Luca Pancalli, presidente del Comitato Paralimpico, intervistato dal Corriere dello Sport torna con la mente al periodo di Calciopoli, quando lui fu nominato Commissario della Federcalcio.

Partiamo dalla fine, dieci anni dopo, rileggendo la storia, Calciopoli c’è poi stata davvero? 
"Certo che sì. L’opinione pubblica ne ha stabilito i confini sulla base delle partite, del numero dei protagonisti finiti a processo. Io dico che anche se per una sola persona, un solo dirigente, una sola partita, un solo arbitro, aver violato il principio fondamentale dello sport, la lealtà, significa avere Calciopoli. Ieri, oggi, domani". 
 
Lei prese la macchina-calcio dalle mani di Guido Rossi: funzionava o era solo luccicante fuori ma senza motore? 
"Il precedente Commissario ci mise nelle condizioni di farla ripartire. Ma bisognava affrontare mille tornati, mille curve. Ricordate il demone di tutti i demoni, il “diritto di veto”? Bisognava riscrivere lo Statuto, bisognava riorganizzare il Codice di giustizia, bisognava rivedere i conti, bisognava ridare fiducia all’Aia, bisognava ricostruire il rapporto con la Uefa, e Platini sa per chi ho votato... Bisognava garantire, soprattutto la quotidianità". 
 
Che cos’era Calciopoli? 
"Lo specchio di un Paese. Come lo è Mafia Capitale, come lo è stato Tangentopoli. E’ un’anomalia, una distorsione della società. Ma la colpa non è solo del calcio, dello sport. Che non ha modo di difendersi da solo e deve essere difeso". 
 
E’ riuscito a mettere al loro posto tutti i pezzi del puzzle? 
"Assolutamente no, ci sarebbe voluto un supereroe. Il nostro obiettivo era riportare il calcio alla sua democrazia, alle elezioni, nel minor tempo possibile. Perché un commissariamento è sempre una ferita. Mi porterò dietro sempre l’esperienza umana che feci, la grande esperienza professionale e anche “politica”. Ero andato... all’Università. E il primo giorno in Figc mi sono sentito quello stato d’ansia che non provavo da quando andavo a dare gli esami". 
 
 

Sezione: News / Data: Ven 29 aprile 2016 alle 10:10 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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