"Entrambi hanno un bisogno infantile di urlare al mondo il proprio amore, come fosse la prima cotta da liceo. Mario per Fanny, Mauro per Wanda (che sposerà a Buenos Aires il prossimo 7 giugno), salvo poi indignarsi se il mondo si interessa delle loro cose. Basterebbe sostituire l’ostentazione di foto post-sex con cenette a lume di candela tra le mura di casa per tenere il mondo oltre lo zerbino, ma entrambi, come tanti coetanei, hanno bisogno della considerazione sociale, per paura di dissolversi, come il Cavaliere inesistente di Calvino". Lo afferma Luigi Garlando della Gazzetta dello Sport, in riferimento al paragone già abusato tra Icardi e Balotelli. "Come ha sollevato perplessità la gestione della paternità di Balotelli, così fa discute­re l’esposizione dei figli di Maxi Lopez, ridotti a strumenti di di­spetto. Le provocazioni di Mauro al popolo della Samp valgo­no la maglia dell’Inter scagliata da Mario sul prato: prodigi di ingratitudine. Entrambi sono passati dal Barcellona: un pro­ vino Balotelli nel 2006, tre anni nella cantera Icardi (2008­-11). In queste giorni di atti Wandalici (le mani alle orecchie, le corna al volante…), Mauro è stato spesso sovrapposto a Mario. Si è sollevato il monito savonaroliano: «Attento, Icardi, che diventi come Balotelli!» Mo’ me lo segno... Un monito Talenti selvaggi che già così suona male, perché fa di Mario un destino perduto. Sarebbe stato bello che le vicende degli ultimi anni, andate diversamente, avessero invece autorizzato l’auspicio: «Forza, Icardi, metti la testa a posto che diventi come Balotelli!». Ma a 23 anni non esistono destini perduti, e tanto meno a 21. Mario e Mauro non sono anime dannate, sono talenti selvaggi nel guado di una complessa maturazione".

Garlando, poi, spiega che, nonostante tutto, tanto rossoneri quanto nerazzurri non possono fare a meno del loro talento. "Milan e Inter si aggrappano ai loro gol nello sprint per un posto in Europa League. Balotelli ne ha già segnati 13. Nel campionato scorso, tra gennaio e maggio, ne sparò 12 a raffica, compreso l’ultimo a Siena che valse la Champions. Degli 8 segnati da Icardi, la metà è arrivata nelle ultime due partite: Maurito è divampato, come il suo cuore. Mario ha il pieno appoggio di Seedorf. Anche troppo, spifferano a Milanello. Mauro invece ha dovuto sudare per convince­re Mazzarri che ripeteva: «Icardi? Me lo sono trovato in casa». E invece questo residuo gli sta salvando la pelle. Come Kovacic, dimenticato a lungo in sof­fitta. WM non ha ereditato solo macerie. Icardi ha 3 anni in meno, ma tatticamente, è più maturo di Balotelli. Possiede già i fondamentali della grande prima punta: detta la profondità, attacca l’area, protegge la palla, tira con sicurezza. Balotelli ha più talento, ma è frenato da una certa guapperia tattica. Arretra e pretende di risolvere con meraviglie tipo il gol al Bologna. Considera ancora squalificante correre negli spazi, attaccare l’area e cose si­ mili. Mario e Mauro si sfideranno alla terzultima. La bandiera di Milan e Inter nelle cinque giornate di Milano che vale l’Europa la impugnano loro. Magari Balotelli e Icardi non riflettono esattamente lo stereotipo del milanese quadrato, intento a lavurà. Ma non è il caso di urlare alla degenerazione dei tempi. In fondo il grande Meazza, che giocò nelle due milanesi, arrivava al campo col pigiama sotto il cappotto di cammello dopo notti roventi. E faceva gol. Questo chiede Milano al Ma-Ma". 

Sezione: News / Data: Mer 16 aprile 2014 alle 10:35 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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