Mauro Icardi ha parlato anche al Corriere della Sera, ecco qualche stralcio della lunga intervista rilasciata al quotidiano.

Riuscirà a toccare i 22 gol dell’anno scorso? 
"Io penso solo a fare bene il mio lavoro. Ora sono a 8, ma la manovra d’attacco sta migliorando. Prima pagavamo il fatto di essere molti nuovi e di non conoscerci. Poi a volte abbiamo incontrato portieri che hanno fatto miracoli". 

La frase di Mancini dopo Inter-Carpi — «quel gol lo facevo anch’io a 50 anni» — ha fatto discutere... 
"Ma poi era riferita a Palacio, no? E sinceramente lo avevo pensato subito anch’io quando mia moglie Wanda me l’aveva riferita la sera. Rodrigo era solo davanti alla porta. La mia occasione non era poi così clamorosa, dai". 

Javier Zanetti che cosa le ha consigliato quando è diventato il suo erede? 
"Di sfruttare l’occasione, essere fiero e continuare a fare bene in campo come sempre. Poi ognuno ha il suo stile. Io comunque sono interista da sempre, fin da quando la sceglievo alla playstation da piccolo. La mia squadra argentina è il Newell’s Old Boys, poi c’è l’Inter". 
 
Nel dicembre scorso ha subito una rapina a Milano. Che cosa le ha lasciato questa esperienza? 
"Un orologio in meno, ma l’assicurazione me lo pagherà... Scherzi a parte, io sono un tipo freddo e sinceramente non ho avuto grossa paura. Anzi, al momento ho cercato di resistere. Ma ho desistito quando ho visto com’erano spaventati Wanda e il mio amico Artur". 

Per il resto lei a Milano, nella sua casa vista San Siro che twitta così spesso, come sta? 
"Mi piace stare qui: io e la mia famiglia abbiamo tutto. Vedere lo stadio tutti giorni da casa è divertente, ma mi carica molto più quello che succede quando ci sono dentro". 

Acquistato a 13 milioni, ora ne vale 45. Che effetto le fa? 
"Il mio valore dipende da ciò che faccio: se non segnassi o giocassi male sarebbe zero". 

Domani c’è Higuain contro Dybala. Che cosa vorrebbe dei due che lei non ha? 
"Mi va bene essere Mauro Icardi. Ma mi piacciono lo stato di grazia di Higuain che segna appena tocca palla e certe giocate di Dybala". 

Perché l’Argentina crea tanti fenomeni? 
"Da noi si dice che voi siete il primo mondo e noi il terzo: in Argentina non ci sono tante possibilità o distrazioni, la gente gioca in strada e si nutre di calcio . Così cresce la voglia di conquistarsi il primo mondo. Io da piccolo non avevo i giocattoli a casa per giocare coi miei fratelli e passavo tutto il giorno al campetto col pallone. Qui è diverso, lo vedo con i miei figli quando si buttano sul divano a giocare con l’iPad...". 

Lei quale modello preferisce? 
"Il mio, naturalmente. Ma è chiaro che se le comodità le hai è difficile rifiutarle". 

 

Sezione: News / Data: Ven 12 febbraio 2016 alle 10:00 / Fonte: Corriere della Sera
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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