Walter Zenga continua a nutrire il sogno di allenare l'Inter, ma oggi è l'allenatore del Crotone e alla salvezza dei calabresi vuole dedicare tutto il suo impegno. L'Uomo Ragno, alla vigilia del suo ritorno a San Siro per sfidare il Milan, torna a ribadire la sua ambizione anche se non nasconde un filo di amarezza: "Io sono nato e cresciuto interista ed allenare l’Inter è un’aspirazione. I cugini rossoneri hanno dato la possibilità ad alcuni ex di sviluppare il loro sogno, mentre l’Inter no. Al momento però vivo il presente perché non si può pensare al futuro se non si pensa a quello che si fa. Prima di sognare bisogna svegliarsi e pensare all’oggi. Il mio oggi è il Crotone che penso a salvare”.

Zenga sottolinea come il suo derby personale ora non gli susciti particolari emozioni rispetto magari a quanto avveniva quando era calciatore: "Erano tempi diversi. Da una parte e dall’altra c’erano calciatori cresciuti nei vivai di Milan ed Inter. C’eravamo io, i fratelli Baresi, Maldini, Tassotti, Donadoni, Bergomi. Tutti calciatori che sentivano l’appartenenza a quelle maglie. Per novanta minuti, anche se si condivideva la Nazionale, non ci guardavamo in faccia: eravamo nemici, ma nel massimo rispetto". 

Nelle parole di Zenga anche un nuovo accenno al Var: "Quello che non mi piace è che dalla panchina, dal campo, noi non capiamo nulla: a casa hanno le idee più chiare su quello che sta accadendo, ma noi davvero non capiamo nulla; non possiamo chiedere a nessuno, vedere nulla. Per ora quello che ho visto dal campo è che chi fa gol non può esultare subito, mentre chi lo prende aspetta 10 secondi prima di deprimersi. Sono qui da tre partite e non ho ancora capito nulla".

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 04 gennaio 2018 alle 13:25
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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