima devo sapere che cosa voglio fare e poi scegliere l’uomo che può garantirmi di arrivare all’obiettivo. Quando ero direttore tecnico del Parma, all’inizio degli anni Duemila, avevo in mente un progetto. Stesi una lista di allenatori: Delneri, Prandelli e Vialli, che era un mio vecchio pallino. Li contattammo in rigoroso ordine di preferenza. Il primo non accettò, Prandelli disse subito sì e costruimmo qualcosa d’importante. Questo è il modo per darsi un futuro e uno stile".

L’impressione è che il lavoro di Costacurta non sia semplice e che l’ambiente non sia perfettamente in sintonia.
"Concordo. L’ambiente è fondamentale in un simile processo, e per ambiente intendo i dirigenti, i commentatori, i tifosi. Se non si è allineati, è difficile ottenere buoni risultati. Ho letto le dichiarazioni di Raiola, uno dell’ambiente, contro Di Biagio per la mancata convocazione di Balotelli. Parla della Federcalcio in termini spregevoli, usa la parola “schifo”. Capisco che il suo lavoro sia quello di difendere il suo assistito, cioè Balotelli, ma uno come lui al calcio dovrebbe soltanto dire grazie: gli ha cambiato la vita. E poi: perché non chiedersi come mai Balotelli da un po’ di tempo non viene preso in considerazione? Ci sarà qualcosa, o i commissari tecnici che si sono succeduti sono tutti matti?".

Quattro o cinque cose che lei farebbe subito per dare una spinta al movimento.
"La prima: le Academies. Tutti i club professionisti devono creare le “accademie” e dare i giocatori per 16-18 ore la settimana agli istruttori federali. Ecco il primo passo. Il secondo gradino: la Federcalcio deve creare dei formatori attraverso il Supercorso di Coverciano. Terzo punto: ci deve essere un protocollo di lavoro comune a tutti i settori giovanili, come esiste in Germania dove, dopo il 2000, si sono dati una mossa e sono tornati grandi. Quarto passo, decisivo: la creazione di centri federali dove i giovani possano formarsi e, di conseguenza, migliorare. Il tutto, sia ben chiaro, con un’idea forte: il pallone dev’essere sempre al centro del progetto".

Ci sono, in Italia, allenatori-maestri?
"Ci sono allenatori che si giocano la partita e mi piacciono. Penso a Sarri, ovviamente, a Gasperini, a Giampaolo. A Di Francesco che, pur tra mille difficoltà, sta cercando di creare qualcosa d’importante in un ambiente delicato come Roma. E guardo con interesse quello che stanno facendo Zenga a Crotone e De Zerbi a Benevento".

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Sezione: News / Data: Gio 22 marzo 2018 alle 10:40 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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