Carmine Esposito, classe 1970, oggi allenatore del Lusitano nella B2 portoghese, ha fatto con Spalletti i tre anni trionfali di Empoli, dal '95 al '98, una promozione dalla C alla B, un'altra dalla B alla A, una salvezza in A e in mezzo una Coppa Italia di Serie C. 

Cosa aveva Spalletti di speciale negli anni empolesi? 
"Risposta scontata, era già allora un grande allenatore, oggi è il più grande". 

Com’era a quei tempi? 
"Era pignolo, un rompiscatole tremendo. Aveva una particolarità, si sentiva ancora giocatore e capiva i problemi dello spogliatoio. Quando univa il suo passato da calciatore al suo presente da allenatore diventava unico. A noi diceva: “Ragazzi, io voglio fare l’allenatore e voi dovete darmi una mano”. L’ho rivisto nell’aprile scorso a Bologna, prima di Bologna-Roma. Mi ha detto: “Ti devo ringraziare: se sono qui è anche merito tuo”". 

Qual è stata la squadra più bella allenata da Spalletti? 
"La prima Roma. Giocava un calcio entusiasmante". 

Lei è stato allenatore degli Allievi dell’Empoli quando Sarri era alla prima squadra. Che differenze vede fra i due? 
"Hanno un punto in comune: curano i dettagli come nessun altro. In tre anni, non ho perso un solo allenamento di Sarri anche perché mi portavo dietro le parole di Spalletti: “Se vuoi diventare allenatore, devi vivere 24 ore al giorno per il calcio”".

Sezione: News / Data: Sab 21 ottobre 2017 alle 18:08 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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