"Non sono cambiate molto le cose a dieci anni da Calciopoli". Lo dice Giuseppe Narducci alla Gazzetta dello Sport. "Rimane un buco a livello legislativo, nella legge sulla frode sportiva", spiega il grande accusatore di Calciopoli. "Rivelatrici la registrazione di Moggi che con Bergamo parla della griglia arbitrale e poi quella che richiama ad altre utenze telefoniche, le schede svizzere".

Che cosa l'ha colpita di più?
"Diciamo pure sconvolto: la chiusura del calcio, l'omertà. Ho come l'impressione che questo mondo continui a vivere in un limbo con regole proprie. Fra i sentiti, a parte rare eccezioni, nessuno percepiva l'illiceità dei comportamenti".

Perché le intercettazioni sull'Inter e sulle altre squadre vennero fuori solo in dibattimento grazie alle difese?
"Non le ritenemmo di rilevanza penale, insieme a quelle di diversi altri club come la Samp. L'indagine fu scrupolosa. Faccio un esempio: sarebbe stato 'semplice' per noi indagare Galliani, visto il coinvolgimento del Milan. Ma non emergevano elementi a suo carico".

Da allora però molte partite sono state 'assolte' e molti arbitri scagionati.
"Non siamo andati avanti per teoremi, ma seguendo i fatti. Quanto agli illeciti delle partite, in sede di Cassazione ne sono rimaste 14".

Che risponde a chi definisce 'inutile' Calciopoli?
"Abbiamo scoperchiato ed estirpato un meccanismo perverso. Grazie anche ai primi provvedimenti di giustizia sportiva che furono rigorosi. Poi è stata elevata la soglia di prova e ne sono seguiti provvedimenti blandi che lasciano perplessi, come quelli relativi all'indagine penale di Cremona".

Sezione: News / Data: Mer 18 maggio 2016 alle 13:31 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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