"I miei genitori hanno fatto di tutto per indirizzarmi verso altri sport. Da bambina ho giocato tanto a pallavolo e soprattutto a tennis. Quando, dopo quattro anni, hanno visto che raccoglievo le palline coi piedi hanno capito che il calcio può essere una fede anche per una ragazza". Ai microfoni de Il Corriere della Sera, Regina Baresi, capitano della squadra Femminile di Calcio ASD Femminile Inter Milano, racconta i suoi primi passi mossi nel mondo del calcio, una scelta che all'inizio si è portata dietro qualche preoccupazione da parte dei suoi genitori: "Temevano che mi sarei gonfiata la gambe, rovinata il fisico. Avevano paura che sarei diventata un maschiaccio. Ma quella è una questione di approccio alle cose. Succede anche se non fai sport".

La figlia di Beppe Baresi avverte di poter aver un ruolo nello sviluppo del calcio femminile negli anni a venire: "Più che icona del calcio femminile mi piace essere considerata un megafono per le quote rosa di questo sport. Grazie al cognome che porto spero di poter convincere la gente che il calcio è bello anche se giocato da una donna. Anzi a volte è anche più puro, meno schiavo di schemi e numeri".

Con la sua Inter, Regina comanda il girone B della serie B: "Dell’Inter portiamo le divise e abbiamo il sostegno dell’ambiente nerazzurro, anche se non facciamo ancora parte a tutti gli effetti della società. Fra un anno dovremmo diventarne parte integrante. Mio padre dà i consigli migliori su come allenarmi. Con zio Franco invece non parlo di calcio, ma non ha mai avuto dubbi sulla mia attività di calciatrice".

A 26 anni il futuro è ancora da scrivere: "Mi piacerebbe arrivare in Nazionale. Ma è dura, le ragazze della Serie A si allenano tutti i giorni e fisicamente sono molto avanti. In tv mi piacerebbe condurre un programma di calcio per bambini. Nella vita mi vedo mamma". 

Sezione: Inter Femminile / Data: Mer 10 gennaio 2018 alle 02:30
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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