Il campionato italiano sembra spaccato in due, con le piccole ormai vittime prestabilite delle grandi. Intervistato dal Corriere dello Sport, Gianni De Biasi spiega: "Le piccole non giocano più da provinciali, probabilmente questa è la prima ragione". 

C’è anche una clamorosa differenza tecnica. 
"Vero. Però credo che stia prevalendo, anche fra le squadre di livello inferiore, il desiderio di giocare aperte, per cercare il gol col fraseggio, puntando al possesso palla. Non sono d’accordo su questa scelta. Il primo obiettivo di un allenatore, soprattutto di quelli che lottano per la salvezza, deve essere la conquista del punto. Bisogna portare a casa la pagnotta". 

Forse è... colpa di Sarri che con l’Empoli si è salvato giocando un calcio splendido, il calcio che l’ha portato al Napoli. 
"In realtà, questa moda delle provinciali che si mettono a giocare aperte era iniziata già da tempo". 

Ma oltre a tutto questo è aumentato anche il dislivello tecnico. 
"E’ così. Se le grandi squadre italiane non riescono più ad acquistare i giocatori del livello più alto perché scelgono altri campionati, figuriamoci le piccole. La Juve, se ha occhio, prende Dybala, il Napoli vede lungo con Mertens, l’Inter ha già Icardi, ma dietro le squadre di provincia possono partecipare solo a un mercato di secondo o terzo piano". 

Sezione: News / Data: Mar 19 settembre 2017 alle 16:44 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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