Dalle colonne di Napolimagazine.com, l'ex calciatore e tifoso nerazzurro Benito Carbone ha parlato del club nerazzurro. Ecco le sue parole:

"Parliamo di Inter, una società all'avanguardia in tantissimi aspetti. Vivo a Milano da qualche anno, e faccio parte di "Inter Forever", tutta la mia famiglia è da sempre tifosa dell'Inter, e con tutta onestà posso assicurarvi che ogni volta che sono presente a San Siro, o ad Appiano, mi sento a casa. E questo é sempre, per me, motivo di grande orgoglio. La stagione appena chiusa, non é stata esaltante, ma sono certo che quello passato sia stato un anno di transizione, molto importante e che in breve tempo troveremo l'Inter sui palcoscenici che merita. La mia affermazione nasce da alcune certezze, sulle quali si basa l'Inter di oggi: Capitolo Allenatore: Conosco il "Mancio" ed é lui la prima certezza. Un progetto, un progetto vero, non può prescindere da un allenatore con la A maiuscola, e Roberto che ho avuto spesso modo di vedere allenare ad Appiano, é uno dei veri pochi Top Manager in circolazione. Allena con voglia, passione, e riesce a trasmettere le proprie convinzioni a tutto l'ambiente. Ha esperienza in Top Club e l'appeal che solo i grandissimi allenatori hanno. Sono convinto che l'Inter del Triplete, quello che ha fatto sognare milioni di tifosi, e che è stata portata da Mourinho sul tetto d'Europa, affondi le proprio radici nel lavoro che Mancini aveva svolto su quella squadra, prima che il portoghese ne prendesse le redini. Mancini é tecnico competente e preparato, e nessuno meglio di lui, potrà ricostruire una grande Inter. Si, é vero, qualcuno potrà opporre che al primo anno non si é ottenuto il risultato che ci si auspicava, ma é sotto gli occhi di tutti che si partiva da una situazione difficilissima, e che arrivare in Europa League, sarebbe stato, a tutti gli effetti, un mezzo miracolo. La squadra era stata costruita intorno al 3-5-2 di Mazzarri, ed il Mancio ha dovuto fare di necessità, virtù, adeguando giocatori che per caratteristiche erano molto lontani dal suo credo, al suo concetto di gioco. Ma una cosa é innegabile: Con Mancini in panchina, si é vista un'altra Inter sia dal punto di vista caratteriale, che dal punto di vista tecnico-tattico. Una squadra finalmente combattiva, motivata, e con un criterio di gioco. Mancini é riuscito a dare una sua identità, cosa mai semplice quando si prende una squadra in corsa. L'Inter di Roberto é squadra che parte sempre dal portiere che nel novanta percento dei casi, gioca sul centrale di parte, che si allarga per ricevere e cominciare l'azione. Si gioca sempre con palla a terra, e questa non si butta mai via. A volte si rischia qualcosa, anche considerando qualche limite tecnico negli uomini che vanno ad impostare l'azione, ma si resta fedeli al concetto di voler fare sempre la partita, e di voler iniziare l'azione da dietro attraverso le trame e sviluppi di gioco provati in allenamento. Un concetto, a mio avviso vincente, sul quale si fonda molto del lavoro settimanale del Mister. É non è un caso dei 22 gol di Mauro Icardi, autore di una stagione esaltante, 15 sono arrivati sotto la gestione Mancini. Anche se si vanno ad analizzare i gol presi, ci si rende facilmente conto, che nella maggior parte dei casi, sono figli di errori individuali, e di attenzione che come tutti sanno, sono difficilmente allenabili. I movimenti, di catena prima e di reparto poi, che sono invece lo specchio del lavoro settimanale di ogni allenatore, erano quasi sempre puntuali e precisi. Ma il progetto di rilancio dell'Inter parte non solo da Mancini, non solo da Icardi, ma anche da Piero Ausilio. E qui arriviamo al secondo capitolo: Ho conosciuto Ausilio personalmente e posso tranquillamente affermare che è uno dei migliori manager che ci sono in circolazione. Ausilio è all'Inter da una vita: Conosce l'ambiente, perché é stato prima responsabile del settore giovanile, ed ha successivamente portato la società nerazzurra a centrare risultati molto importanti surclassando in diverse occasioni i cugini del Milan che negli anni precedenti erano stati abituati a farla da padroni. Piero é uomo di calcio, ed è uomo che si è costruito da solo, partendo dal basso, precisamente dal settore giovanile della Pro Sesto, squadra che ho allenato quest'anno, e solo con il lavoro, e con la competenza, ha raggiunto con merito la posizione che ricopre attualmente. Le risorse economiche dell'Inter non sono più quelle di fine anni '90, quando Moratti poteva spendere e spandere quanto voleva portando a Milano i migliori giocatori del mondo (Ronaldo su tutti), ma anche con un budget limitato Ausilio riuscirà a fare alla grande, sfruttando grandissime capacità manageriali e relazionali, riuscendo ad imbastire, con poco capitale, una vera squadra. A testimonianza di tutto ciò, se non sbaglio, è stato consegnato, proprio la settimana scorsa, ad Ausilio il premio Scouting Leader 2015. I grandi nomi non arriveranno? Beh, non si vince solo così. E qui subentra l'ultimo punto sul quale verte il progetto: Il Capitolo Scouting. L'Inter può vantare un impianto di "osservazione dei calciatori" all'avanguardia. Ho visto lavorare gli osservatori dell'Inter, capeggiati da Massimiliano Mirabelli, uno che ha vinto decine di campionati a mani basse e altra garanzia di competenza e professionalità, sono costantemente in giro in tutto il mondo, ed hanno una struttura che per impegno, organizzazione e gestione può competere con tutti i Top Club Europei. Per tutto questo, e perché conosco la parte nerazzurra di Milano, tifosi veri ed orgogliosi, che sono certo che l'Inter, a partire dalla prossima stagione, farà grandi cose. Ed un Campionato con l'Inter a lottare lassù è di sicuro un Campionato più bello per tutti!

Sezione: News / Data: Gio 11 giugno 2015 alle 23:10
Autore: Lorenzo Peronaci / Twitter: @lorenzoperonaci
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