Ore incandescenti per la panchina di Frank de Boer. Contro il Torino la vittoria potrebbe non bastare e per molti il destino del tecnico nerazzurro è già segnato. Tra le difficoltà incontrate dall'olandese in quest'inizio di stagione drammatico ci sono anche quelle legate all'apprendimento della nuova lingua. Ne abbiamo parlato con chi in questi mesi lo ha accompagnato nei suoi studi di italiano, ovvero l'insegnante che nell'ultimo periodo per non perdere altro tempo ha scelto di seguirlo anche ad Appiano.

Salve, lei è l'insegnante di italiano di Frank de Boer?
"Insegnante è un parolone. Diciamo che lo aiuto a comprendere i giochi di parole fatti su di lui dai giornali. Come per il titolo "De Burrone" scritto due giorni fa da La Gazzetta dello Sport. Frank credeva si parlasse ancora di un panetto di burro enorme. Quando gli ho spiegato il riferimento al precipizio lui per ripicca si è messo a correggere il nome in prima pagina della rosea, lasciando scritto "La Gazzetta d̶e̶l̶l̶o̶ Sport̶ ca". Ma le voglio confidare un altro segreto".

Prego.
"Frank parla benissimo l'italiano e per di più conosce meglio di chiunque altro il dialetto milanese. I suoi nonni erano di Cernusco sul Naviglio, lui da piccolo andava a trovarli e trascorrevano le estati insieme a tutta la famiglia. Tornato qui ad agosto, si è accorto che parlando in italiano non veniva capito da nessuno dei massimi dirigenti dell'Inter. Allora ha deciso di montare questa messinscena. Finge di non sapersi esprimere, di essere impacciato con la lingua, ma solo perché non vuole mettere in imbarazzo i suoi superiori, che nel frattempo hanno comunque imparato a dire "Forza Inter"".

Mi scusi, sta dicendo quindi che anche il suo compito, a parte il tradurgli i titoli dei giornali, è tutto una copertura?
"Sì, anche se lui non sarà d'accordo sul fatto che sia io a svelarvi il suo segreto. Insegnai la lingua a Benitez e prima ancora a Mourinho, quello sì. Quando Mou se ne uscì con la frase "Io non sono pirla" nella sua prima conferenza stampa italiana, in realtà quella fu una mia invenzione. Gli dissi: "Alla decima domanda stupida pronuncia questa battuta e farai ridere l'intera sala". Qui da noi occorre anche mostrarsi simpatici e diciamo che Frank non ha lo stesso humor del portoghese".

O del suo predecessore Mancini...
"Lui resta insuperabile. A quanto ho saputo durante le mie visite ad Appiano, Mancini scherzava anche quando si trovava in riunione con i vertici dell'Inter. Una volta spiegò che la squadra si sarebbe sistemata con gli innesti di un centrocampista come Felipe Melo e di un terzino come Montoya. Un'altra volta disse a Nagatomo che la società stava valutando una proposta del Manchester United. Il problema è che tutti gli credevano".

Torniamo per un attimo a De Boer. Oggi contro il Torino può in un certo senso essere l'ultima anche per lei.
"Lo sappiamo bene sia io che Frank. Ma lui mi ha già parlato di un piano di riserva. Nel caso in cui venisse esonerato è sicuro che l'Inter prenderebbe Bergomi. Frank allora andrebbe a Sky a fare da seconda voce a Fabio Caressa, che nei suoi interventi sta spingendo tanto per farlo esonerare proprio perché lo vorrebbe a tutti i costi accanto a lui in telecronaca".

Per l'Inter si tratterebbe dell'ennesimo ribaltone dopo Mourinho. Possibile che a pagarla sia sempre l'allenatore?
"Prima del suo arrivo tutti erano convinti che Frank fosse un tecnico di assoluto livello, con delle idee innovative e un carisma brillante, mentre oggi è diventato un incapace mezzo scemo che non è riuscito a inserirsi nel campionato italiano. Io credo che in questo caso i limiti tecnici in alcuni ruoli oltreché caratteriali della squadra siano palesi. Poi ci sono state altre situazioni che hanno ulteriormente intralciato il lavoro di Frank, vedi la questione tra il capitano e la Curva. Ausilio e Zanetti hanno appoggiato gli ultrà per fare un torto a Icardi che nel suo libro non li ha inseriti tra i ringraziamenti".

Anche lì Wanda Nara, moglie e agente di Icardi, ha parlato di un "problema di traduzione". Lei è un esperto in questo campo, che idea si è fatto?
"Posso confermare che a volte è molto facile cadere in certe trappole quando si cercano di passare dei concetti da una lingua all'altra. Dopo che si è aperta la polemica ho voluto saperne di più da chi si è occupato della traduzione in italiano, un mio carissimo amico che oggi vive sotto falsa identità per timore che gli ultrà possano prendersela anche con lui. Mi ha detto che in effetti l'errore di traduzione c'è stato: i criminali che Icardi avrebbe voluto chiamare dall'Argentina non erano cento, bensì trecento come gli spartani. Icardi avrebbe poi scritto che gli ultrà sarebbero stati massacrati come avvenne con i persiani, ma questa parte è sembrata troppo pulp ed è stata tagliata".

Sezione: Il Calcio Parallelo / Data: Mer 26 ottobre 2016 alle 00:10
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DaniAlfieri
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