"La prestazione di Gervasoni in Parma-Fiorentina è stata tecnicamente molto buona e positiva, ha applicato le regole con persone che non sembravano propense al rispetto di esse. Bisogna darsi una calmata. Chi si comporta da professionista troverà arbitri collaborativi, disponibili, pronti al dialogo. Chi invece offende, protesta in modo prepotente, simula e attua un gioco violento li troverà intransigenti e determinati. Fino a novembre i nostri arbitri sono stati praticamente disoccupati, ma ultimamente le partite sono diventate molto nervose e le ammonizioni per protesta sono cresciute del 50% rispetto a inizio stagione". Così il designatore arbitrale Stefano Braschi a chi gli chiedeva di commentare l'operato del fischietto mantovano al Tardini. E non finisce qui. ''Purtroppo gli arbitri sono sempre nell’occhio del ciclone, ma se andiamo a vedere, in 250 partite fin qui giocate, di errori veramente clamorosi ce ne saranno stati non più di cinque e le decisioni sbagliate degli assistenti sono appena il 2%, compresa quella di Fiorentina-Inter. Insomma, questo gruppo sta disputando un campionato molto buono. Il nostro obiettivo non è fare sempre tutto perfetto, ma cercare di limitare il più possibile gli errori''.

Tutto bello, tutto buono e tutti felici. E invece no. Il caro Braschi omette volutamente di entrare nel merito del problema, un problema ormai atavico, incancrenito, tumorale. Gli arbitri italiani saranno ancora i migliori d'Europa, ma quando fischiano in Italia le loro prestazioni sono scadenti. Così come dimostrano – giusto per rimanere in casa nerazzurra – i tanti rigori non assegnati all'Inter (almeno 8), i fuorigioco errati (Icardi a Firenze, ma anche Nagatomo col Chievo, che è stato ben più grave) e i cartellini a caso (Juan Jesus col Cagliari, Kovacic a Udine e Taider col Bologna, giusto per citarne tre).

Se a ciò aggiungiamo la permalosità di certi fischietti, il quadro è completo. Imbarazzante la scena del Tardini: Munari si spintona con Cuadrado, niente di che. Borja Valero e Gonzalo Rodriguez separano i due e Gervasoni espelle il parmense e il centrocampista spagnolo, che non ha fatto assolutamente nulla! Valero chiede spiegazioni, sfiora la divisa dell'arbitro e questi gli schiocca sul referto un comportamento violento che, in totale, gli costa 4 giornate di squalifica. Allucinante.

Da Braschi e da Nicchi ci saremmo aspettati un presa di posizione diversa. Magari non una genuflessione, ma almeno la maturità di ammettere i tanti errori marchiani (Milano, Parma, Torino, Genova per restare all'ultima giornata) e la promessa di migliorare. E invece nulla di tutto ciò. Anzi, il contrattacco ispido. Per un calcio italiano che ricorda sempre più la vita politica del medesimo Paese. Siamo messi davvero male.  

Sezione: La Rubrica / Data: Gio 27 febbraio 2014 alle 00:30
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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