Interessante intervista della Gazzetta dello Sport a Ivan Ergic, ex centrocampista serbo di Basilea e Bursaspor, ritiratosi a 30 anni dopo aver disputato i Mondiali del 2006 e con un passato a inizio carriera nella Juventus.

Lei ha passato qualche mese nella Juve di Moggi. Che impressione si era fatto? 
"
Un giocatore è di rado consapevole di ciò che accade. Il sistema è basato intorno a un soggetto che non ha la minima idea di come funzioni. Quando ho firmato per la Juve, a 19 anni, ero impreparato, stupefatto dalle promesse e dai grandi nomi. Lo scandalo è sintomatico di come funziona il calcio, alla pari di qualsiasi business . I responsabili di Calciopoli avevano le stesse giustificazioni di Tangentopoli: “Lo facevano tutti”. Purtroppo è vero e demistifica quanto lo sport di alto livello sia corrotto". 

Quale crede sia il ruolo del calcio nella società? 
"È una piattaforma per integrare gli strati più ampi della società nel sistema di valori del capitalismo. Ciò spiega anche il suo successo nei Paesi in via di sviluppo: da un lato serve come strumento per de-politicizzare le masse; dall’altro dà ai giovani idoli cui ispirarsi. Questione fondamentale per la gerarchia dei valori: vogliamo vivere in una civiltà che ha Totti e Balotelli per idoli, o in una in cui la gente vive nello spirito di Giordano Bruno e Gramsci?". 

Sezione: News / Data: Mar 21 ottobre 2014 alle 12:12 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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